Dieta dei carboidrati

Se dipendi da dolci e pasta, sei fortunata: finalmente c'è la dieta dei carboidrati che si adatta alle tue esigenze ed in più ti farà dimagrire! Qualsiasi cosa tu possa mangiare, non sei mai soddisfatta. Di fatto, è come se stessi sempre con lo stomaco vuoto, anche se sai che non è così. E hai l'abitudine di spizzicare continuamente.


Dieta dei carboidrati
Carboidrati

Hai alcuni chili di troppo e, pur avendo seguito varie diete, o non perdi neanche un chilo o recuperi subito quelli che hai così tanto faticosamente perso.

 

Se ti riconosci in questa situazione, probabilmente fai parte di coloro che sono carboidrati-dipendenti.

 

Ma controllare questa dipendenza è facile. Inoltre, il gioco vale la candela: perdere i chili che hai in più e guadagnarci in salute.

 

COSA SONO I CARBOIDRATI

 

I carboidrati hanno il compito di fornire al nostro organismo l'energia necessaria per funzionare.

 

Esistono due tipi di carboidrati:

 

Assimilazione lenta: come l'amido. L'organismo ha bisogno di tempo per ricavare l'energia apportata da questo tipo di carboidrati. Sono presenti nei cereali e nelle fibre.

 

Assimilazione rapida: si trasformano immediatamente in energia. Sono presenti nello zucchero, nel fruttosio e nel lattosio. Il percorso che seguono i carboidrati è il seguente: quando assumiamo un carboidrato, questo si trasforma in glucosio, che a sua volta passa nel sangue deputato ad alimentare le singole cellule.

 

Quando le cellule sono soddisfatte, ciò che avanza si deposita nel fegato e nei muscoli, creando riserve energetiche. Il glicogeno che si immagazzina nel fegato serve a dare energia all'organismo, mentre quello che si accumula nei muscoli produce un'energia che soltanto essi utilizzano.

 

Se alla fine di tutto questo processo abbiamo del glucosio in più, esso si trasforma in trigliceridi, che sono dei grassi che rimangono accumulati nel sangue.

 

PERCHÉ SI VERIFICA LA DIPENDENZA

Quando il glucosio entra nel sangue, ha bisogno di insulina per alimentare le cellule. In una persona sana si libera tanta insulina in base alla quantità di glucosio presente. Ma certe persone secernono più insulina del necessario.

 

Le conseguenze?

Quando l'insulina liberata termina, il nostro cervello comincia a rilasciare serotonina. Però se l'insulina continua a stare in circolo, la serotonina non viene rilasciata e la persona non si sente soddisfatta. Continua a mangiare, perché ha fame, l'insulina va in circolo, la serotonina non viene rilasciata... e si entra in un giro vizioso.

 

La dipendenza dai carboidrati.

La giusta soluzione è una dieta equilibrata, in cui circa il 55% dell'apporto energetico totale provenga da carboidrati ad assor­bimento lento, quali pasta, patate e pane integrale, tra gli altri.

 

PERCHÉ SI RILASCIA UNA QUANTITÀ MAGGIORE DI INSULINA?

Le cause sono molteplici, ma la più frequente è avere un'alimentazione scorretta. Se nel corso della giornata si "spizzicano" alimenti ricchi di carboidrati, l'organismo va in tilt. È costretto a secernere insulina continuamente per controllare l'aumento di glucosio nel circolo. Di conseguenza, questo perfetto meccanismo, trovandosi sotto pressione cede.

 

LA SOLUZIONE? LIMITARE LE DOSI.

Coloro che non riescono a rinunciare ai carboidrati non possono eliminar­li del tutto dalla loro alimentazione, anche perché essi rappresentano dei nutrienti indispensabili.

 

La dieta ideale limita il numero delle volte in cui quotidianamente si consumano i carboidrati e anche l'intervallo di tempo che intercorre tra un pasto e l'altro.

Perché?

La dott.ssa Rachael F. Heller e il dr. Richard F. Heller, professori presso la Facoltà di Medicina del Mount Sinai a New York e direttori del Centro Carboidrati-Dipendenti di New York, spiegano come a queste persone risulti difficile controllare il loro bisogno di cibo quando mangiano alimenti ricchi di carboidrati più volte al giorno.

 

Cosi, diminuendo i pasti a base di carboidrati, riprendono il controllo sulla fame e l'ansia diminuisce, e diminuisce anche la quantità di insulina prodotta.

Alimenti per pasti poveri di carboidrati

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Nei due pasti principali poveri di carboidrati si possono consumare i seguenti alimenti:

 

Carne e pollame da 120 a 180 grammi:

Ali di pollo e tacchino, bacon, carne di manzo, maiale, agnello, vitello, insaccati, hamburger, salsicce, fegato di pollo, prosciutto o tacchino affumicato, pollame (anatra, tacchino, pollo).

