Per disintossicarsi, sgonfiarsi subito e ridare benessere all'organismo, vi proponiamo una dieta antinfiammatoria che controlla i cibi che più facilmente possono dare problemi, soltanto per due giorni alla settimana.
A volte i problemi di linea dipendono dalle irritazioni provocate da alcuni alimenti. Per disintossicarsi e dare il via al dimagrimento bastano due giorni detox.
Difficoltà a dimagrire, gonfiore, metabolismo lento. Possono essere tutti sintomi di un'infiammazione da cibo: la reazione a un alimento, spesso consueto, familiare e apparentemente innocuo, come il pane o il latte.
Una piccola rinuncia, a favore però di una dieta più varia e dai risultati visibili: il corpo si definisce, le gambe si assottigliano, la pancia si appiattisce.
Come funziona la dieta antinfiammatoria.
I chili di troppo ma anche la pancia gonfia, l'irregolarità infiammatorie, i problemi di pelle, sono tutti segnali di un'infiammazione dell'organismo. In realtà l'infiammazione è l'unica modalità con cui il corpo reagisce a uno stimolo irritativo esterno.
Il gonfiore è uno dei segnali più comuni: l'organismo trattiene i liquidi per diluire l'infiammazione. Spesso si tratta di reazioni infiammatorie “a bassa intensità” che cioè possono durare nel tempo, con sintomi sfumati che spesso non vengono correlati al cibo.
Ma a quali alimenti bisogna fare più attenzione per non rischiare reazioni?
Qualsiasi cibo, in realtà, può stimolare la produzione di anticorpi, citochine e altre sostanze infiammatorie. Molte volte però i cibi a cui si reagisce sono quelli che si consumano più spesso e in maggiore quantità: non a caso in Italia i grandi gruppi alimentari che danno più problemi sono il frumento e i cereali contenenti glutine, i lieviti (in cui rientrano in tutti i prodotti da forno), il latte e i latticini. In Oriente, in Giappone e Cina, sono invece riso, soia, pesce.
È l'eccesso, non tanto il singolo alimento a causare l'infiammazione. Non serve eliminare gli alimenti. La soluzione però non è far sparire da tavola tutti i cibi a cui siamo più affezionati (pane e prodotti da forno per primi).
La dieta antinfiammatoria deve consentire di recuperare la tolleranza immunologica e rieducare a mangiare. Per questo non può essere una dieta di eliminazione, che, escludendo in modo rigido tutti gli alimenti sospetti, finirebbe per impoverire l'alimentazione quotidiana e creare nuove reattività.
Deve piuttosto consentire un riavvicinamento graduale.
Per ridurre l'infiammazione è utile seguire una dieta di rotazione settimanale sulla base del proprio profilo alimentare valutato con test appropriati.
Per chi non avesse ancora approfondito bastano due giorni a settimana in cui si eliminano lieviti, latticini e frumento: i tre grandi gruppi alimentari che più facilmente danno reazione. Già questo basta a sgonfiarsi visibilmente e a perdere i liquidi in eccesso.
Con la dieta antinfiammatoria il metabolismo migliora.
Le infiammazioni mettono l'organismo in un meccanismo d'allarme per cui entra in un assetto metabolico di "riserva" che favorisce l'accumulo sotto forma di grasso della calorie in eccesso. Se si combatte lo stato infiammatorio si contrasta il meccanismo dell'insulino-resistenza che spinge ad accumulare grasso.
Dimagrire diventa più facile.
Anche l'orologio conta. Molto dipende da come sono distribuiti i pasti nella giornata. La colazione deve essere abbondante per arrivare al pranzo sazie e senza cali di energia e continuare con un pranzo completo e una cena leggera.
Tutto quello che si mangia dopo le 17, infarti viene immagazzinato come riserva per il giorno dopo. È importante anche abbinare sempre carboidrati e proteine. Mangiare solo carboidrati, infatti, stimola troppo l'insulina e finisce per diventare un altro fattore di infiammazione.
A colazione le proteine possono essere quelle del prosciutto o di un uovo.
