Come eliminare germi e batteri in casa

Germi e batteri si "nascondono" in oggetti di uso quotidiano come cellulari, computer, auricolari o lenzuola e possono esporci a rischio di infezioni. Ecco come fare prevenzione, e come eliminare germi e batteri in casa.

 

Esiste la convinzione che malanni stagionali come raffreddore, mal di gola, congiuntivite e tosse siano da imputare soltanto ad una eccessiva esposizione agli agenti atmosferici o ad altre persone già malate.

 

Se ciò può essere considerato vero in moltissimi casi, in altri basterebbe fare un'accurata prevenzione casalinga, che parte dalla corretta igiene e pulizia di oggetti di uso comune, troppo spesso sottovalutata.

Questi microorganismi, responsabili di infezioni e malattie, si annidano praticamente ovunque, dentro e fuori casa, anche su oggetti impensati: auricolari, cellulari, tastiere del computer, telecomandi, lenzuola, ecc.

 

Secondo una recente ricerca dell'Università dell'Arizona le superfici più sporche sarebbero anche le più improbabili, per fare qualche esempio gli asciugamani sarebbero peggio della tavoletta del wc, così come spugne e canovacci in cucina o la macchinetta del caffè.

 

I cellulari, poi, meritano un discorso a parte, essendo ormai uno degli oggetti più a contatto con mani e viso durante la giornata: vi si annidano germi in quantità dieci volte superiori a quelli presenti sulla tavoletta del wc!

 

Uno studio dell'Ondokuz Mayis University (Turchia) rileva che i telefoni cellulari sarebbero, addirittura, tra i principali vettori dei cosiddetti "super batteri", microorganismi resistenti agli antibiotici.

Come eliminare germi e batteri in casa
Germi e batteri in casa

Cerchiamo germi e batteri per eliminarli e prevenire infezioni.

Vediamo dunque quali pratiche adottare per prevenire infezioni e malanni stagionali con le corrette pratiche igieniche.

 

LENZUOLA, terra di acari.

 

Se pensavate che il vostro letto fosse uno dei luoghi più sicuri dove rifugiarvi sbagliavate di grosso: ospita mediamente circa 1,5 milioni di acari e quasi 10 milioni di cellule epiteliali che ognuno di noi disperde normalmente ogni giorno.

 

Ecco perché lenzuola e federe andrebbero cambiate e lavate (a 60°) ogni settimana, e il materasso andrebbe aspirato, magari dopo averci spruzzato un buon prodotto antiacaro.

Anche il ferro da stiro può aiutare ad uccidere germi e batteri, grazie alle alte temperature raggiunte.

 

La buona notizia arriva da una ricerca della Kingston University condotta dal dottor Stephen Pretlove che ha rilevato come i milioni di acari che vivono beati tra le nostre lenzuola si svilupperebbero e prolifererebbero con il calore umano da esse trattenuto.

 

Come eliminarli? Il modo migliore per debellarli sarebbe dunque lasciare prendere aria alle lenzuola, "ossigenandole" a lungo, esponendole alla luce e al caldo secco, creando così un ambiente inospitale per i microscopici insetti.

 

ASCIUGAMANI, habitat dei germi.

 

Abbiamo visto all'inizio di questo articolo che sono da considerare addirittura più pericolosi della tavoletta del wc, questo perché sono sempre umidi e li usiamo per mani, viso e bocca, attraverso cui si trasmettono facilmente cellule epiteliali e microorganismi.

 

Secondo la ricerca dell'University of Arizona gli asciugamani del bagno sono l'habitat perfetto per i germi grazie all'umidità che trattengono. In particolare nell'89% dei casi si tratta di batteri coliformi, potenziali responsabili di alcuni disturbi gastrointestinali.

 

Nel 25,6% dei casi, invece, gli studiosi hanno trovato l'Escherichia coli, pericoloso batterio che vive nel nostro intestino e che può anche causare diarrea e altre patologie più gravi.

