Salvia: proprietà curative

La salvia, pianta molto diffusa, appartenente alla famiglia delle Labiate, si diversifica in cinquecento specie molto aromatiche, ma la più accreditata e usata in campo medico è la Salvia officinalis. L'officinale è un suffrutice, arbusto perenne, cespuglioso e sempreverde, dal fusto, alto dai 30 ai 70 cm, molto ramoso, lignificato nella parte inferiore e coperto da una peluria grigio-argentea; è ricco di foglie picciolate, grandi, oblunghe o lanceolate, carnose, rugose e dalla superficie superiore argentata e vellutata. 


Le proprietà terapeutiche della salvia officinalis
Salvia officinalis

I fiori azzurri o violetti della salvia, raramente bianchi, sono riuniti in infiorescenze (racemi) terminali; sono dotati di un particolare meccanismo che, molto abilmente, cattura e imprigiona gli insetti che si appoggiano a esso per succhiarne il nettare.

 

Tempo balsamico: praticamente dura tutto l'anno, specie da maggio ad agosto, ma il periodo che precede la fioritura è il migliore, perché è, in quel lasso di tempo, che le sommità fiorite sono maggiormente ricche di olio essenziale.

 

Habitat: la salvia predilige vivere nei terreni calcarei, sciolti, freschi e assolati; non sop­porta l'umidità, le temperature al di sotto dei 10 gradi e la mancanza d'acqua prolungata.

 

I principi attivi della salvia.

La pianta della salvia, dall'odore e dal sapore aromatici e caratteristici, è ricca di PRINCIPI ATTIVI, come: acido tannico, flavonoidi, una saponina acida, sostanze amare, resinose e gommose; inoltre, un ottimo olio essenziale (oleum salvia, detto anche «olio di ambra») formato da salviolo (una particolare canfora), salvene (un idrocarburo) borneolo, canfene, cineolo, pinene e tuione che costituisce quasi il 50% dell'essenza.

 

Nelle foglie della salvia vi sono, inoltre: l'acido fumarico, l'acido glicerico, l'acido nicotinico, l'acido oleanolico, glucosio, vitamina B1, vitamina C; nelle ceneri delle foglie essiccate si sono rinvenuti alcuni minerali: calcio, ferro, magnesio, potassio e silicio che conferiscono alla salvia un potere rimineralizzante. Le foglie più vecchie contengono meno essenza rispetto alle giovani; quelle basali, nel periodo balsamico di raccolta, contengono il triplo dell'essenza presente nelle foglie apicali.

 

Le proprietà terapeutiche della salvia.

Già nei tempi antichi, Ippocrate, Dioscoride, i Sapienti della Scuola Salernitana di medicina e altri avevano individuato l'influenza benefica che la salvia esercita sull'apparato genitale femminile, azione salutare riscontrata ancora oggi dopo svariati esperimenti e prove scientifiche.

 

È stato dimostrato, infatti, che l'infuso e il decotto delle sue foglie e, maggiormente, la sua essenza eliminano le disfunzioni ovariche, calmano i dolori premestruali, promuovono le mestruazioni quando sono insufficienti e le regolarizzano quando sono eccessive, hanno un'azione afrodisiaca, facilitano il concepimento perché agiscono beneficamente sugli ormoni addetti alla sfera genitale femminile e, infine, leniscono i dolori del parto; le sostanze estrogeniche della salvia combattono le fastidiose vampate di calore tipiche della menopausa.

 

Si potrebbe dire che la salvia è l'erba addetta al benessere femminile e alla procreazione! Le sue azioni terapeutiche non si limitano alla cura dell'apparato genitale femminile, ma sono a più vasto raggio d'azione: i suoi preparati, assunti in modo regolare, conferiscono energia all'organismo, quindi sono consigliabili negli stati di astenia e depressione, prevengono l'apoplessia e la paralisi, prevengono o leniscono gli attacchi di asma, hanno un'azione stabilizzante sul sistema nervoso, curano i tremori incontrollati e le convulsioni, liberano i tubercolotici dai fastidiosi e debilitanti sudori notturni e limitano l'eccessiva sudorazione anche nei nevrastenici e nei vagotonici; inoltre, hanno un'azione ipoglicemizzante nei diabetici, pur non alterando il metabolismo degli zuccheri, quando esso funziona regolarmente.

