Le allergie alimentari provocano malesseri misteriosi e complicazioni anche gravi. E magari la colpa è di una macedonia o di un bicchiere di latte dall'aria innocente. Circa il 15 per cento della popolazione è allergica a uno o più alimenti.
Le reazioni provocate dall'allergia alimentare sono spesso impressionanti: pochi secondi dopo l'assunzione del cibo compaiono esantemi, attacchi d'asma, gonfiore alle labbra e agli occhi, senso di soffocamento. La reazione è causata da una specie di cortocircuito nel meccanismo immunitario di difesa dell'organismo.
A volte gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario reagiscono violentemente in presenza di certi cibi, causando le "classiche" reazioni allergiche. Questi cibi possono essere facilmente identificati e di conseguenza evitati; se necessario, si possono eseguire delle analisi di laboratorio capaci di confermare l'allergia specifica.
L'intolleranza alimentare è invece molto più difficile da identificare, perché è responsabile di un ampio spettro di problemi, che però non si manifestano immediatamente subito dopo l'assunzione del cibo non tollerato. Emicrania, asma, eczema, orticaria, colite e irritazione alle mucose nasali sono tutti problemi che possono essere o non essere il risultato di un'intolleranza alimentare.
Esiste una gamma molto più ampia di sintomi non così specifici che possono essere ugualmente causati da intolleranze alimentari, ed è in questi casi che di solito un mutamento di dieta ottiene i risultati migliori.
Sintomi dell’allergia alimentare.
Sindrome di irritazione intestinale o colon spastico, colite, dolori articolari, malesseri, stanchezza, indigestione, depressione, tensione premestruale, iperattività infantile, ulcere buccali, flatulenza, diarrea e stitichezza alternate, irritabilità, ritenzione idrica, insonnia: questi sono solo alcuni dei sintomi che possono essere connessi con l'intolleranza alimentare.
Sfortunatamente, molti di questi sintomi, soprattutto quando non si presentano singolarmente, vengono spesso minimizzati dai medici, che li "curano" con qualche calmante, e il paziente viene diagnosticato come "nevrotico".
Se soffrite di qualche malessere che, secondo voi, potrebbe essere il risultato di un'allergia o di un'intolleranza alimentare, e se il vostro medico, dopo aver controllato tutte le analisi, non è riuscito a trovare una spiegazione organica ai disturbi, non disperate. Sarete in grado di risolvere da soli anche i problemi apparentemente più inspiegabili.
La chiave consiste in una dieta a esclusione. Se seguita fedelmente, vi renderà in grado di identificare i cibi a cui siete allergici. Prima di iniziare, consultatevi però con il vostro medico curante. L'ecologia clinica sta cominciando a prendere piede, e forse il vostro medico di fiducia sarà in grado di darvi dei consigli utili.
È fondamentale non diventare ossessivi, non seguire una dieta quantitativa ma qualitativa e non permettere a nessuno di convincervi a eliminare i cibi in modo irragionevole e pericoloso per la salute.
Seguendo i nostri consigli potrete individuare più facilmente i cibi che possono causare o aggravare i malesseri. Se la vostra allergia è di tipo "classico", allergia alle fragole o ai frutti di mare, ad esempio, la soluzione è ovvia: eliminate i cibi "colpevoli" dalla vostra dieta.
Se soffrite di allergia multipla, e di conseguenza dovete eliminare dalla vostra dieta numerosi cibi, è assolutamente necessario che vi rivolgiate a un medico specializzato, per essere sicuri di non accusare pericolose deficienze alimentari. Non escludete mai dalla dieta di un bambino gruppi di alimenti fondamentali, se non sotto stretto controllo medico.
Se il vostro problema è un'intolleranza alimentare, potreste scoprire che dopo un certo periodo il cibo incriminato non vi causerà più alcun disturbo. E qualsiasi sia il vostro problema, vedrete che una dieta sana ed equilibrata aiuta ad aumentare le difese immunologiche dell'organismo, e questo porterà a una riduzione dei sintomi e anche della sensibilità a certi cibi che "classicamente" causano allergia.
