Il peperoncino e la capsaicina

Il peperoncino, probabilmente originario di Bolivia e Perù, è la spezia più diffusa e si calcola che, nel mondo, l'area coperta dalle sua coltivazioni occupi una superficie analoga a quella della Svizzera.

 

Il principio attivo responsabile della sua pungenza è la capsaicina, prodotto esclusivamente nella placenta del frutto e il più importante fra i più di venti capsaicinoidi finora caratterizzati.

Peperoncino proprietà benefiche
Peperoncino

Il peperone, a differenza del peperoncino, non è pungente; esso contiene il capsiato che, pur essendo strutturalmente molto simile alla capsaicina, non è piccante (contiene una funzione esterea al posto della funzione ammidica della capsaicina).

 

Secondo la scala della pungenza, ideata nel 1912 da Scoville, un farmacista dell’ Arizona, e confermata sperimentalmente attraverso l'analisi quantitativa del contenuto in principi attivi (analisi condotta per via gascromatografica)

il peperone ha infatti un fattore di pungenza di circa 0;

il tabasco 300;

il peperoncino 8000-3000000;

la capsaicina pura 16000000.

Peperoncino e le proprietà della capsaicina

È ormai dimostrato che la capsaicina provoca il rilascio della sostanza P da alcuni nocicettori (recettori che segnalano le sensazioni dolorose), desensibilizzando le terminazioni nervose che diventano insensibili al calore eccessivo e agli stimoli chimici e perdono la capacità di rilasciare i mediatori coinvolti nella trasmissione nervosa e nell'infiammazione.

 

Si ottiene così un effetto analgesico che è stato sfruttato per la preparazione di applicazioni per uso topico da impiegare in casi di dolore cronico, come la neuropatia diabetica e i dolori neuromuscolari.

 

Una revisione sistematica della letteratura scientifica che ha considerato sei studi controllati in doppio cieco, condotti per più di quattro settimane, ha permesso di concludere che la somministrazione topica di una soluzione allo 0,075% di capsaicina è efficace nella riduzione del dolore, che è diminuito del 50-60% rispetto al trattamento placebo.

 

Due trials clinici, invece, ne hanno valutato l'effetto nella nevralgia posterpetica, un dolore neuropatico che interessa circa il 40% dei pazienti con più di sessant'anni un mese dopo l'attacco di herpes zoster.

 

L'applicazione di capsaicina si è rivelata efficace in alternativa agli antidepressivi triciclici, che rappresentano il trattamento di elezione.

 

Un recentissimo studio randomizzato condotto nella stessa tipologia di pazienti ha confermato l'efficacia della capsaicina, somministrata in forma di cerotto transdermico.

 

Anche il dolore associato all'osteoartrosi sembra essere ridotto, anche se in modo meno significativo, dall'uso topico di capsaicina, soprattutto con l'aggiunta di glicerolo trinitrato che riduce il rischio di irritazione cutanea.

 

La capsaicina trova impiego anche nell'aumento della funzione vescicale e per ridurre l'incontinenza urinaria, nella riduzione della nausea e del vomito nel decorso postoperatorio; è stata anche studiata nella cura del prurito associato all'insufficienza renale e come gastroprotettore nel trattamento con antinfiammatori non steroidei.

 

La capsaicina è tra le spezie che hanno un effetto favorevole sulla spesa energetica, sull'ossidazione dei grassi e sul controllo dell'appetito, in associazione con l'aumento dell'attività del sistema nervoso simpatico.

 

Aumentando il flusso ematico a livello gastrointestinale e modulando le sensibilità neuronali, che influenzano la motilità intestinale e il rilascio di ormoni da parte delle cellule intestinali, la capsaicina sarebbe in grado di modulare appetito e sazietà. 

 

L'effetto sulla sazietà sembra dovuto a un meccanismo che coinvolge un particolare recettore, denominato TRPV-1.

 

Secondo uno studio recente, il consumo di circa 1 mg di peperoncino ricco in capsaicina nella fase postprandiale, aumenta le concentrazioni di GLP-1 (Glucagone-Like Peptide-1) e tende a ridurre i livelli plasmatici di grelina (ormone peptidico coinvolto nell'assunzione del cibo), confermando quanto già osservato con concentrazioni più elevate dell'alcaloide.

 

L'attivazione dello stesso recettore TRPV-1 sembra inoltre coinvolto nelle proprietà benefiche della capsaicina a livello cardiovascolare: secondo un recente studio, la capsaicina promuoverebbe il rilascio di ossido nitrico e l'abbassamento della pressione arteriosa.

 


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