 

Il problema degli asciugamani che teniamo in bagno è che c'è il rischio che i germi possano entrare in contatto anche con altri membri della nostra famiglia, che usano gli stessi asciugamani.

 

Basti pensare a quello che utilizziamo per il viso, che viene preso in prestito da tutti, ospiti compresi.

 

E per combattere i batteri, spesso, non basta la lavatrice. La salmonella o i coliformi, ad esempio, sono in grado di sopravvivere a qualsiasi centrifuga.

 

I ricercatori consigliano di mettere gli asciugamani a mollo qualche ora prima di lavarli e procedere poi con il lavaggio ad altissime temperature (fino a 90°).

 

Altre regole fondamentali:

 

  1. Ogni membro della famiglia deve avere i suoi asciugamani e tenerli separati dagli altri;
  2. Ricordarsi di metterli ad asciugare dopo averli usati;
  3. Lavarli spesso, almeno una volta a settimana.
  4. E neanche gli asciugamani elettrici di ultima generazione (quelli dei bagni pubblici, per intender­ci) sembrano essere al riparo dai germi. Secondo una ricerca pubblicata da Journal of Applied Microbiology, infatti, diffonderebbero nell'aria molti più germi dei suoi predecessori.

 

Per la precisione, l'Università dì Westminster riporta una diffusione di germi nell'aria 60 volte in più dei normali asciugamani elettrici e 1.300 volte in più della carta. Ma le aziende produttrici smentiscono:

 

"Lo studio in oggetto è realizzato in condizioni artificiali, utilizzando livelli irrealistici di contaminazione batterica (talmente alti da non essere riscontrabili in natura) mediante l'impiego di guanti e in assenza del lavaggio delle mani prima della fase di asciugatura. È provato scientificamente che i nostri asciugamani ad aria sono igienici tanto quanto le salviette di carta attraverso ricerche condotte dall'Università di Bradford".

 

SPUGNE, tana di funghi e muffe.

 

Sia quelle per i piatti che quelle per la doccia sono un vero e proprio ricettacolo di batteri, muffe e funghi. Il dottor Philip Trieno, esperto dei dipartimenti di Microbiologia e Patologia presso la NYU Langone (New York) e autore di "The Secret Life of Germs" consiglia di non sciacquare semplicemente la spugna della cucina, ma di disinfettarla.

 

Quando eliminiamo i residui di cibo dai piatti sporchi, infatti, eventuali agenti patogeni possono rimanere sulla spugna bagnata e moltipllcarsi sul lavello ad un ritmo velocissimo (fino ad una volta ogni 20 minuti).

 

Per disinfettare bene la spugna, dunque, l'esperto suggerisce di lasciarla in una soluzione fatta con una parte di candeggina e nove parti d'acqua per 10-30 secondi (o più).

 

La soluzione va poi cambiata ogni volta che si usa la spugna. In alternativa si può disinfettare in microonde: basta riempire d'acqua un contenitore adatto, metterci dentro la spugna e far bollire l'acqua nel forno. Poi ricordatevi di lasciarla asciugare bene.

 

Una ricerca realizzala nel 2007 dall'Agricultural Research Service statunitense (ARS), ha messo a confronto i vari metodi di disinfezione delle spugne ed è emerso che l'uso di candeggina e succo di limone può ridurre i batteri dal 37 all'87% mentre la "bollitura" al microonde distrugge fino al 99,9% dei microrganismi.

 

AURICOLARI: mai condividerli.

 

La condivisione e l'utilizzo continuato di questi dispositivi espone le orecchie al rischio di contrarre infezioni. Un gruppo di ricercatori del Kasturba Medical College di Manipal (India) ha illustrato sulle pagine del Journal of Health and Allied Sciences uno studio su 50 auricolari e altrettante paia di orecchie di ragazzi, suddivisi in due gruppi da 25 persone in cui il primo usava regolarmente un lettore mp3 mentre il secondo ne faceva un uso saltuario.