COME E COSA MANGIARE.
Lo scopo è aiutarvi a identificare gli alimenti, o gli additivi, che vi danno problemi. Molti di voi scopriranno che seguendo le indicazioni sarà possibile risolvere il problema velocemente e semplicemente. Comunque, se né il diario alimentare né la dieta a esclusione daranno miglioramenti evidenti, non insistete senza la supervisione di un medico.
Anzi, cercate subito l'aiuto di un dottore di fiducia. Infatti in un solo articolo non è possibile trattare ogni intolleranza alimentare o chimica, né i casi particolarmente complessi. Ricordate poi che potrete ottenere dei risultati solo attenendovi scrupolosamente alle indicazioni. Seguire la dieta in modo "elastico" vi farà più male che bene, lasciandovi ancora più confusi e scoraggiati.
PRIMO PASSO: IL DIARIO ALIMENTARE.
Nella ricerca dell'intolleranza alimentare o chimica che vi affligge, tenere scrupolosamente conto di tutto ciò che mangiate potrà darvi degli indizi interessanti. Procuratevi un quaderno, e per una settimana segnate sulla pagina di sinistra esattamente tutto quello che mangiate e bevete: non solo ai pasti principali, ma anche le bevande, compresi té, caffè, alcolici, spuntini, dolciumi, medicinali, integratori alimentari e persino l'acqua.
Segnate esattamente a che ora avete assunto un determinato alimento o bevanda, la quantità, e tutti i dettagli importanti (la marca della minestra in scatola, dei bastoncini di pesce, del gelato, o anche se l'acqua è minerale o di rubinetto). Sulla pagina seguente segnate qualsiasi sintomo, il momento in cui compare, quanto dura, l'intensità su una scala da 1 a 5.
Alla fine della settimana, analizzate il vostro "diario alimentare" con la massima cura, cercando di identificare gli schemi ricorrenti. Per esempio, potreste scoprire che vi svegliate regolarmente con un'emicrania che scompare mezz'ora dopo aver bevuto la prima tazza di caffè; che ogni volta che mangiate una banana vi viene il mal di testa; che ogni volta che mangiate una fetta di pane o dei biscotti a colazione vi sentite improvvisamente stanchi; che quando mangiate un panino col formaggio o i cornflakes col latte sentite lo stomaco gonfio, dolorante e dilatato.
Vale la pena di dedicare un po' di tempo e attenzione all'analisi del diario e di compilare una lista esauriente di qualsiasi alimento che sembri innescare una serie di sintomi ricorrenti.
Se l'emicrania scompare con una tazza di caffè, potete essere quasi certi di soffrire di una sindrome da astinenza, dopo una notte senza la vostra "dose" di caffeina. Probabilmente soffrite di dipendenza da caffeina, e ogni volta che bevete un caffè, non fate che peggiorare la situazione: più caffè bevete, più dovrete berne per evitare le emicranie.
Molte intolleranze assumono la forma di dipendenze: per questo dovreste fare attenzione a tutti i cibi e alle bevande di cui vi sembra di non poter fare a meno. Molte persone sofferenti di emicrania affermano che l'alimento preferito è il caffè, o il té, la cioccolata, il formaggio o le arance: cibi che potrebbero essere i primi responsabili dell'emicrania.
È sorprendente come tenere un diario alimentare possa aiutare a identificare certi gruppi di alimenti la cui eliminazione porta alla soluzione dei malesseri. Possono essere cibi di tutti i giorni, come appunto il caffè, il té, la cioccolata, l'alcol, il formaggio, le uova, il latte o le arance, ma anche i cavolini di Bruxelles o le cipolle.
