Dieta Mayr

Dieta Mayr
Dieta Mayr

Questa dieta fu ideata dal medico austriaco Franz Xaver Mayr all'inizio di questo secolo. F.X. Mayr si era specia­lizzato nella cura dei disturbi digestivi, soprattutto della pigrizia intestinale e dei conseguenti problemi. Nella dieta Mayr si distinguono quattro diverse fasi.

Come funziona la dieta Mayr

Fase1

Un digiuno iniziale, a base di sola acqua; questa fase preparatoria, che solitamente accelera il successo della dieta Mayr, è facoltativa e non sempre viene seguita.

Durata: da tre a dieci giorni.

 

Fase 2

Il cosiddetto digiuno attenuato, la parte più conosciuta e più tipica della dieta Mayr, che consiste di due soli pasti al giorno (prima colazione e pranzo), fatti di pane e latte. È essenziale che il pane, raffermo di alcuni giorni ma non completamente secco, venga ingerito in piccoli pezzi e masticato a lungo (50-60 volte).

 

A quel punto si beve un piccolo sorso di latte, che viene insalivato e masticato insieme con il pane.

Durante il giorno, e tutte le volte che si dovesse avvertire un senso di fame, si può bere dell'acqua: da uno a tre litri il giorno. La sera, volendo, sono concesse delle tisane non stimolanti.

 

La mattina a digiuno, almeno un'ora prima della colazione, si beve una soluzione isotonica di acqua solfatica (solfati di sodio o di magnesio) nella concentrazione e nella quantità indicata dal medico. Lo scopo di questa operazione è un vero e proprio lavaggio intestinale.

 

Fanno parte della cura dei massaggi specifici dell'addome, eseguiti dal medico specializzato nella cura Mayr, per stimolare dall'esterno la peristalsi intestinale.

 

Durante le fasi 1 e 2 è indispensabile astenersi da lavori impegnativi e osservare il riposo a letto per circa un'ora prima del pranzo.

 

Alimenti vietati

Tutti gli alimenti contenenti fibre vegetali (frutta, verdura, insalata e cereali integrali).


Durata: da due a quattro settimane.

Dieta Mayr, un menù tipo (fase due)

A digiuno:

acqua solfatica secondo prescrizione medica

Prima colazione (dopo un'ora):

alcune fette di pane bianco raffermo, del peso totale di 30-100 g, da masticare a lungo e senza inzuppare in alcun liquido.

Dopo 30-50 masticazioni, bere 1 cucchiaino di latte e continuare a masticare.

 

Pranzo:

20-50 g di pane raffermo come sopra, con latte intero, pastorizzato (non sterilizzato o uperizzato).

Il totale di latte, in un giorno, può variare da 1/3 a 2/3 di litro. Al latte può essere aggiunto del caffè d'orzo, fino a una proporzione di 1 a 3.

Se il latte non fosse ben tollerato, può essere sostituito con yogurt (circa 200 g) o 1/21 di brodo di verdura o un uovo alla coque oppure, 2 cucchiai di fiocchi d'avena bolliti per un minuto in mezzo litro d'acqua e poi passati con il colino, per ognuno dei due pasti.

Il pane può essere occasionalmente sostituito con grissini o cracker con poco grasso o con pane tostato.

 

Cena e spuntini:

liquidi a piacere, da 1 a 3 litri al giorno: acqua minerale naturale o poco gassata oppure infusi non dolcificati di anice, biancospino, tarassaco, finocchio, lavanda, malva, melissa, foglie di fragola, more o lamponi, ortica, rosa canina, rosmarino, santoreggia, salvia, sambuco, tiglio, timo o verbena.

Nella tisana della cena può essere diluito un cucchiaio di succo fresco, per esempio spremuta di agrumi ed eventualmente un cucchiaino di miele o di melassa.

 

Fase 3

La dieta di transizione consente di passare in maniera graduale e senza problemi all'alimentazione normale. Questa fase viene studiata per ogni singolo paziente e consiste prevalentemente di cibi poveri di cellulosa come gli alimenti di origine animale e i cereali raffinati, con l'inserimento progressivo di verdura e frutta. È fondamentale una masticazione lenta ed accurata. Si fanno solo due pasti (prima colazione e pranzo), mentre la cena è a base di tisane oppure molto leggera.

Durata: alcune settimane.

 

Fase 4

La dieta definitiva dipende dalle (nuove) condizioni dell'apparato digerente del paziente e dal tipo di attività fisica svolta. Per chi fa molto moto all'aria aperta è consigliabile una prevalenza di cibi vegetali e integrali, mentre a chi conduce una vita prevalentemente sedenta­ria è consentita anche l'assunzione di cibi animali e cereali raffinati.

Secondo le indicazioni del medico, durante il periodo della dieta stretta si possono assumere degli integratori, per esempio il lievito di birra.

 

Secondo F.X. Mayr, disturbi come gonfiori addominali, stitichezza, colon irritabile e altri sono dovuti a quattro fattori: eccesso di cibo, soprattutto la sera; troppi cibi nello stesso pasto; alimenti ricchi di cellulosa, che possono danneggiare un intestino non perfettamente sano; scarsa masticazione e insalivazione, in pasti frettolosi. Mettendo a riposo l'intestino per un certo periodo, si favorisce la sua opera dì autopulizia, si abitua il paziente a un'alimentazione corretta e si riesce a ristabilire una buona funzionalità intestinale.

 

Che cosa ne dicono gli esperti

 

Il metodo Mayr ha rivoluzionato i canoni dietologici naturistici che si basano su un iper-consumo di fibre vegetali. I risultati clinici, dopo quasi un secolo di sperimentazione dietoterapica, paiono dare ragione a Mayr, il cui metodo comprende anche una parte diagnostica molto interessante.

 

Solo persone con seri problemi intestinali o digestivi saranno sufficientemente motivate a seguire interamente la dieta Mayr: finché una persona “si sente bene” e, in mancanza di sintomi specifici, non si rende conto dei gravi problemi che un intestino malfunzionante può comunque provocare, difficilmente si assoggetterà alle parti più difficili della dieta Mayr.


Comunque questa dieta, dalla fase tre in poi, potrebbe essere sperimentata con vantaggio da tutti.

 

Le regole alimentari proposte da Mayr sono piuttosto difficili da seguire per l'italiano medio, ma sicuramente utili da sperimentare:

la prima colazione è il pasto più importante della giornata, che può cominciare con abbondante frutta;

la cena deve essere molto leggera, assunta non dopo le 18, e può anche essere “saltata”:

la frutta è da consumare solo nella prima parte della giornata; il pasto, per semplice che sia. ha bisogno di un certo tempo.

 

Dove si può fare la dieta Mayr

In clinica, soprattutto se il digiuno preparatorio dura più di tre giorni; preferibilmente a casa per il resto del tempo, purché seguiti da un medico esperto nella cura Mayr. È possibile anche praticare la cura Mayr durante un soggiorno in albergo, in piacevoli luoghi turistici.

 


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