Pianta diffusa, la lavanda si diversifica in molte varietà, che, pur essendo ben distinte fra loro, possono avere in comune alcuni aspetti morfologici. La lavanda officinale o spica, la più nota e la più usata, è un suffrutice o arbusto caratteristico del paesaggio mediterraneo, che cresce sia spontaneamente, sia coltivato su scala industriale per l'estrazione della sua essenza.
Il fusto della lavanda, a base legnosa, dalla corteccia color grigio argento, si innesta su una robusta e contorta radice, ricca di piccole radichette. I rami sono erbacei, diritti e ascendenti, leggermente coperti, come le foglie, da una peluria morbida.
Queste sono opposte, lanceolate, grigio-argentate e si restringono, gradatamente, verso l'apice. I fiori, di color azzurro-violetto, formano infiorescenze a spiga, site generalmente alla sommità dei rami. Nella varietà spica, i rami sono più numerosi, le foglie più piccole e il profumo è più intenso.
Principi attivi della lavanda.
Le infiorescenze contengono salutari principi attivi come: oli essenziali (acetato di linalile, borneolo, canfora, cariofillene, cineolo, geraniolo, olinalolo, limonene, linaiole, pinene, terpinenolo), esculina, flavonoidi, cumarine, triperpenoidi.
La qualità dell'essenza è determinata anche dalla percentuale di acetato di linalile che essa contiene: maggiore è la quantità di questo acetato, più pregiata è l'essenza e più intenso e più gradevole è il profumo: per tale ragione, la lavanda inglese è meno pregiata della lavanda mediterranea; essa, infatti, contiene dal 18 al 20% di acetato di linalile in meno delle consorelle mediterranee.
Lavanda: proprietà curative e benefici.
I Principi Attivi conferiscono alla lavanda proprietà antisettiche, antispasmodiche, stimolanti, sudorifere e carminative (annulla i gas intestinali). Le infiorescenze secche, inoltre, hanno un'azione calmante sul sistema nervoso, leniscono gli spasmi dell'apparato digerente, sono diuretiche, cicatrizzanti e colagoghe (cioè, stimolano la secrezione della bile e ne facilitano il flusso).
Tale capacità di fluidificare la bile e di proteggere il fegato, unitamente alle doti antiputrefattive e stomachiche (che favoriscono, cioè, la digestione) che essa esercita, costituiscono un valido aiuto nei processi digestivi lenti e difficili, nei casi di flatulenza e di emicrania dovuta a cattiva digestione.
Bere gli infusi, calmanti e antispasmodici, delle infiorescenze essiccate o assumere 2 o 3 gocce di essenza veicolate da miele, calma la tosse (anche la più stizzosa), il raffreddore, gli attacchi d'asma e lenisce o debella le difficoltà respiratorie.
All'essenza di lavanda, chiara e ambrata, è stato riconosciuto un potere battericida: uccide, infatti, i batteri della difterite, il pneumococco della polmonite, la salmonella del tifo e lo streptococco (per esempio l'alfa emolitico che causa anche il mal di gola). Da tempo, ormai, è stato provato che la lavanda è un buon tonico cardiaco: è, infatti, usata nelle tachicardie, perché calma le palpitazioni del cuore, il cardiopalma nervoso. In caso di svenimento, basta far fiutare l'essenza della lavanda e l'infortunato rinviene, subito.
I Principi Attivi possono agire, terapeuticamente, sia con l'intero fitocomplesso della lavanda, sia singolarmente, ognuno nel proprio settore specifico; per esempio: il timolo, forte antisettico, agisce contro il catarro e le infezioni intestinali e i parassiti intestinali (vermi ecc.); la sua azione antisettica lo rende anche un buon collutorio, contro infezioni del cavo orale.
Invece, l'aldeide valerianica conferisce all'essenza l'azione calmante che essa esercita sul sistema nervoso e purifica, sanandole, le pelli impure, acneiche e affette da dermatosi. L'esculina, infine, agisce sulla circolazione del sangue, perché è astringente e vasocostrittrice. In pratica ogni Principio Attivo apporta, all’organismo, il proprio tributo terapeutico, lavorando da solo o in concerto e in armonia con gli altri, per debellare il male.