Noi Italiani siamo poco abituati a iniziare la giornata così, ma può essere una bella sorpresa.
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La dieta antinfiammatoria prevede due giorni di astensione completa dal frumento, non si possono consumare quindi la pasta e gli altri prodotti a base di farina di grano; vietati anche i lieviti, quindi i prodotti da forno lievitati come pane, pizza, biscotti e i latticini, quindi latte, yogurt, formaggi freschi e stagionati.
Nel resto della settimana si può mangiare normalmente, senza eccedere nelle quantità. Seguendo i due giorni di astensione si contrasteranno i sintomi più sgradevoli delle reazioni infiammatorie (mal di testa, disturbi intestinali e della pelle, e soprattutto si elimineranno i liquidi in eccesso e i gonfiori.
Si può perdere fino a una taglia in un mese, la pancia diventa più piatta, i gonfiori si attenuano e diminuiscono i problemi di irregolarità intestinale.
Menù dieta antinfiammatoria:
PRIMO GIORNO.
Colazione: spremuta d'arancia fresca; 4/5 gallette di riso o mais o grano saraceno con marmellata senza zuccheri aggiunti (dolcificata con succo di mela); un uovo sodo; té verde o un infuso di finocchio o caffè.
Pranzo: 120 g di pollo al curry; riso integrale (60/80 g); verdure miste al vapore condite con olio d'oliva a crudo.
Cena: orata al forno agli aromi (150 g); insalata verde mista; 3 gallette di mais.
SECONDO GIORNO.
Colazione: una banana; una tazza di bevanda vegetale (soia, avena, riso, mandorla, miglio, grano saraceno) senza zuccheri aggiunti; una ciotola di cereali misti senza uvette: fiocchi d'avena o di mais, miglio o riso o quinoa soffiati (si possono acquistare singolarmente e miscelare tra loro); un pugno di semi oleosi (girasole, zucca, chia, canapa, sesamo, lino) con un pugno di frutta oleosa (noci, mandorle, nocciole, pinoli ecc), caffè.
Pranzo: 60 g di quinoa lessata con 50 g di ceci lessati e 50 g di tonno; verdure cotte o crude.
Cena: 120 g di hamburger di tacchino; 100 g di patate al forno; fagiolini in insalata conditi con olio e limone.
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IN QUALI GIORNI E PER QUANTO.
Meglio distanziare i giorni del programma fra loro.
Si possono scegliere il martedì e il venerdì oppure il lunedì e il giovedì.
E possono slittare (per esempio da giovedì a venerdì) se si ha un impegno che rende impossibile seguire la dieta.
La dieta antinfiammatoria si può seguire anche a lungo. Anche per 3 o 4 mesi perché è equilibrata.
Nelle giornate in cui ci si astiene da lieviti, frumento e latticini, infatti, i menù sono comunque ricchi e completi.
SCEGLIERE I CONDIMENTI.
In particolare nella dieta antinfiammatoria i condimenti non sono limitati in modo rigido come in altre diete.
E innanzitutto una scelta qualitativa: per condire meglio usare sempre olio extravergine di oliva a crudo, che apporta molte sostanze nutritive utili.
Per la quantità bisogna usare soprattutto moderazione: nell'insalatiera non deve rimanere un fondo di olio.
Per non eccedere basta utilizzare piccole strategie: per esempio si possono usare i vaporizzatori appositi che consentono di distribuire meglio il condimento e ridurre le quantità.
SENZA FRETTA.
Pranzare e cenare distrattamente, magari guardando la tv o giocherellando con lo smartphone. Pranzi e cene, anche in famiglia spesso sono così: consumati in fretta e senza attenzione.
Questo però porta a mangiare di più e a falsare il segnale della sazietà.
Mangiare con calma, masticando bene, aiuta a digerire meglio e alla fine anche a regolare le porzioni.
Un consiglio per chi non è abituato è provare ad appoggiare per qualche secondo la forchetta fra un boccone e l'altro così da prendersi della piccole pause.
La dieta anti-infiammatoria è efficace contro la tendenza a ingrassare.
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