Se alla fine della settimana la pagina di destra del vostro quaderno è un insieme di sintomi e non siete riusciti a identificare il cibo colpevole dei malesseri, allora passate alla dieta a esclusione.
PASSO DUE: LA DIETA A ESCLUSIONE.
Non scordate che, per avere dei benefici, dovrete seguire alla lettera le indicazioni. Se vi capita di andare a una festa o a cena da amici, portate il cibo che siete autorizzati a mangiare, oppure digiunate, e bevete solo quanto prescritto.
Leggete con attenzione le etichette di ogni confezione, di ogni bottiglia. Meglio ancora, non mangiate nulla preconfezionato o preparato, compresi vino e birra. Nonostante questo programma alimentare possa, a prima vista, sembrare scoraggiante, dovrete seguirlo solo per tre settimane, tre settimane che potrebbero cambiare la vostra vita!
Durante la dieta di esclusione è bene evitare tutti i cibi pre-lavorati, confezionati, in scatola, surgelati, in cui possono nascondersi alimenti non concessi, o additivi chimici non dichiarati. In particolare, il frumento è onnipresente: si trova nei posti più impensati, come alcuni dadi da brodo, salse preconfezionate, polvere di curry, senape, zuppe in scatola.
Attenzione al lievito contenuto in molte compresse di vitamine, nei preparati per bevande, nei sottaceti, nei dadi da brodo. Alcune marche di fagioli in scatola contengono amido di mais, con tracce di frumento; talvolta i gelati contengono oli di pesce, e così pure alcune margarine; nei biscotti, nelle misture per dolci, nei dadi da brodo, nelle salsicce si annidano latte e derivati del latte.
Per quanto vi è possibile, mangiate pollame di fattoria, frutta e verdura coltivate in modo biologico: questo diminuirà la quantità di sostanze chimiche tossiche ingerite.
Nelle tre settimane di dieta di esclusione è importante mangiare quanti più cibi permessi vi è possibile, per non rendere i menu troppo ripetitivi. Se per tre settimane non vi nutrite che di riso e cosce di pollo, potreste sviluppare un'intolleranza anche per questi due cibi.
Ovviamente, se sapete già di essere allergici a uno o più alimenti elencati nella lista dei cibi concessi, non mangiateli.
COSA POTETE MANGIARE DURANTE LA DIETA A ESCLUSIONE.
AGNELLO, POLLO, TACCHINO, CONIGLIO, CACCIAGIONE di ogni tipo.
PESCE di qualsiasi genere.
LEGUMI, compresi FAGIOLI, SOIA, FAGIOLINI, LENTICCHIE, CECI tutte le VERDURE, INSALATE, TUBERI, FRUTTA.
TOFU, LATTE DI SOIA, FORMAGGIO DI SOIA, MARGARINA prodotta con grassi non idrogenati.
OLIO DI GIRASOLE, OLIO D'OLIVA, OLIO DI CARTAMO E DI SOIA, OLIO DI VINACCIOLO.
MIGLIO, GRANO SARACENO, RISO, FARINA DI RISO, FIOCCHI DI RISO.
TISANE DI ERBE, ACQUA MINERALE, CAFFÈ DI CICORIA O DI TARASSACO (senza cereali aggiunti), SUCCHI DI VERDURA (eccetto succo di pomodoro), SUCCHI DI FRUTTA FRESCHI (eccetto succo di agrumi).
ERBE, SPEZIE, SALE MARINO, CARRUBE, piccole quantità di MIELE per dolcificare.
COSA NON POTETE MANGIARE.
MAIALE, MANZO, CARNI lavorate come PROSCIUTTO, PANCETTA, SALSICCIA, SALAME, PATÉ, MORTADELLA
FRUTTI DI MARE, PESCE AFFUMICATO, PATATE, MELANZANE, POMODORI CIPOLLE, GRANTURCO.
NOCI di qualsiasi tipo, comprese NOCCIOLINE AMERICANE.