 

Grassi, oli e condimenti: due o tre cucchiai;

Olio di girasole, di mais, di oliva, di arachidi, di sesamo, di soia, burro, maionese.

 

Uova e latticini: fino a 60 grammi giornalieri

Due uova, una porzione di formaggio.

 

Frutta e verdura: da una tazza e mezzo a due tazze

Avocado, carciofi, broccoli, cipolle, fagioli, legumi, mais, patate, barbabietola, pomodori, carote.

 

Pesci e frutti di mare: da 120 a 180 grammi

Tonno, baccalà, sgombro, carne di granchio, gamberi, aragosta, sogliola, branzino, ostriche, pesce azzurro, pesce spada, salmone, sardine, trota.

 

Dessert

Non possono essere mangiati dolci o dessert confezionati, anche se sono pubblicizzati come poveri di calorie.

 

La soluzione non è dunque eliminare i carboidrati.

Cosa succede quando ci sottoponiamo ad un regime dietetico povero di carboidrati? Il nostro organismo ordina che il glicogeno immagazzinato nel fegato venga rilasciato.

 

Avviene un rilascio di glicogeno anche da parte del tessuto muscolare. L'ordine dipenderà da ciascuna persona, poiché non si tratta di una regola matematica. Il nostro organismo, inoltre, è una macchina perfetta.

 

Quando non gli forniamo energia, invece di ricorrere ai grassi immagazzinati, preferisce utilizzare le proteine. Questo modo di procedere, che inizialmente potrebbe sembrare un errore (mancando le proteine diminuisce la massa muscolare) è, invece, una reazione positiva.

 

In realtà il nostro organismo (che non ne conosce i motivi), interpreta questa mancanza di energia come un segno del fatto che le cose si stanno mettendo male e poiché non sa se questa situazione è momentanea o duratura, preferisce conservare il grasso nel caso in cui ne avesse un bisogno più urgente.

 

Per questo motivo le persone che stanno un po' di tempo senza mangiare o che si sottopongono a diete dimagranti molto rigide, pur essendo vero che inizialmente dimagriscono, in un secondo momento vedono questo dimagrimento stabilizzarsi.

 

L'organismo non fa altro che conservare energia per permettere al cuore di funzionare, ai polmoni di prendere ossigeno, e così via, in sostanza per permettere a noi di continuare a vivere.

 

Pasto premio.

Non bisogna saltarlo poiché aiuta a controllare la produzione eccessiva di insulina e, in più, a non trasgredire.

 

Non bisogna confonderlo con una scorpacciata. Deve essere sempre equilibrato e prevedere prodotti lattei, carne o pesce, frutta e verdura, pane e cereali.

 

Può essere consumato a cena o a pranzo, secondo il tuo stile di vita, ma in meno di 60 minuti.

E se riesci a farlo in tempi ancora più brevi, sarà meglio.

 

4 REGOLE D'ORO PER DIMAGRIRE

Consumare quotidianamente due pasti poveri di carboidrati: è importante creare una routine giornaliera in cui i due pasti poveri di carboidrati siano sempre gli stessi.

 

Concedersi tutti i giorni un pasto premio: è possibile mangiare ciò che si vuole, a patto, però, che sia un pasto nutriente ed equilibrato.

 

Finire il pasto premio entro un'ora.

 

Non spizzicare niente tra un pasto e l'altro, neanche quei cibi che risultano poveri di carboidrati.

 

Nella dieta dei carboidrati non c'è limite di durata, si può perdere 2-3 chili al mese e si assumono tra le 1200 e le 1400 calorie.

 

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Commenti: 1
  • #1

    Francesco (lunedì, 30 marzo 2015 08:59)

    Il nutrimento migliore è quello derivato dal consumo di cereali in chicchi: Riso integrale, Orzo decorticato o perlato, Miglio decorticato e Grano Saraceno.
    Il tali forme gli amidi sono legati alla fibra che ci fanno assimilare lentamente i principi nutritivi, dandoci energia a medio e lungo termine, senza picchi glicemici. Il consumo di pasta e pane derivati da farine raffinate è assolutamente da evitare, perchè è quasi come assumere zuccheri semplici.
    E' importante assumere contemporaneamente adeguate quantità di verdure (cotte e crude) per bilanciare l'effetto Yang (contraente) del cereale, in modo da equilibrare il pasto e darci quel dinamismo necessario ad affrontare la giornata.
    Sono tanti quelli che non sanno come cuocere adeguatamente i cereali in chicchi. Per questo ho realizzato un blog dove, oltre a questi, ci sono le dritte giuste per preparare piatti semplici, ma equilibrati e gustosi. E' un blog di cucina che ho preparato per essere fruito da tutti quegli amici, parenti e colleghi che mi chiedevano in continuazione "come si cucina questo, come si prepara quest'altro"... Vi basta cliccare sul mio nome! Francesco