 

L'essenza della salvia facilita i processi digestivi, mentre la sua tintura cura, efficacemente, la distonia neurovegetativa e l'iperidrosi nervosa. Antidiarroica, antisettica, antispasmodica, antisudorifera, carminativa (libera dai gas intestinali), coleretica (favorisce la formazione della bile), emmenagoga (promuove il flusso mestruale), anti-tosse, antiraffreddore, antinfluenzale e anti-bronchite, la salvia può benissimo essere considerata una vera panacea.

 

La salvia non deve essere usata dalle donne, durante i primi mesi di gravidanza, perché potrebbe provocare contrazioni uterine e conseguente aborto; anche le nutrici non devono usarla, perché la pianta ha un'azione galattofuga, cioè inibisce la secrezione del latte. Un altro accorgimento importante: non cucinare la salvia in tegami di ferro.

Salvia: uso e preparazioni.

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PER USO ESTERNO.

I pediluvi con salvia limitano l'eccessiva sudorazione ai piedi; i bagni in acqua arricchita dalla salvia sono energetici, tonici e stimolanti; molto nota e sfruttata è l'azione benefica che esercita sul cavo orale, conosciuta, fin dai tempi dell'antica Roma, quando le matrone romane si strofinavano denti e gengive per avere un alito fresco e sano: sciacqui con il suo decotto (solo o corretto con aceto) agiscono da antisettici, curano gengiviti, stomatiti, odontalgie, faringiti, laringiti, tonsilliti e correggono l'alito cattivo.

 

Per le sue azioni detergenti, antisettiche e disinfettanti, la salvia è utile per l'igiene intima, tramite lavaggi esterni; nei casi di cistite, infezioni e infiammazioni vaginali è bene curarsi con irrigazioni interne, a base di decotti, coadiuvate da infusi e decotti assunti per via orale. La salvia ha anche un'azione cicatrizzante su ulcere torpide, piaghe e ferite.

 

Salvia: uso cosmetico.

Gli infusi e i decotti della salvia sono ottimi per le pelli in generale, ma la sua azione purificante e antisettica la rende particolarmente preziosa per pelli impure e affette da comedoni (punti neri) e foruncoli. Si usano, infatti, impacchi di decotto o di infuso per guarire acne, seborrea e dermatiti varie e per rassodare il seno.

 

Preparazioni con la salvia:

Infuso: lasciare in infusione, a recipiente coperto, per un quarto d'ora, un cucchiaio di sommità fiorite in una tazza. Per sciacqui orali e per uso esterno aumentare moderatamente la dose della salvia. Filtrare.

 

Decotto: bollire, adagio, per pochi minuti, 15 g di foglie o sommità fiorite in mezzo litro di acqua. Filtrare.

 

Tintura: macerare, per una settimana, in un recipiente ermeticamente chiuso, una manciata di foglie o sommità fiorite in 200 ml di alcol a 60°. Filtrare.

 

Vino: in un litro di vino, preferibilmente liquoroso, macerare, per una settimana, 90 g di sommità fiorite. Filtrare.

 

Essenza: si acquista nelle farmacie e nelle erboristerie.

 

SALVIA: DOSI PER USO INTERNO.

Infuso: berne una tazza, dopo i 2 pasti principali.

 

Decotto: 2 tazze al giorno.

 

Tintura: 25 gocce, suddivise nell'arco della giornata, su una zolletta di zucchero o veicolate in acqua.

 

Vino: un bicchierino da liquore, dopo i pasti principali.

 

Essenza: 3 gocce, 2 o 3 volte al dì, su una zolletta di zucchero o veicolate in acqua.

 

DOSI PER USO ESTERNO.

