Gli errori che non ci fanno dimagrire

Spesso il sovrappeso prende origine da piccole abitudini sbagliate che, sommate l'una all'altra, causano un cattivo atteggiamento nei confronti del proprio corpo, del cibo e del corretto stile di vita. 


Iniziare a capire dove si sbaglia e correre ai ripari è un valido punto di partenza per cambiare in meglio, riuscendo magari a dimagrire senza particolari sforzi. 

Gli errori e le cattive abitudini che non ci fanno dimagrire
Gli errori che non ci fanno dimagrire

I principali errori che non ci fanno dimagrire

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Ecco i principali errori e le cattive abitudini che non ci fanno dimagrire.

 

Mangio tanta frutta e verdura, eppure ingrasso.

Frutta e vegetali sono importantissimi e, come raccomanda l'Organizzazione mondiale della sanità, devono comparire in tavola cinque volte al giorno, nei colori più vari per assicurarsi tutte le vitamine e i minerali necessari. Soprattutto per la frutta, però, è bene tenere d'occhio le porzioni: contiene infatti anche molti zuccheri, come il fruttosio. Mangiarne grandi quantità ogni giorno, magari aggiungendo altro zucchero o miele, sicuramente assicura le vitamine, ma apporta non poche calorie. Una dose di frutta può essere costituita da una mela media, da una coppetta di fragole o frutti di bosco, da un kiwi, da una banana piccola e non troppo matura. Quindi, sì a porzioni frequenti, ma moderate.

 

Non riesco a dimagrire: sarà colpa della tiroide?

Una tiroide lenta è una delle scuse più frequenti per assolversi se non si riesce a nutrirsi bene e quindi se si fa fatica a perdere chili di troppo. Può in effetti succedere che l'ipotiroidismo favorisca l'eccesso di peso, ma in genere si manifesta con altri sintomi, come stanchezza, anemia, caduta dei capelli, stipsi. Se si ha questo dubbio è bene parlarne con il medico che prescrive esami per la funzionalità tiroidea ed eventualmente una cura. Nella maggior parte dei casi, però, il peso è dovuto a sedentarietà e calorie in eccesso.

 

In famiglia siamo tutti rotondetti, quindi è inutile provare a dimagrire.

Gli esperti hanno scoperto che solo in pochissimi casi l'obesità è legata a un difetto genetico. Quasi sempre, invece, il sovrappeso all'interno di una stessa famiglia è legato ad abitudini sbagliate che tendono a ripetersi: poco moto, troppi grassi e zuccheri. È quindi bene non cercare scuse dicendo a se stessi "non ci si può fare nulla"; è essenziale cercare di correggere gli errori, chiedendo consiglio a un medico. È vero che può essere difficile comportarsi diversamente se si vive ancora in famiglia con abitudini acquisite, ma nulla vieta di andare a fare una corsetta tutti i giorni o una passeggiata, a iniziare a dire di no a porzioni abbondanti, dolciumi, insaccati e formaggi grassi.

 

Sto a stecchetto tutto il giorno: così posso concedermi un bel pasto alla sera.

Chi ragiona così sbaglia. Al mattino, infatti, quando corpo e mente devono partire bene, il metabolismo è al massimo dell'attività e brucia praticamente tutte le calorie ingerite. Ecco perché è bene fare una colazione ricca, con carboidrati, frutta e qualcosa da bere. Il pranzo deve essere mediamente abbondante ma soprattutto vario, con molta verdura fresca o cotta che idrata, oltre a un po' di proteine. La sera, l'ideale è un piatto di carboidrati e legumi, meglio ancora sotto forma di minestra, di facile digestione e con un apporto calorico contenuto. Al contrario, mangiare poco o nulla durante il giorno per concedersi una mega cena è un modo sicuro per avere difficoltà digestive durante il sonno e... ingrassare.

 

Avevo iniziato a praticare sport, ma ho messo su peso anziché perderlo, quindi ho smesso.

Quando si inizia a praticare uno sport, soprattutto se si era gii di allenamento, i muscoli riprendono tono e questo coincide con un lieve aumento di peso: infatti la massa magra, cioè i tessuto muscolare, è più pesante della massa grassa, ossia il tessuto adiposo. L'ago della bilancia può quindi salire un pochino, ma è bene non interrompere l'attività fisica perché in un secondo momento i muscoli più tonici aiuteranno anche a perdere tessuto grasso. La linea diventerà più tonica e armoniosa, la cellulite sarà sempre meno visibile e anche l'umore ne trarrà beneficio. Fare sport, infatti, aiuta ad alzare il livello di serotonina, dopamina ed endorfine, neurotrasmettitori che regalano uno stato di benessere e di motivazione, spingendo anche a perseverare in una eventuale dieta e a combattere la fame nervosa.