SUCCHI DI AGRUMI, FRAGOLE, LATTE, FORMAGGIO, YOGURT, PANNA, BURRO, OLIO DI FRUMENTO, OLIO MINERALE, LARDO, SUGHI, OLI VEGETALI DI ORIGINE NON DICHIARATA.
UOVA, FRUMENTO, GRANO, SEGALE, AVENA, compresi PANE O FARINA DI QUESTI CEREALI.
TE, CAFFÈ (compreso quello decaffeinato), CACAO, CIOCCOLAT CALDA, ALCOL, SCIROPPI, BEVANDE PREPARATE, ACQUA DI RUBINETTO.
ADDITIVI ALIMENTARI ARTIFICIALI come COLORANTI, ESALTATORI DI SAPORE, CONSERVANTI, LIEVITO e ESTRATTI DI LIEVITO, ACETO, SUGHI, SALSE, SOTTACETI, DOLCIUMI, CIOCCOLATINI, BISCOTTI, TORTE, ZUCCHERO.
COME SEGUIRE LA DIETA A ESCLUSIONE.
1) Assicuratevi di non mangiare proprio nulla che possa provocare reazioni allergiche.
2) Attenetevi scrupolosamente ai lj cibi concessi e a niente altro, per tre settimane. Anche un solo sgarro potrebbe compromettere tutti i vostri sforzi.
3) Continuate a compilare il diario, come nella settimana di preparazione, in modo da identificare altri possibili cibi responsabili di intolleranze e da seguire i progressi. Potreste anche scoprire che, senza volere, state eliminando del peso superfluo.
4) Se non osservate nessun miglioramento nel corso delle tre settimane di dieta, non insistete. Può darsi che la causa dei vostri problemi non sia un'intolleranza alimentare, oppure che la vostra situazione sia troppo complessa e che abbiate bisogno dell'aiuto di uno specialista.
5) Se invece dopo tre settimane vi sentite meglio, è il momento di iniziare a introdurre nuovamente nella vostra alimentazione alcuni dei cibi eliminati. Continuate a tenere il diario, che vi servirà da guida anche in seguito. Spesso risulta che quasi tutti gli alimenti possono essere nuovamente assunti, anche se in quantità limitate.
6) Aggiungete un solo alimento nuovo al giorno. Attendete 24 ore e se non notate sintomi di malessere, continuate a mangiarlo e aggiungetene un altro della lista.
7) In questo periodo è bene continuare a mangiare alimenti semplici; infatti molti cibi preparati contengono ingredienti non immediatamente identificabili, che potrebbero causare problemi.
8) Dopo un periodo di astinenza, può accadere che un certo alimento scateni reazioni violente. Potete ovviare all'inconveniente bevendo grandi quantità di acqua minerale addizionata con un cucchiaio da té di bicarbonato di sodio ogni mezzo litro.
9) Iniziate a mangiare nuovamente gli alimenti che, secondo la vostra esperienza, sono i più "innocui", e proseguite fino ai più "pericolosi".
COME FARE LA SPESA
Sempre più persone cercano di mangiare in modo sano, le etichette alimentari sono più chiare ed esaurienti e oggi è più facile acquistare cibi sani e non adulterati. I negozi che vendono cibi biologici sono la fonte privilegiata di chi vuole mangiare senza additivi e conservanti, ma ora anche molti supermercati hanno dei banchi "salute". Fate molta attenzione alle etichette e anche agli ingredienti scritti a caratteri minuscoli.
Se vivete in famiglia, cercate di convincere i vostri familiari a seguire la dieta a esclusione con voi. Sarà meno pesante che stare a guardare gli altri che si rimpinzano dei vostri cibi preferiti e molto più semplice per chi cucina. In ogni caso, la dieta suggerisce tre settimane di alimentazione sana, che farà bene a tutti.
A cura di Barbara Griggs
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