La dieta ipotossica è pensata per contrastare le intolleranze sempre più diffuse fa perdere un paio di chili a settimana. Ipotossica, ancestrale, "contro il mal di testa": tanti nomi per una dieta che studia i collegamenti tra alcuni disturbi fisici e il consumo di determinati alimenti.
A idearla un immunologo, biologo e genetista francese, il dottar Jean Seignalet, che ha dedicato tutta la sua vita allo studio della nostra evoluzione alimentare (dai cibi ancestrali, cioè selvatici, spontanei, non frutto di coltivazioni o allevamento agli OGM) e del suo impatto sul metabolismo e sulla salute.
Il metabolismo umano e i processi digestivi sono rimasti quasi immutati per millenni perché, a parte alcuni passaggi fondamentali (la cottura, la scoperta di nuove terre e quindi di nuovi alimenti) è rimasta abbastanza stabile anche l'offerta alimentare.
Solo negli ultimi 150 anni il mercato ha cominciato a offrire "nuovi cibi" a getto continuo.
E l'organismo non ha avuto il tempo di adattarsi. La conseguenza è stata che sono aumentate in maniera esponenziale le malattie metaboliche, le allergie e i casi di sovrappeso legati a intolleranze e disfunzioni digestive.
L'esempio classico di un alimento che negli ultimi decenni è cambiato radicalmente e non certo a vantaggio della salute è quello del grano. L'antenato del grano attuale all'origine aveva 7 paia di cromosomi. Quando l'uomo ha cominciato a manipolarne il patrimonio genetico per renderlo più resistente alle malattie e più produttivo ha creato via via ibridi dotati di un patrimonio genetico da 14 a 21 cromosomi (a seconda che si trattasse di grano duro o tenero).
Questo, se da una parte ha permesso una migliore redditività delle coltivazioni, dall'altro ha innescato un inevitabile processo di sensibilizzazione nei consumatori. Non tutti i cereali hanno però subito un intervento così drastico. Attualmente granoturco e grano sono i cereali maggiormente manipolati, mentre farro, orzo, segale e avena, seppur non privi di manipolazioni genetiche, presentano ancora una struttura molto vicina a quella originaria con 7 paia di cromosomi e quindi scatenano più raramente reazioni allergiche o intolleranze.
Grano saraceno, sesamo e riso sono invece addirittura rimasti immutati nel corso dei millenni.
Per questo una dieta che aiuti a scongiurare sensibilità e intolleranze e che metta il metabolismo nelle condizioni di lavorare al meglio deve privilegiare quegli alimenti che nel tempo hanno subito minori manipolazioni.
Cosa mangiare nella dieta ipotossica.
Riso e grano saraceno, tutti i salumi crudi (prosciutto crudo, bresaola, salame), uovo, tutta la frutta e la verdura consumate crude. Nel caso in cui allo stato crudo non dovessero essere commestibili possono essere cotte a vapore per preservarne il più possibile l'integrità organolettica. Fave, fagioli, lenticchie, ceci, quinoa, soia e tapioca da consumare cotti (meglio se a vapore), miele, meglio se integrale, cioccolato fondente bio, vino rosso da produzione integrata (a basso impatto ambientale).
Alimenti vietati.
Latte (di origine animale) e derivati (formaggi, yogurt e latticini in generale) cereali modificati come grano e mais, alimenti cotti a temperature troppo alte (ossia al di sopra dei 110 gradi). Sono da evitare cotture alla griglia e arrosto. Le carni di pollo, maiale, tacchino, agnello e coniglio che non possono essere consumate crude andrebbero abolite almeno per la durata della dieta. Oli raffinati (di palma, colza, semi), pane e prodotti da forno che richiedono cotture prolungate ad alte temperature, zucchero bianco, succhi di frutta industriali e bevande gassate, caffè.
La dieta ipotossica fornisce 1.200 calorie al giorno e fa perdere 2 chili a settimana.
Per beneficiare appieno del suo potere disintossicante va seguita almeno per un mese.
I risultati? Resetta il metabolismo. Elimina gonfiori, sensazioni di malessere, mal di testa. Consente di recuperare la capacita di percepire il sapore vero dei cibi apprezzandone genuinità e semplicità.
TUTTI I GIORNI.
Colazione: le nostre proposte sono equivalenti dal punto di vista calorico, ma hanno caratteristiche diverse dal punto di vista nutrizionale, quindi vanno alternate: 200 g di frutta fresca; 30 g di riso soffiato con 150 ml di latte di soia o di avena o di riso; una tazza di té verde oppure una tisana a scelta addolcita con un cucchiaino di miele integrale e 4 nocciole, oppure 5 mandorle, o 3 noci.
La colazione e gli spuntini sono gli stessi tutti i giorni, mentre pranzo e cena sono interscambiabili nell'ambito di uno stesso giorno. Se si avverte la fame si può consumare un pinzimonio di verdura o ancora gustare un centrifugata di frutta senza zucchero. Per condire e cucinare utilizzare 3 cucchiaini di olio extravergine di oliva al giorno. Dolcificare solo con miele integrale.
LUNEDÌ
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
DOMENICA
Il mantenimento non si discosta molto dalla fase dimagrante vera e propria. L'unica differenza è che non è più necessario pesare gli alimenti (anche se la regola del buon senso vale sempre). Va seguito per almeno 2 settimane. Può anche diventare un modo per disintossicarsi periodicamente, soprattutto durante i cambi di stagione.
Menù.
Uno dei principali effetti "collaterali" della dieta ipotossica è rappresentato dal fatto che consumando solo gli alimenti permessi dal programma del dottar Seignalet, molti disturbi spariscono.
È il caso innanzitutto del mal di testa, seguito da tutti i disturbi associati a difficoltà digestive e sindrome del colon irritabile, dal gonfiore addominale alla nausea al senso di pesantezza.
Migliorano anche molti disturbi della pelle e i disturbi ricorrenti come afte ed herpes. Chi segue la dieta periodicamente riferisce una scomparsa totale dei sintomi legati a sinusiti e raffreddori cronici.