Una donna su due, almeno una volta nella vita, contrae la cistite. Basta questo dato evidente (oltre al fatto che i mesi estivi sono i più a rischio) per intuire che stiamo parlando di una patologia importante, non pericolosa, ma fortemente invalidante, che incide profondamente nella vita di tutti i giorni.
Proviamo a per capire bene di cosa si tratta, di come si affronta la cistite, ma soprattutto di come si previene.
Partiamo da una domanda semplice: in caso di cistite quando ci si deve rivolgere all'urologo?
Nella maggior parte dei casi abbiamo una patologia cosiddetta semplice, cioè che avviene in donne sane che non hanno altre malattie importanti, come malformazioni, insufficienza renale o portatrici di catetere.
Che cosa fanno le donne, la prima volta che capita? Se si tratta di un episodico sporadico, vanno dal medico di famiglia o in alternativa dal ginecologo, comportamento del tutto corretto.
Ma sappiamo che una parte consistente del totale, attorno al 30%, o per predisposizione personale o per altre cause, va invece incontro a quella che si chiama "cistite ricorrente", evidenziata da più di 3 episodi l'anno o da più di 2 negli ultimi sei mesi.
Di fatto, in tutti questi casi, occorre rivolgersi all'urologo, diciamo uno specialista che ne sa un po' di più di problemi funzionali.
Parliamo di un ambito semplice nella sua fase iniziale, perché la donna è predisposta, ma se non viene trattata opportunamente, la cistite diventa una ricorrenza insopportabile.
Anche invalidante, che impedisce di svolgere le proprie funzioni, dal lavoro a quelle private, fino ad arrivare alla cronicizzazione della patologia, quando spesso non si trova il batterio all'interno delle urine.
Inutile dire che la qualità di vita è costantemente alterata, specialmente se in un anno capita di avere la cistite con cadenza mensile o anche ogni 15 giorni. E spesso il problema è dovuto ad una gestione terapeutica non corretta nelle prime fasi.
Con quali farmaci si cura la cistite?
La cistite batterica si cura con gli antibiotici e questo è certo. Sappiamo però che l'abuso di antibiotici sta creando tantissimi problemi nel mondo della sanità ed anche nella cura delle cistiti perché oggi spesso troviamo batteri che non rispondono agli antibiotici disponibili e forniti dal sistema sanitario attraverso le farmacie.
Quello che è importante sapere è che le cistiti semplici, se curate bene si risolvono in 24-48 ore, addirittura dopo la prima e unica somministrazione, ma la diagnosi deve essere corretta e l'antibiotico deve essere quello giusto e al dosaggio giusto.
Il guaio maggiore arriva dalla cosiddetta auto-prescrizione, cioè donne che sono talmente abituate ad avere questa patologia che viaggiano con l'antibiotico nella borsetta e decidono da sole di prendere sempre lo stesso antibiotico, senza consultarsi col medico.
È un comportamento molto pericoloso sia dal punto di vista del puro costo sanitario per la collettività, che della selezione dei batteri.
Recenti studi hanno mostrato come per alcuni tipi di antibiotici il consumo stimato è fino a tre volte superiore a quelli regolarmente prescritti. E questo deve far riflettere molto.
Sappiamo che l'antibiotico deve avere determinate caratteristiche: facilmente eliminabile per via urinaria, battericida, ad azione rapida, non costare tanto. Ma poi la scelta devono farla, sempre, il medico o lo specialista.
Altro grande problema: ci sono situazioni in cui la donna non ha il sintomo, però facendo l'esame delle urine si trovano batteri.
Ci troviamo di fronte alla situazione clinica che si chiama "batteriuria asintomatica" dove non si debbono usare per nessun motivo gli antibiotici; purtroppo in molte, troppe, si sottopongono invece a terapie completamente inutili e dannose, perché così facendo si selezionano dei batteri resistentissimi a tutto.
Se poi la forma asintomatica diventa sintomatica non avremo più antibiotici disponibili.
Riepilogando: la presenza di batteri nelle urine di per se non significa infezione, visto che loro in pratica "possono abitare" l'apparato urinario, hanno facile accesso, e per questo noi abbiamo dei sistemi di difesa, primo fra tutti l'atto di urinare, che consente di eliminarli.
C'è cistite solo quando questi batteri aderiscono alla parete della vescica, vi penetrano e danno infiammazione.
I sintomi della cistite.
I sintomi sono chiarissimi, tanto che molte volte la diagnosi si può fare anche telefonicamente.
Se si urina spessissimo, sia di giorno che di notte, si ha bruciore importante durante la minzione e a volte c'è presenza di sangue nelle urine si è di fronte ad una cistite.
Si può avere anche difficoltà a urinare, perché la donna sente lo stimolo ma non ha più liquidi da espellere, visto che la vescica è vuota. Questa situazione si chiama disuria.
Fin qui abbiamo parlato dei sintomi classici, ma bisogna stare vigili perché invece se compaiono la febbre o un dolore lombare, la cistite da semplice diventa complicata, con un interessamento delle alte vie urinarie e in questo caso cambia l'antibiotico e cambia la durata della terapia.
Esistono delle patologie similari che possono indurre in errore?
La vaginite è simile, ma ha disturbi più sfumati e segnali diversi, come secrezione vaginale, prurito, o il fatto che si presenta subito dopo un rapporto o in concomitanza del ciclo.
Oppure nel caso dell'uretrite, che provoca dolore soprattutto durante la minzione e permane tra una minzione e l'altra.
Quali esami da fare, allora?
