Intolleranze alimentari

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Intolleranze alimentari

Debolezza, scarsa capacità di assimilazione e intestino pigro sono segnali che l'apparato digerente e il sistema immunitario fanno fatica a svolgere le loro funzioni in modo corretto. 


Ma ci sono anche alcuni alimenti che possono creare problemi a un organo o all'intero organismo.

 

In questi casi possiamo parlare di intolleranze alimentari: sta a noi individuare ed eliminare i cibi responsabili e adottare un'alimentazione più giusta.


Le cause dell'intolleranza alimentare

Ormai esistono numerosi test che ci aiutano a identificare la causa responsabile dell'intolleranza alimentare (le più diffuse sono quelle al lattosio, cioè allo zucchero del latte, al glutine contenuto in molti cereali e all'uovo), dopodiché dovremo iniziare un trattamento terapeutico, che di solito consiste semplicemente nell'eliminare del tutto l'alimento, senza per questo generare degli squilibri dietetici: per esempio, se dobbiamo rinunciare a un'importante fonte proteica, dovremo sostituirla con un cibo che fornisca un apporto di proteine equivalente.

 

Per comprendere il fenomeno delle intolleranze alimentari basti pensare che quando assumiamo un alimento (come il latte, o una mela) per estrarne le sostanze nutritive, l'organismo deve attivare degli enzimi specifici.

 

Ne consegue che l'organismo deve produrre innumerevoli enzimi: attualmente ne conosciamo circa 1.100, ma altri non sono stati ancora individuati.

 

Molti enzimi sono prodotti quotidianamente dal pancreas, una sorta di direttore d'orchestra. Pensiamo a quando beviamo il latte: appena è in bocca sollecita i recettori localizzati sulle papille gustative della lingua, che inviano i messaggi al cervello, il quale a sua volta attiva gli enzimi specifici per metabolizzare il lattosio e le altre sue sostanze nutritive (proteine, lipidi, vitamine e sali minerali).

 

Alla nascita possono già manifestarsi alcune carenze enzimatiche, che tendono a peggiorare con il tempo.

Per esempio, sin dai primi giorni di vita vengono prodotti gli enzimi specifici per il latte materno, indispensabili fino alla dentizione, quando appaiono i primi denti (in genere gli incisivi) e il bambino può iniziare a tagliare, spezzettare e triturare gli alimenti più solidi dello svezzamento.

 

In questa fase vengono prodotti altri enzimi che si dovrebbero sommare a quelli necessari per assimilare il lattosio, ma non sempre funziona così. In qualche caso gli enzimi per il lattosio non vengono più prodotti.

 

In teoria la carenza è dovuta semplicemente al fatto che l'organismo non ha più bisogno di metabolizzare il latte, ma di certo ciò non vale per bambini di pochi mesi.

 

Ma come fanno i recettori localizzati nelle papille gustative a operare in sinergia con il cervello?

Qui entra in gioco la masticazione che, attraverso i differenti sapori, attiva gli enzimi specifici. Questi, però, devono essere prodotti in quantità sufficiente e devono funzionare bene.

 

Se tali enzimi sono deboli o scarsi, l'alimento sarà metabolizzato in modo corretto la prima volta, con qualche difficoltà la seconda, e la terza non sarà metabolizzato affatto: non ci sono più enzimi a disposizione.

 

Si manifesta allora un'intolleranza alimentare, ossia l'organismo non è più in grado di metabolizzare correttamente un determinato principio nutritivo, non sa più degradarlo nonostante la masticazione, l'acidità dello stomaco, la presenza della flora intestinale.

 

L'alimento viene solo parzialmente assimilato, e questo può alterare l'equilibrio della microflora intestinale, causando la proliferazione dei batteri putrefattivi, oppure di quelli fermentativi.

 

Per sapere se si è intolleranti a un alimento occorre effettuare un test specifico in cui il sangue del paziente viene messo a contatto con un substrato dell'alimento considerato.

 

Quanto ai sintomi di un'intolleranza alimentare, ci sono diversi livelli: oltre ai disturbi intestinali, si va dalle semplici riniti all'aumento di peso, fino alla degenerazione dei tessuti. Se l'alimento responsabile viene eliminato dalla dieta, i sintomi scompaiono, così come la reazione al test.

 

Se invece le intolleranze non vengono curate, con il trascorrere del tempo si possono sviluppare patologie degenerative anche gravi: a fare la differenza, come sempre, sono i fattori ereditari e le debolezze costituzionali.

 

Tenete presente che le intolleranze alimentari non possono guarire: se alla nascita c'è una carenza enzimatica, potrà solo peggiorare con l'aumentare dell'età. Inoltre, alcuni enzimi sono più vulnerabili di altri e la loro efficienza diminuisce in modo più spiccato con l'età.

 

Per esempio, la carne rossa si digerisce con più difficoltà in età avanzata.

 

I sintomi delle intolleranze alimentari si ripercuotono in modo negativo sulle prestazioni dell'organismo: un'infiammazione cronica dell'intestino è legata a una notevole fermentazione di cibi non correttamente metabolizzati.

 

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Commenti: 2
  • #1

    Simona (sabato, 21 giugno 2014 12:07)

    Molto bello e utile questo sito fa capire molte cose e insegna tanto... Poi è scritto in modo chiaro e mirato io ho appreso molte cose che seguirò per dimagrirmi... Complimenti a chi lo a realizzato..

  • #2

    dietatregiorni (martedì, 04 novembre 2014 08:15)

    Grazie Simona!