 

I dati raccolti hanno mostrato che le orecchie di chi usa regolarmente gli auricolari sono invase da batteri rispetto a quelle di chi se ne serve raramente.

 

In realtà le migliaia di microrganismi che si annidano negli auricolari sono innocui per la maggior parte, ma la continua esposizione alle cuffiette aumenta il rischio generico di incorrere in batteri come lo stafilococco, che possono nuocere gravemente alla salute dell'orecchio.

 

Quindi, cercate innanzitutto di condividere il meno possibile questi dispositivi (un'abitudine purtroppo molto diffusa, soprattutto tra i più giovani) e cercate di disinfettarli quotidianamente con salviettine antibatteriche.

 

CELLULARE e TASTIERA PC: puliteli spesso.

 

L'Università del Surrey ha individuato batteri di ogni tipo sui telefonini, incluso lo stafilococco aureo, che di solito risiede nelle cavità nasali.

 

Secondo un altro studio, poi, i virus di raffreddore ed influenza possono sopravvivere sulle superfici dure (come quella di uno smartphone) fino a 24 ore.

 

I cellulari più a rischio sembrano appartenere a chi lavora negli ospedali: il 95% degli apparecchi appartenenti a medici e infermieri è risultato infestato da diversi batteri, tra cui il famigerato stafilococco aureo, causa della maggior parte delle infezioni ospedaliere.

 

Anche se non lavorate in ospedale, quindi, ricordate di pulire ogni sera il vostro telefono con delle salviettine antibatteriche apposite.

 

Lo stesso, temibile stafilococco è stato individuato anche sulle tastiere di pc e computer portatili dagli studiosi della Swinburne University of Technology in Australia.

 

L'Università dell'Arizona, poi, ha stabilito un dato ancora più inquietante: le tastiere dei computer ospiterebbero batteri in una quantità 400 volte maggiore rispetto alle tavolette dei wc! Come ci arrivano?

 

Non solo dai nostri polpastrelli, ma anche da eventuali tracce di bevande e cibi che vi cadono sopra (mai mangiare alla scrivania!), piccoli tagli sulle dita, altri utenti magari raffreddati che si sono soffiati il naso prima di digitare sulla tastiera.

 

Quindi: innanzitutto lavatevi sempre le mani prima di iniziare a scrivere al computer, mangiate sul tavolo della cucina o in giro, ma non sopra la tastiera e ricordatevi di disinfettare la vostra posizione di lavoro almeno una volta a settimana con un panno antibatterico asciutto.

 

BORSE E PORTAFOGLI, appoggi vietati.

 

Avete mai fatto caso a quante volte vi capita di appoggiare la borsa su un tavolo o a terra? In quel momento la vostra borsa diventa un veicolo di batteri, compreso il già menzionato stafilococco.

 

Lo stesso si può dire dei portafogli, che appoggiamo un po' ovunque e che usiamo per monete e banconote passate di mano in mano.

 

Usate uno spray protettivo su borse e portafogli nuovi, in modo da poterli pulire in seguito senza rischiare di rovinarli. Evitate poi, per quanto possibile, di appoggiare la borsa per terra, soprattutto nei bagni e nei luoghi pubblici in genere.

 

VESTITI. Occhio ai jeans.

 

Il capo d'abbigliamento maggiormente "incriminato" sembrano essere i jeans. Secondo alcuni per conservarne il colore intenso bisognerebbe evitare troppi lavaggi, ma sudandoci dentro si formano sicuramente batteri potenzialmente pericolosi perché a contatto diretto con la pelle.

 

Dall'American Cleaning Institute consigliano di lavare i jeans ogni tre volte che li si indossa. Un altro capo che apparentemente sbagliamo a lavare è il reggiseno: va lavato ogni 3-4 usi, meglio se a mano con acqua calda e sapone delicato.