 

Mangio come un uccellino, ma non riesco a perdere neanche un chilo.

In casi come questi è bene cercare di capire se davvero si mangia così poco, tenendo per un paio di settimane un diario alimentare, da sottoporre poi al medico. Occorre segnare tutto quello che si consuma, nei minimi dettagli, senza tralasciare i cucchiaini di zucchero nel té e nel caffè, le bibite dolci, le caramelle, i cucchiai di olio che si utilizzano per cucinare, gli assaggi dei cibi mentre si preparano pranzo e cena. Compilando il diario, si potrà essere sorpresi della grande quantità di calorie nascoste che si assumono senza accorgersene. Una lattina di

soft drink tutti i giorni, per esempio, equivale a migliaia di calorie in più (inutili) in due settimane. Scrivere queste informazioni nero su bianco spesso aiuta a diventare consapevoli di quello che si è effettivamente consumato.

 

Nonostante una dieta in bianco, non ho perso nemmeno un chilo.

Esiste un'idea diffusa e sbagliata di quello che è il "mangiare in bianco". 100 grammi di spaghetti conditi con burro e parmigiano sono sì di colore "bianco", ma sono ricchi di calorie. Sono a tutti gli effetti un piatto unico che andrebbe accompagnato al massimo con un piatto di verdure crude scondite. Stesso discorso per il pesce al vapore o il pollo lesso: se per dare sapore si aggiunge una bella cucchiaiata di maionese o di ketchup, ecco un secondo non di certo ipocalorico. Mangiare "in bianco" significa usare meno condimenti possibile; è un regime alimentare che va limitato a occasioni particolari, per esempio se si hanno difficoltà digestive.

 

Smettere di fumare mi ha fatto ingrassare.

Il fumo non ha alcun effetto sul metabolismo, che resta identico. Può invece cambiare il rapporto con il cibo, che spesso diventa una compensazione alla mancanza della sigaretta, sia dal punto di vista del gusto, sia della gestualità. L'ex fumatore, infatti, abituato a portare alle labbra la sigaretta, prende il vizio di piluccare tutto il giorno. Inoltre, per provare la stessa sensazione di piacere che avvertiva fumando, preferisce alimenti dolci, grassi, morbidi o saporiti, che quasi sempre sono anche i più calorici. In questo modo si assumono troppe calorie che prima invece non venivano ingerite. Ovviamente continuare a fumare non è una ragione valida per non ingrassare, perché come è noto la sigaretta è dannosa per tutto l'organismo, quindi smettere è un bene. Per evitare di accumulare chili è opportuno tenere a portata di mano snack poco calorici come carote, pomodorini, sedano, pezzi di finocchio crudo da sgranocchiare quando si è preda di fame nervosa.

 

Preferisco dire di no a un dolce, ma non rinuncio a un po' di alcol tutti i giorni.

Ecco un altro errore molto comune, tipico di chi bada solo al numero di calorie di un alimento. È vero che un bicchierino di vodka apporta più o meno le stesse calorie di un budino. Nel dolce, però, ci sono anche zuccheri che danno energia, un po' di grassi, i minerali e le vitamine del latte. Gli alcolici, invece, apportano solo calorie "vuote", senza alcun valore nutritivo. Le molecole di alcol non solo affaticano il fegato che deve metabolizzarle, ma vengono bruciate e trasformate in energia al posto degli zuccheri e dei grassi che, se inutilizzati, si trasformano in trigliceridi destinati ad aumentare i depositi adiposi. Gli alcolici andrebbero quindi eliminati, non solo per noi ingrassare. Può essere concesso, se piace, mezzo bicchiere di vino rosso ogni tanto, perché è ricco di polifenoli che aiutano a mantenere sano il cuore.

Per dimagrire più facilmente ho eliminato del tutto la pasta.

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Chi la pensa così rischia di scivolare nella "carbofobia", ossia nel terrore dei carboidrati (non solo pasta, ma anche riso, pane, polenta...) che spinge a evitare il più possibile questi cibi come se fossero la causa di tutti i mali.

 

Invece, secondo i dettami della corretta nutrizione, una dose moderata di carboidrati è alla base dell'alimentazione quotidiana, perché la maggior parte dell'energia quotidiana deve essere introdotta proprio da pasta, riso e così via. Rinunciarvi significa sottoporre l'organismo a carenze.

 

Si possono, invece, ridurre le porzioni, anche per stimolare il metabolismo ad attingere alle fonti energetiche già presenti sotto forma di tessuto adiposo. Va chiarito inoltre che, cucinando la pasta o il riso in modo leggero, al dente, con sughi di verdure, pomodoro, pesce, si ottiene un piatto di circa 300 calorie, assolutamente indicato anche in una dieta.

 


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