In un primo episodio, nella cistite semplice, il medico può prescrivere la cura senza nemmeno la necessità di fare altri accertamenti diagnostici.
Ma se il disturbo non passa con la terapia antibiotica, è chiaro che occorrerà fare un'urinocultura (o un tampone uretrale se si ipotizza una uretrite) e l'antibiogramma che ci diranno qual è il batterio e soprattutto qual è l'antibiotico giusto da somministrare.
Ma attenzione, l'antibiogramma deve essere bene interpretato perché è inutile dare un antibiotico sensibile che però non agisce sull'apparato urinario, e questo il laboratorio non ce lo dice.
Ci sono quindi delle categorie di antibiotici che agiscono molto bene sul tratto urinario, cioè che consentono di eradicare il problema nel minor tempo possibile, sommando, al giusto dosaggio, la massima efficacia con i minori effetti collaterali.
Il consumo di antibiotici non riguarda solo gli esseri umani, anche l'alimentazione incide moltissimo sulla loro efficacia, visto l'uso che ne viene fatto in agricoltura e negli allevamenti.
Per questo la resistenza a certi tipi di batteri cambia da Paese a Paese, ma anche da regione a regione. Ed è in continua evoluzione.
Esiste in letteratura il caso di un famoso sulfamidico che ha raggiunto in Italia una resistenza del 30%, che è la percentuale delle persone che non risponde alla terapia con questo medicinale, e per tale motivo non viene quasi più utilizzato nelle infezioni urinarie.
La cistite ha un suo periodo critico?
Sicuramente ai cambi di stagione c'è maggior incidenza, ma l'estate è il momento peggiore per due motivi fondamentali: il primo è che si beve meno. Ed i liquidi aiutano il nostro corpo in molti modi.
Ogni volta che noi beviamo poi eliminiamo questi liquidi e di fatto facciamo un lavaggio della nostra vescica.
Poi sudore e mancanza di traspirazione modificano la flora batterica vaginale e quella intestinale.
Noi sappiamo che questi batter! vengono soprattutto dall'intestino, da lì passano alla vagina e quindi alla vescica, per cui è chiaro che tutto quello che modifica la flora batterica che noi donne abbiamo può provocare danni.
Ancora: il rapporto sessuale è uno dei fattori predisponenti la cistite e soprattutto in estate i ragazzi sono più attivi.
Poi consideriamo l'igiene, la sabbia, il mare... come minimo, se non si sta attenti, ci si becca una vaginite.
Altre situazioni critiche? Abbiamo l'esempio del circolo vizioso classico che si innesca con il mal di gola.
La terapia antibiotica che viene assunta per curarlo modifica la flora intestinale (e per questo si consiglia contestualmente l'assunzione di fermenti lattici) e quella vaginale, per cui passato il mal di gola, le difese si abbassano ed arrivano in sequenza prima la vaginite e poi la cistite.
In questo campo si sta sviluppando una ricerca molto interessante, stiamo studiando il microbioma, cioè i miliardi di batteri che vivono nel nostro organismo con i quali conviviamo in maniera fisiologica, un rapporto in perfetto equilibrio che però, come abbiamo visto, può variare per molti motivi.
Consigli per la prevenzione della cistite.
Partiamo dall'igiene che deve essere accurata e costante ma nemmeno eccessiva, perché se noi usiamo troppi detergenti o detergenti molto forti, modifichiamo ugualmente la flora batterica delle mucose.
Bere è fondamentale, parliamo di liquidi in generale, ma soprattutto acqua e l'apporto idrico deve essere diluito durante tutta la giornata.
Mai bere un litro al mattino e poi niente al pomeriggio, oppure farlo per 2-3 giorni e poi riprendere le vecchie abitudini.
È una questione di educazione, bere fa bene anche all'intestino, che come abbiamo visto è strettamente collegato alle infezioni urinarie.
Se bevo regolarmente e faccio magari anche un po' di attività fisica starò meglio, il mio intestino funzionerà bene, la mia flora intestinale sarà migliore, i batteri avranno meno possibilità di modificarsi e diventare aggressivi.
Altro consiglio pratico: urinare sempre dopo i rapporti perché così vengono eliminati eventuali germi che si sono introdotti in vescica.
Quanto all'alimentazione, in alcuni tipi di pazienti è importante l'acidificazione delle urine, sia con l'alimentazione (agrumi, mirtilli, cranberry, frutti di bosco in generale) sia con appositi integratori, questo è un fattore importante proprio perché alcuni alimenti si "legano" ai batteri facilitandone l'eliminazione.
Esiste anche la situazione opposta. Cioè alimenti che facilitano la comparsa di una cistite (cibi piccanti, peperoncino, alcool...) e siccome la cosa è molto soggettiva, a volte basta fare una buona anamnesi per saperlo e comportarsi di conseguenza.
Alcuni tipi di cistiti croniche sono talmente collegate all'assunzione di alcuni alimenti da sembrare delle vere e proprie intolleranze.
Per la cistite si effettuano anche interventi chirurgici?
Direttamente no. Ma abbiamo molte patologie connesse: per esempio una donna che ha un prolasso, siccome non svuota bene la vescica (alterazione dell'apparato urinario) avrà cistiti ricorrenti.
E se voglio risolvere quel problema dovrò intervenire chirurgicamente per togliere il prolasso.
Così come chi ha incontinenza urinaria, avendo perdite deve portare un pannolino, l'umidità che si crea fa crescere i batteri, che passano dal pannolino alla vescica, dando prima vaginite e poi cistite.
Fonte: nostre elaborazioni su fonti diverse.
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