 

I reggiseni sportivi, invece, vanno lavati ogni volta che si indossano, in lavatrice a 60 gradi, per distruggere i batteri.

 

CUCINA. pavimento critico.

 

Innanzitutto cercate di non entrare mai in cucina con le scarpe con le quali uscite di casa: uno studio dell'Università dell'Arizona ha scoperto che sotto alla suola di una scarpa si trovano in genere 421.000 batteri diversi.

 

Ricordatevi poi di raccogliere ogni traccia di cibo caduto a terra accidentalmente, così come polvere, peli di animali e liquidi nei quali i batteri posso proliferare. Il pavimento della cucina andrebbe lavato, o quantomeno spazzato, ogni giorno e disinfettato una volta alla settimana.

 

ASPIRAPOLVERE. microbi sotto controllo.

 

Questi elettrodomestici che ci facilitano tanto la vita, per pulire bene devono innanzitutto essere puliti. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Applied And Environmental Microbiology, infatti, i microbi che si annidano negli aspirapolvere possono essere nuovamente rilasciati nell'aria usando elettrodomestici sporchi.

 

L'Università dell'Arizona, inoltre, ha rilevato che nel 50% dei casi le setole dell'aspirapolvere sono contaminate da batteri fecali, e nel 13% dall'Escherichia coli, responsabile di pericolose infezioni alle vie urinarie e gastroenteriche.

 

Come rimediare?

 

Svuotando e sostituendo periodicamente il contenitore/sacchetto della polvere, controllando regolarmente le condizioni del filtro e usando prima e dopo le pulizie uno spray disinfettante sulle setole del battitappeto.

 

Alla prima occasione vi consigliamo di sostituire il vecchio elettrodomestico con un modello senza sacchetto, in cui i batteri non riescono a proliferare tanto facilmente.

 

DEUMIDIFICATORE check-up periodico.

 

Fondamentale per chi soffre di asma e per sopravvivere in ambienti caldi e secchi, ma può essere un nemico da combattere. Se ci sono residui di acqua, infatti, si possono formare muffe e batteri. Inoltre, in un ambiente troppo umido, possono proliferare gli acari della polvere.

 

FRULLATORE pulizia costante.

 

Secondo un rapporto dell'Organizzazione per la Salute e la Sicurezza dei Prodotti di Consumo, NSF, si trova al terzo posto nella classifica degli oggetti più sporchi della cucina.

 

Più in particolare, l'anello che tiene la lama in posizione accumula ogni giorno di tutto, coadiuvando così la produzione di funghi e batteri, compresa la salmonella.

 

PELUCHE, mai sul letto.

 

Saranno carini e ci sarete anche affezionati, ma cercate di non tenerli sopra il letto e limitarne la quantità. Infatti, sui peluche si attaccano infinità di germi e acari che si possono eliminare con lavaggio periodico, spray antiacaro e temperature basse (potete metterli anche in frigo).

Banconote, rifugio di batteri.

Sono sicuramente l'oggetto più usato e meno pulito del mondo, si sa. Uno studio USA ha riscontrato una media di 130 mila batteri su ogni banconota analizzata.

 

Secondo uno studio condotto dall'Università di Oxford, invece, una banconota europea contiene in media 26.000 batteri, appartenenti a diverse specie, alcune delle quali patogene.

 

La carta degli euro è la più pulita, con 11.000 microrganismi presenti in media.

 

C'è però anche una rassicurante voce fuori dal coro, quella della Ballat University australiana, secondo cui i batteri presenti sulle banconote, non solo non sarebbero così dannosi per la nostra salute ma non sarebbero neanche tanto numerosi, "ce ne sono più in un panino che nel denaro usato per comprarlo" hanno chiosato gli studiosi sulle pagine del Foodborne Pathogens and Disease.

 

Fonte: nostre elaborazioni su fonti diverse.

 

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