Dieta o farmaci per l'ipercolesterolemia

Dieta o farmaci per l'ipercolesterolemia?

Bisognerebbe rispettare una scalarità: prima, alcuni mesi di dieta, unitamente all'incremento dell'attività fisica, poi, una verifica di laboratorio sul calo dei valori del colesterolo.

Colesterolo HDL e LDL
Colesterolo HDL e LDL

Se le risposte non sono confortanti (almeno un calo del 15-20%) allora è doveroso aggiungere dei farmaci specifici.

 

Va anche ricordato che i timori, più che legittimi, dei portatori di un'ipercolesterolemia non hanno però la stessa giustificazione se si tiene conto dell'età dei soggetti.

 

Il presunto valore di normalità riportato da alcuni laboratori sul modulo delle analisi deve essere "interpretato", perché non esiste una precisa linea di demarcazione fra valori accettabili e valori pericolosi.

 

Un valore di 240 mg di colesterolo deve essere considerato alto per un trentenne ma ancora accettabile per un sessantenne, specialmente quando l'HDL colesterolo ne rappresenta una buona quota.

 

L'osservazione statistica della correlazione dell'ipercolesterolemia con l'infarto cardiaco lascia intravedere un rischio relativamente più modesto per gli ultrasessantacinquenni.

 

Al punto che diversi clinici, resistendo alle pressioni dell'industria farmaceutica, preferiscono trattare soltanto con la dieta e non con i farmaci l'ipercolesterolemia degli anziani.


Senza entrare nel contestato argomento, emerge l'evidenza che la dieta, come principale intervento preventivo o in appoggio ai farmaci, è al centro della prevenzione e della terapia delle iperlipidemie, cioè di quell'eccesso di grassi circolanti nel sangue che può riguardare sia il colesterolo che i trigliceridi o entrambi.

 

Ma anche la dieta più rigorosa difficilmente può ridurre l'ipercolesterolemia più del 20%, soprattutto quando la causa preminente sta nel deficit genetico più che nelle errate abitudini alimentari.

 

Tuttavia, la tentazione di qualche medico, meno attento ai problemi della nutrizione, di affidare subito e soltanto ai nuovi e potenti farmaci (simvastatina, pravastatina) la riduzione del colesterolo non è sempre condivisibile.

 

Se non altro perché non si corregge quel coacervo di errori, nel tipo di vita, che predispone all'infarto più concretamente di quanto possa fare una modesta ipercolesterolemia.

 

Quando esiste il presupposto che un farmaco dovrà essere prescritto a lungo (e forse a vita) il medico deve utilizzare al meglio l'innocua risorsa dietetica nell'ipotesi di non avvalersi affatto del farmaco o almeno di poterne ridurre il dosaggio abituale.

 

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