Le fettuccine al triplo burro sono una famosa specialità romana, di Alfredo alla Scrofa, il "King of Fettuccine" come lo chiamano gli americani che lo conoscono più di noi.
Il creatore delle "Fettuccine al triplo burro", aveva anche un altro soprannome: era chiamato "l'originale Alfredo" poiché usava presentare alla persona di maggior riguardo di ogni tavolata, il largo piatto di portata in cui le fettuccine stesse erano state condite (la ricetta originale, il piatto cioè in cui era avvenuta la delicata fusione tra il condimento e la pasta).
Il commensale che aveva ricevuto questa preferenza mangiava così senza troppa etichetta ciò che era rimasto sul fondo, dopo che gli altri erano stati serviti, aveva per sé il meglio del meglio, cioè quelle fettuccine che avevano assorbito tutto il condimento, impregnandosi del delicato sapore.
Il suo segreto: il formaggio messo prima del burro, come si dovrebbe sempre fare anche per ogni altro condimento, altrimenti le fettuccine non lo assorbono.
Ingredienti e preparazione.
- Preparazione 30 minuti
- cottura 10 minuti
- media difficoltà.
Ingredienti per per la pasta:
- 300 grammi di farina
- 3 uovo
- sale.
Per il condimento:
- 80 grammi di burro
- 4 cucchiai di panna
- 80 grammi di parmigiano grattugiato
- sale
- pepe.
Preparazione delle fettuccine al triplo burro.
Preparate le fettuccine, senz'acqua e piuttosto sode, e stendetele sul tavolo infarinato.
Poi fatele cuocere, al dente ma non troppo, in abbondante acqua salata, e intanto preparate il parmigiano grattugiato ed il burro fuso a bagnomaria.
Quando sono cotte, scolatele, e quindi mescolate rapidamente la panna ed il parmigiano nello stesso recipiente di cottura.
Rimetteteci le fettuccine, e conditele con l'impasto panna e formaggio, girandole con delicatezza con due forchette perché non si rompano.
Il parmigiano comincerà a fondere, ed è allora il momento di completare con il burro fuso, naturalmente caldissimo.
Continuate a mescolare, in modo che il condimento formi una crema untuosa e morbida, e servite immediatamente, in piatti caldi, con una spruzzata finale di pepe.
Come preparare le fettuccine.
Gli esatti tempi di cottura per la pasta fatta in casa dipende dalla quantità delle uova e dallo spessore della sfoglia.
Quanto più alta è la proporzione delle uovo, che vede il suo massimo nella formula: 1 uovo ogni 700 grammi di farina, tanto più prolungata dovrà essere la cottura.
Per le "Fettuccine al triplo burro", per esempio, dovrebbero essere sufficienti 10 minuti, se avrete tirato la sfoglia piuttosto sottile (per intenderci: al n° 1 della scala graduata della macchina).
Per controllare se la pasta è cotta al punto giusto, estraete dall'acqua una fettuccina e dividetela a metà.
La pasta dovrà apparire uniforme, mentre se vedrete al centro una sottile riga farinosa, dovrete prolungare la cottura.
Fonte: nostre elaborazioni su fonti diverse.
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Ines Di Lelio (sabato, 23 settembre 2017 09:48)
STORIA DI ALFREDO DI LELIO, CREATORE DELLE “FETTUCCINE ALL’ALFREDO” (“FETTUCCINE ALFREDO”), E DELLA SUA TRADIZIONE FAMILIARE PRESSO IL RISTORANTE “IL VERO ALFREDO” (“ALFREDO DI ROMA”) IN PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE A ROMA
Con riferimento al Vostro articolo ho il piacere di raccontarVi la storia di mio nonno Alfredo Di Lelio, inventore delle note "fettuccine all'Alfredo" (“Fettuccine Alfredo”).
Alfredo Di Lelio, nato nel settembre del 1883 a Roma in Vicolo di Santa Maria in Trastevere, cominciò a lavorare fin da ragazzo nella piccola trattoria aperta da sua madre Angelina in Piazza Rosa, un piccolo slargo (scomparso intorno al 1910) che esisteva prima della costruzione della Galleria Colonna (ora Galleria Sordi).