USO ESTERNO. L'essenza (eccetto nei casi di pennellature su verruche) va sempre veicolata in oli o in creme o in alcol, perché sola è troppo forte; essendo un ottimo citofilattico, cura perfettamente eritemi solari e ustioni spalmata sulla pelle (sempre e solo 2 o 3 gocce veicolate in olio o crema), prima di esporsi al sole, funziona da perfetto antisolare.
La lavanda, per le sue doti antisettiche e cicatrizzanti, cura ferite, ulcerazioni e piaghe. È un buon stimolante della circolazione sanguigna, quindi, usandola per frizioni al cuoio capelluto, si ha un apporto maggiore di sangue, miglior nutrimento e ossigenazione per il bulbo pilifero e, di conseguenza, un aumento della crescita dei capelli.
Massaggi e frizioni di lavanda veicolata con creme e oli, leniscono dolori muscolari reumatici, artritici e gottosi. Compresse imbevute di decotto di lavanda curano le parti dolenti per slogature e contusioni. Esperimenti eseguiti dal compianto professor Paolo Rovesti hanno dimostrato che «l'essenza di lavanda non diluita, usata per pennellature topiche su verruche giovanili e verruche plantari (eseguite 3 o 4 volte al giorno, per 20-30 giorni) risolve il problema».
Gli esperimenti del dottor Valnet, famoso fitoterapeuta, hanno dimostrato, invece, che «bagni aromatici, irrigazioni vaginali e suffumigi a base di lavanda hanno azioni calmanti, tonificanti e decongestionanti sulle mucose infiammate». Frizionare le tempie con essenza di lavanda, veicolata in olio, da sollievo a chi soffre di mal di testa.
Alcune gocce di essenza nell'acqua del bagno lo rendono tonificante, calmante e rilassante, mentre quelle aggiunte ad acqua posta sui caloriferi profumano e rendono asettica l'aria. Forte antiparassitario, la lavanda è usata nei casi di peducolosi, scabbia e di altri parassiti che colpiscono l'uomo e gli animali; è anche un ottimo deterrente contro gli insetti che infestano le abitazioni.
Proprietà cosmetiche della lavanda.
I prodotti cosmetici a base di lavanda purificano la pelle; il potere antisettico e antiflogistico di questa pianta cura e sana le pelli colpite da acne o da altre dermatosi; la sua azione cicatrizzante, agisce sulle pustole; l'influenza che la lavanda esercita sulla circolazione sanguigna e la sua capacità di rinforzare le tuniche dei capillari previene o cura la couperose.
Molto importante è il suo potere di rallentare l'invecchiamento della pelle: man mano che le cellule, invecchiano, il nostro fisico se ne libera e le sostituisce con cellule nuove e vitali, prodotte dallo strato germinativo. Questa costante sostituzione di cellule avviene rapidamente negli organismi giovani, ma è assente o si compie lentamente in quelli vecchi.
La mancanza di tale ricambio cellulare veloce, ovviamente, invecchia la pelle. La lavanda interviene, anche in questo caso, in nostro aiuto: grazie alle sue proprietà citofilattiche, stimola la formazione di nuove cellule, giovani e vitali, che andando a sostituire le vecchie, ridonano freschezza e turgore alla pelle di qualsiasi tipo.
Lavanda: uso e preparazioni infuso e decotto
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Essenza o olio essenziale: si acquista nelle farmacie e nelle erboristerie.
Infuso: lasciare in infusione, per un quarto d'ora, a recipiente coperto, 20 g di sommità fiorite essiccate, in un litro di acqua bollente. Filtrare.
Decotto: bollire per 5 minuti, 2 manciate di infiorescenze, in un litro di acqua. Poi, lasciar riposare, a recipiente coperto, per altri 5 minuti. Filtrare. Uso esterno.
Alcolaturo: macerare, al buio, 50 g di sommità fiorite, in un litro di alcol a 50°. Filtrare. Uso esterno.
Oleolito: scaldare a bagnomaria, per 2 ore, a fuoco lento, una manciata di fiori in mezzo litro di olio extravergine di oliva. Lasciare a macero, per l'intera notte, poi filtrare il tutto attraverso un lino (Jean Valnet). Chiudere ermeticamente il vaso e conservarlo al buio.
DOSI PER USO INTERNO.
Essenza: da 2 a 4 gocce al giorno, su una zolletta di zucchero o veicolata in acqua.
Infuso: berne 3 tazze al giorno.
Alcolaturo: 30 gocce al giorno, veicolate in acqua.
DOSI PER USO ESTERNO.