Infuso: sciacqui al cavo orale, dopo i 2 pasti principali, per la salute delle gengive e altre mucose orali. L'infuso può essere usato come tonico per tutte le pelli e come detergente per pelli grasse e impure.

 

Decotto: per piaghe e ferite, fare 3 lavaggi giornalieri; 2 irrigazioni vaginali giornaliere per igiene, aumentabili a 3, in caso di cistite, infiammazione e infezioni; sciacqui al cavo orale purificano l'alito.

 

Tintura: contro la caduta dei capelli, fare frizioni sul cuoio capelluto con tintura di salvia e rum, in parti uguali; detta miscela va veicolata in olio di ricino, nella medesima dose. Agitare bene prima dell'uso.

 

Applicazioni: le foglie contuse e poste sulla pelle, punta da vespe o da altri insetti, portano sollievo e leniscono l'irritazione della zona colpita.

Curiosità sulla salvia.

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Presso gli antichi Romani era credenza, comune che la salvia avesse la prerogativa di mantenere sano il corpo umano: per tale ragione, le dettero quel nome che, nella lingua latina, significa «sano» o «salvo». Inoltre, nell'immaginario collettivo, la salvia era ritenuta pianta cara e sacra agli dei e, pertanto, doveva essere raccolta con particolari riti, che le cronache dell'epoca hanno descritto e tramandato fino a noi.

 

I sacerdoti o le persone scelte per cogliere la pianta, durante i giorni precedenti la raccolta, dovevano osservare il digiuno, non avvicinare donne mestruate o persone di cattiva condotta e mala reputazione e, soprattutto, non potevano avere rapporti sessuali.

 

La cerimonia della raccolta avveniva secondo un rito prestabilito: i prescelti «affidanti», vestiti di tuniche bianche, pregando e salmodiando alla presenza del popolo, lavavano ripetutamente la mano destra (impura perché abitualmente usata per altre umili mansioni) e, infine, con rispetto e solennità, coglievano la pianta sacra agli dei e indispensabile alla salute dell'uomo.

 

La sacralità della salvia, però, venne oscurata dalla sensuale e lussuriosa Cleopatra, la quale, secondo le cronache, avrebbe usato una miscela di salvia e ruta, ritenute afrodisiache, per conquistare gli uomini. Più tardi, a cavallo dell'anno 1000, la salvia ritrovò la sua fama di erba medicinale, grazie ai Sapienti dell'antica e famosa Scuola Salernitana di medicina che ne sperimentarono e descrissero le virtù salutari, divulgandole seppur con domande retoriche dalla ovvia risposta: «Cur moriatur homo cui salvia crescit in horto?» «Salvia salvatrix naturae conciliatrix!» («Perché deve morire l'uomo nel cui orto cresce la salvia?» «Salvia salvatrice o mediatrice della Natura».

 

I Sapienti coniarono anche un curioso e significativo aforisma (anch'esso, in verità, esagerato), sempre in risposta a questa domanda retorica: «benedetto l'uomo che usa la salvia: egli morrà mai». Le esagerazioni delle loro sentenze dimostrano, in fondo, quanta fiducia i Sapienti della Scuola Salernitana riponessero nella salvia e nella sua vis terapeutica.

 

Anche Castore Durante, medico e appassionato studioso di erbe medicinali ha descritto, magnificandole, le, doti terapeutiche e salutari della salvia: «... la decozione delle sue fronde parimenti dei rami, bevuta provoca i mestrui, fa orinare e similmente partorire. Il vino di salvia o le foglie cotte nel vino sono utili a tutto il corpo, giovano alla tosse, riscaldano il fegato e la matrice. Provocano i mestrui e l'orina».

 

La saggezza, la tradizione popolare e le molteplici esperienze positive hanno contribuito, poi, a mantenere l'abitudine di usare la salvia non solo in cucina, come aromatizzante e tonico-digestivo, ma ne hanno anche consolidato e valorizzato il valore terapeutico, tuttora affermato e convalidato dall'esperienza scientifica moderna.

 

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