Il 1908 fu un anno indimenticabile per Alfredo Di Lelio: nacque, infatti, suo figlio Armando e videro contemporaneamente la luce in tale trattoria di Piazza Rosa le sue “fettuccine”, divenute poi famose in tutto il mondo. Questa trattoria è “the birthplace of fettuccine all’Alfredo”.
Alfredo Di Lelio inventò le sue “fettuccine” per dare un ricostituente naturale, a base di burro e parmigiano, a sua moglie (e mia nonna) Ines, prostrata in seguito al parto del suo primogenito (mio padre Armando). Il piatto delle “fettuccine” fu un successo familiare prima ancora di diventare il piatto che rese noto e popolare Alfredo Di Lelio, personaggio con “i baffi all’Umberto” ed i calli alle mani a forza di mischiare le sue “fettuccine” davanti ai clienti sempre più numerosi.
Nel 1914, a seguito della chiusura di detta trattoria per la scomparsa di Piazza Rosa dovuta alla costruzione della Galleria Colonna, Alfredo Di Lelio decise di trasferirsi in un locale in via della scrofa a Roma, ove aprì il suo primo ristorante che gestì fino al 1943, per poi cedere l’attività a terzi estranei alla sua famiglia.
Ma l’assenza dalla scena gastronomica di Alfredo Di Lelio fu del tutto transitoria. Infatti nel 1950 riprese il controllo della sua tradizione familiare ed aprì, insieme al figlio Armando, il ristorante “Il Vero Alfredo” (noto all’estero anche come “Alfredo di Roma”) in Piazza Augusto Imperatore n.30 (cfr. il sito web di Il Vero Alfredo).
Con l’avvio del nuovo ristorante Alfredo Di Lelio ottenne un forte successo di pubblico e di clienti negli anni della “dolce vita”. Successo, che, tuttora, richiama nel ristorante un flusso continuo di turisti da ogni parte del mondo per assaggiare le famose “fettuccine all’Alfredo” al doppio burro da me servite, con l’impegno di continuare nel tempo la tradizione familiare dei miei cari maestri, nonno Alfredo, mio padre Armando e mio fratello Alfredo. In particolare le fettuccine sono servite ai clienti con 2 “posate d’oro”: una forchetta ed un cucchiaio d’oro regalati nel 1927 ad Alfredo dai due noti attori americani M. Pickford e D. Fairbanks (in segno di gratitudine per l’ospitalità).
Un aneddoto della vita di mio nonno. Alfredo fu un grande amico di Ettore Petrolini, che conobbe nei primi anni del 1900 in un incontro tra ragazzi del quartiere Trastevere (tra cui mio nonno) e ragazzi del Quartiere Monti (tra cui Petrolini). Fu proprio Petrolini che un giorno, già attore famoso, andando a trovare l’amico Alfredo, dopo averlo abbracciato, gli disse "Alfré adesso famme vede che sai fa". Alfredo dopo essersi esibito nel suo tipico "show" che lo vedeva mischiare le fettuccine fumanti con le sue posate d'oro davanti ai clienti, si avvicinò al suo amico Ettore che commentò "meno male che non hai fatto l'attore perché posto per tutti e due nun c'era" e consigliò ad Alfredo di tappezzare le pareti del ristorante con le sue foto insieme ai clienti più famosi. Anche ciò fa parte del cuore della bella tradizione di famiglia che continuo a rendere sempre viva con affetto ed entusiasmo.
Desidero precisare che altri ristoranti “Alfredo” a Roma non appartengono e sono fuori dal mio brand di famiglia.
Vi informo che il Ristorante “Il Vero Alfredo” è presente nell’Albo dei “Negozi Storici di Eccellenza” del Comune di Roma Capitale.
Grata per la Vostra attenzione ed ospitalità nel Vostro interessante blog, cordiali saluti
Ines Di Lelio