Essenza: 2 o 3 volte al giorno, frizioni con essenza veicolata in olio: alle terapie, per il mal di testa, massaggi sulle parti dolenti per reumatismi, toccamenti sulle parti punte da insetti o morsicature di animali; alcune gocce nel bagno servono per tonificare, rilassare e calmare. Contro il raffreddore e il mal di testa fare suffumigi con acqua calda arricchita da alcune gocce di essenza (quanto basta perché il vapore emani il tipico e salutare aroma).
Decotto: usare il decotto per irrigazioni vaginali contro leucorrea (perdite bianche) 2 volte al giorno; frizionare, col decotto, le tempie, per il mal di testa e le parti dolenti, per reumatismi, 2 o 3 volte al giorno.
Alcolaturo: lavaggi su piaghe e ulcerazioni.
Suffumigi: 2 o 3 volte al giorno, fare suffumigi con IV (4) o V (5) gocce di essenza veicolate in un litro o due di acqua molto calda (o con decotto caldo): aspirare il vapore contenente l'essenza.
Oleolito: 2 o 3 volte al giorno, spennellare sulle parti colpite da eczema.
N.B. Non eccedere nelle dosi e non farne uso prolungato.
Quando raccogliere la lavanda.
HABITAT. Le lavande amano vivere su terreni assolati, rocciosi o ghiaiosi e di natura calcarea. La Riviera Ligure, la Costa Azzurra francese e la solatia Provenza sono i luoghi preferiti dalla lavanda, la quale, proprio in quelle località, produce l'essenza migliore.
Oltre alla Lavanda officinalis o spica o vera, ne esistono altre varietà, ma, oggi, si usa più frequentemente un ibrido: il lavandino, nato da un incrocio spontaneo dalla Lavanda officinalis e dalla Lavanda latifolia, grazie all’impollinazione entomofila praticata dagli insetti, specialmente dalle api che bottinano molto la lavanda dando, così, un ottimo miele antianemico, perché ricco di ferro.
La tradizione popolare vuole che la raccolta avvenga nel giorno di S. Giovanni (il 24 giugno). In effetti, il tempo balsamico cade proprio nel periodo estivo, quando le infiorescenze sono sbocciate, perché è, in quel lasso di tempo, che contengono molta essenza.
Come tutte le piante ricche di oli essenziali, anche la lavanda va colta nelle prime ore del mattino, prima che il calore del sole faccia evaporare l'essenza.
Curiosità sulla lavanda.
Secondo alcuni Autori, il nome «lavanda» deriva dal verbo latino «lavare», in riferimento all'abitudine degli antichi Romani che, solitamente, si recavano alle Terme, per fare bagni profumati alla lavanda. Per contro, le cronache ci insegnano che, a quei tempi, la pianta in oggetto era, invece, chiamata «spigo» o «nardo» e che il nome «lavanda» le fu assegnato solo alla fine del XVII secolo.
Si pensa, quindi, che il prezioso olio di nardo con cui la Maddalena asperse i piedi di Gesù, non fosse altro che essenza, di lavanda. Mentre i Romani la ritenevano un elemento necessario e salutare per i loro bagni, i Greci la usavano come pianta medicinale e gli Egiziani la inserivano in particolari unguenti che avevano la funzione di profumare l'aria: per esempio, era loro abitudine, quando frequentavano luoghi affollati, portare sul capo una piccola tiara formata da unguento alla lavanda.
Il caldo afoso dell'Egitto e il calore e gli umori emessi dalle molte persone creavano un’atmosfera maleodorante e irrespirabile. La piccola tiara si scioglieva per il troppo calore e il profumo purificatore della lavanda si effondeva nell'aria. Nel Medio Evo, la lavanda costituiva la «nota» profumata per cosmetici e per medicine a base di erbe; sempre in quegli anni, in Inghilterra, la regina Elisabetta creò le celebri «Still Rooms», particolari stanze ove la lavanda veniva distillata per ricavarne la pregiata essenza.
Ancora oggi, come nel passato, le sue infiorescenze profumano armadi e canterani, mantenendo asettica la biancheria da bucato e la loro essenza è sempre parte integrante dei prodotti da bagno, di cosmetica, di deodoranti e di profumi. Inoltre, in seguito a mirati studi e a diversi esperimenti scientifici eseguiti in lavoratori moderni, è stata comprovata la sua molteplice valenza terapeutica.
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