Musicoterapia

Il mondo dei suoni rappresenta un nutrimento per lo spirito dell'uomo fin dal grembo materno. L'accostamento della parola terapia alla parola musica può far sorgere nel lettore una curiosità mista ad incredulità.

L'esperienza acustico-sonora

Musicoterapia
Musicoterapia

Si è soliti, infatti, intendere la musica come mezzo utile nei momenti di evasione, di svago, di relax, di fuga dai problemi quotidiani; il termine terapia implica, al contrario, la presenza di problemi più preoccupanti, legati allo stato di salute, alle situazioni di malessere, di malattia, anche cronica, dell'handicap.


Procediamo allora con ordine, allo scopo di far comprendere il senso della musicoterapia.


Attraverso due esempi è possibile avvicinarsi a un modo di pensare del tutto insolito: il Natale, fra le feste dell'anno, è la più sentita: la nascita del Bambino, nel momento più buio e freddo dell'anno, porta in sé le promesse di periodi migliori, più caldi e luminosi.


Nessuno resiste all'impulso di augurare "Buon Natale" perfino alle persone estranee. Luci e canti sono tra i simboli più classici di questa ricorrenza e hanno una specifica caratteristica: si tratta di nenie e ninne nanne, che la tradizione continua a riproporci, suonate con gli antichi strumenti, ciaramelle e zampogne, dai pastori.


I canti di Natale continuano a cullare, almeno una volta all'anno, le popolazioni del mondo industriale sempre troppo impegnate a procacciarsi beni materiali; allo stadio è il luogo dove migliaia e migliaia di persone danno libero sfogo alle tensioni accumulate nella vita di tutti i giorni: urla, grida, canti, imprecazioni ed esaltazioni si fondono nel fare musica, in maniera spontanea e incontrollata, oggi come oltre duemila anni fa.


L'Alè..oh, Ale...oh, oh,!", che riecheggia negli stadi o, comunque, nei grandi raduni, anche musicali, è intonato sui gradi della scala pentatonica, la scala musicale in uso presso i popoli antichi, ancora antecedenti agli Egizi, agli Assiro Babilonesi, ai Sumeri.


L'intonazione vocale spontanea continua ad essere la stessa, nonostante le differenze di tempo e di luogo. Il canto è lo sfogo delle tensioni emotive, di ciò che vibra dentro l'uomo e che non può né deve restare represso.


Ed è proprio attraverso la musica e il canto che emerge il bisogno dell'uomo di essere accolto e compreso, per sfogare le forti tensioni accumulate.


L'essere accolto riporta ciascuno di noi alle esperienze originarie, quelle che abbiamo vissuto nella nostra storia personale, dall'istante del concepimento.

La vita all'interno del corpo materno è un susseguirsi di fenomeni sonori, pertanto vibratori, che presentano aspetti costanti: il pulsare del cuore, il circolare vorticoso del sangue, l'immissione ed emissione dell'aria-fiato, i timbri sonori viscerali e la voce parlata, gridata o cantata.


Per tutti i mesi della gestazione la nuova vita, all'interno del corpo materno, si nutre di alimenti attraverso la placenta e di esperienze acustico-sonore che ricordano l'orchestra.


Se osserviamo un gruppo di musicisti, infatti, ci rendiamo subito conto che gli strumentisti difficilmente suonano tutti insieme: ciascuno di essi a tratti suona, a tratti si interrompe, per lasciare spazio ad altri strumenti, nell'alternarsi di silenzi-suoni-silenzi, di timbri, accenti, ritmi, altezze sonore, che differenziano gli stessi suoni fra loro, nel gioco della musica.


L'orchestra insomma ricrea in pratica ciò che è già stato sperimentato all'interno del corpo materno.


Immergendo per pochi attimi il capo nell'acqua della vasca da bagno possiamo avere idea di come le sonorità dell'ambiente domestico giungano in modo assai diverso dal consueto. L'essere umano, prima di nascere, riceve le onde sonore attraverso il liquido amniotico.


Ogni ambiente naturale è vitale, pertanto ricco di onde sonore che si propagano nell'aria. In ogni istante siamo immersi nella risonanza. Sulla Terra tutto è soggetto alle onde sonore: basti pensare ai fenomeni naturali più rumorosi, come i terremoti o i temporali, al fragore delle cascate, ai luoghi più silenziosi come il deserto, le cime delle montagne, le profondità delle grotte.


Il silenzio, in senso assoluto, non esiste sulla faccia della Terra. Le onde sonore, nel loro propagarsi nell'aria, nei liquidi, nei solidi, coinvolgono tutto ciò che incontrano mediante la risonanza, fenomeno attraverso il quale avviene ogni ricezione.


Tutto il nostro corpo è costantemente interessato dalla risonanza e l'orecchio è l'organo che coglie, sempre attraverso la risonanza, le più piccole sfumature che diversificano i suoni. Se il fenomeno della risonanza è meccanico, non lo è la sua efficacia su di noi, perché le vibrazioni di ogni timbro sonoro (voce, verso, rumore o altro ancora) generano in noi nuove vibrazioni: le emozioni.


Siamo cosi assuefarti alla presenza di radio, televisione, stereo ecc. da dimenticare quasi che soltanto fino a poche decine di anni fa tutto ciò non era a disposizione dell'essere umano ed egli era solito "fare" musica piuttosto che essere ascoltatore o fruitore.

In musicoterapia conta l'atteggiamento attivo nei confronti della musica

In musicoterapia conta proprio questo atteggiamento attivo nei confronti della musica. Gli effetti del suono sull'uomo, da cui scaturiscono il movimento, l'ordine della numerazione e la parola, sono antichi quanto l'essere umano.


Il musicoterapeuta conosce gli effetti positivi della musica, pertanto sta attento a non mettere in atto quelli negativi . Come per tutto quanto riguarda l'uomo, ciò che può fare bene in dosi maggiorate può essere nocivo in dosi eccessive.


Questo vale anche per la musica, in modo a volte palese, a volte cosi sottile, perfino subdolo, che neppure ce ne accorgiamo.


Ci sono pertanto due modi di accostarsi alla musica: uno, il più originario, implica l'essere accolto, cullato, compreso, come è già accaduto nel grembo materno, quando la mamma cantava per il figlio mentre lo nutriva; l'altro vede l'essere umano attivo nel fare musica, anche nell'esplosione incontrollata di urla e grida.


L'uno e l'altro si fondono attraverso il modo di accostarsi alla persona da parte del musicoterapeuta: l'ascolto empatico. 

Gli aspetti teorici della musicoterapia

Risonanza, ascolto empatico, euritmia, dialogo sonoro, improvvisazione musicale presenza dei genitori (qualora si tratti di bambini o ragazzi), compresenza di due terapisti, con formazione differente e complementare, sono fra gli aspetti teorici più evidenti dell'attività musicoterapica.

 

È opportuno che il musicoterapeuta possa agire confrontandosi con l'equipe di medici e specialisti che intervengono sulla stessa persona.

 

Il musicoterapeuta interagisce anche con il mondo della scuola per seguire l'inserimento degli alunni. Egli si trova dunque ad agire fra il mondo medico e quello educativo-scolastico. 

 

...continua

Suono e musica come mezzo terapeutico

 

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