Il cioccolato fa ingrassare?

E' stato già detto, forse per primo da George Bernard Shaw, che le cose più piacevoli della vita o sono proibite o fanno male o fanno ingrassare; al riguardo il cioccolato sembrerebbe convalidare ampiamente la regola.


Il cioccolato fa  ingrassare?
Cioccolato

Di gradimento altissimo, democraticamente gradito in tutti gli strati della popolazione, amato in forma più o meno controllata sia dai bambini che dagli anziani, il cioccolato è stato però sempre sospettato di far ingrassare e, in dosi eccessive, anche di far male.

 

Per discutere pregi e difetti del cioccolato bisogna prima parlare del cacao, perché il cioccolato si ottiene miscelando il prodotto ricavato dai semi del frutto del cacao con lo zucchero.

 

I semi di cacao sono molto ricchi di grasso (46%), contengono amido (23%), proteine (14%) e, inoltre, dei principi attivi capaci di stimolare il sistema nervoso, come la ben nota caffeina e la teobromina (alcaloide tipico della cioccolata denominata, appunto, "cibo degli dei" da Linneo).

 

Sulle origini del cioccolato esistono molte ipotesi; è certo però che i semi di cacao erano un qualcosa di molto pregiato e di caratteristico anche presso gli Aztechi, al punto da rappresentare un sistema di pagamento in contanti.

 

Il burro di cacao è la base tecnologica di partenza per la preparazione del cioccolato ed è proprio in relazione alle percentuali in cui è presente il burro di cacao nel prodotto finito che si classificano i diversi tipi di cioccolato: comune (18% di burro di cacao); fondente di qualità (26%); extra (28%).

 

Qualunque tipo di cioccolato si voglia considerare c'è sempre una conclusione comune: l'alto valore energetico sia del cioccolato, sia dei prodotti a base di cioccolato.

 

In tema di sospetti va detto che il cioccolato è uno dei cibi più incriminati. Come tutti gli alimenti molto ricchi di grassi anche il cioccolato impegna lungamente la digestione e di ciò dovranno tener conto tutti coloro che hanno problemi gastrointestinali.

 

Possono verificarsi anche delle intolleranze al cioccolato e non è troppo raro che dei soggetti predisposti a reazioni pseudoallergiche abbiano un tipico mal di testa dopo aver mangiato del cioccolato.

Il cioccolato è un antidepressivo naturale

Sul fronte della gratificazione e della piacevolezza il cioccolato non ha rivali e ciò potrebbe dipendere anche dal fatto che il cioccolato, secondo una recente comunicazione dell'Istituto di Neuroscienze di San Diego, contiene ranandamide cioè un antidepressivo naturale presente in ben altre proporzioni anche nella canapa indiana e capace di attivare il sistema serotoninergico con positiva regolazione dell'umore.

 

Il cioccolato non è certo una droga e non crea dipendenza fisica ma per molte persone rappresenta una tentazione talvolta quasi irresistibile!

 

E' problema metabolico che incombe minaccioso sui moltissimi estimatori del cioccolato è l'abbondanza del grasso ancor più che dello zucchero.

 

Non che la situazione finale sia molto diversa per chi è abituato a fare la prima colazione con tanto di burro e marmellata!

 

A parità di peso, il contenuto in grasso del cioccolato è pressappoco quello di un formaggio stagionato.

 

Proprio questo è il maggiore problema nutrizionale del cioccolato: fornendo molti grassi, quindi molte calorie già in quantitativi di pochi grammi, può provocare, per la piacevolezza del gusto, una tentazione più forte del timore che dovremmo avere per il suo valore calorico.

 

Inoltre, diversamente dai cibi che si mangiano nel corso di un pasto, il cioccolato è per tutti qualcosa di extra, uno "sfizio" gustoso e appagante che, proprio per non essere stato previsto nella dieta, può comportare un eccesso qualitativo e quantitativo di notevole significato, almeno nei consumatori abituali.

 

In difesa del cioccolato si potrebbero portare molti argomenti psicologici, dalla piccola gratificazione al vero soddisfacimento psicosensoriale, ma dubito che il severo giudice nutrizionista potrebbe tenerne conto, visto che il processo verte sullo spaccio continuato di grassi e di calorie con chiamata in causa di adipe, colesterolo, trigliceridi, tutti personaggi altamente influenti nella medicina d'oggi.

 

Tra gli elementi nuovi che l'avvocato difensore potrebbe esibire a discarico per la riapertura del processo al cioccolato, ne elencherei almeno due.

 

Non è provato che il cioccolato abbia responsabilità nell'acne giovanile; le precedenti risultanze erano solo indiziarie ed oggi disponiamo di prove sperimentali che scagionano il cioccolato (rei confessi: gli ormoni); al massimo per il cioccolato si può sospettare il ruolo di fiancheggiatore.

 

Nemmeno è vero che abbia a che fare con la gotta e soprattutto si sono fatti vivi negli ultimi anni dei testimoni a carico riguardo agli infamanti rapporti con l'ipercolesterlemia.

 

I grassi vegetali del cacao non avranno la fedina penale immacolata ma non sono nemmeno dei criminali abitua come altri grassi saturi di origine animale, visto poi che il 33% del burro di cacao è formato dall'incolpevole acido stearico. Inoltre, e non è poco, alla perquisizione non si è trovata alcuna traccia di colesterolo.

 

L'avvocato si rimette invece alla clemenza della corte, per quanto riguarda detenzione e spaccio di calorie: 100 grammi di cioccolato contrabbandano circa 500 calorie. Più o meno quello che nessuno contesterebbe ad un'abbondante porzione di spaghetti ben conditi.

 

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