Come proteggere i bambini dal sole

Proteggere i bambini dal sole? Sette consigli d'oro. Alcune patologie della pelle tra cui la dermatite atopica migliorano grazie all'esposizione solare, vanno però osservati i giusti accorgimenti. 

 

Il sole? Sì, ma sempre e comunque con moderazione. Il problema dell'abbronzatura riguarda tutti, ma soprattutto i più piccoli e coloro che soffrono di dermatite atopica. Questa patologia della pelle colpisce oltre il 15% dei bambini e con l'arrivo dell'estate servono maggiori accortezze. 


Come proteggere i bambini dal sole: dermatite atopica consigli
Proteggere i bambini dal sole

Ma dai pediatri arrivano buone notizie: ben venga l'esposizione al sole, purché si seguano le normali precauzioni.

 

L'argomento è stato affrontato anche nell'ultimo congresso ad Amman organizzato dall'Union of Arab Pediatrie Societies & International Pediatrìe Workshop by The Italian society for child and adolescent health (Paidoss).

 

Talvolta i genitori commettono l'errore di tenere i bambini sempre all'ombra, magari preoccupati che le lesioni cutanee possano peggiorare.

 

Invece molte malattie migliorano con l'esposizione al sole, non solo la dermatite atopica ma, ad esempio, anche la psoriasi.

 

Il bambino atopico può godere del sole a patto di seguire alcune precauzioni: proteggersi con indumenti e occhiali.

 

Utilizzare un ombrellone o un sistema ombrante; evitare le ore del mezzogiorno; esporsi gradualmente, per lasciare alla pelle il tempo per costruire i sistemi di difesa.

Consigli per proteggere i bambini dal sole

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1) I prodotti più indicati.

La dermatite atopica è una patologia in costante aumento negli ultimi anni: un errore comune è mettere solo la crema idratante o emolliente anche sulle lesioni arrossate, su cui invece servirebbe un prodotto con proprietà antinfiammatorie, di solito il cortisone, di cui spesso le mamme hanno paura. I cortisonici topici sono il primo farmaco da impiegarsi nella terapia delle fasi acute di dermatite atopica. Inoltre si tende a mettere la crema idratante solo sulle parti esposte del corpo, dimenticando che la malattia riguarda tutta la pelle e non solo le parti esposte: viso e braccia.

 

2) No ai filati sintetici.

Un altro consiglio che arriva dai pediatri riguarda l'abbigliamento dei bambini, specialmente in estate. Spesso sono vestiti con fibre irritanti, quali lana o nylon, che sarebbe sempre opportuno evitare, specialmente nel caso della dermatite topica. In ogni caso col sole la miglior soluzione è il cotone. Ma come accorgersi del problema? La diagnosi, in alcuni casi è facilmente sospettabile in base a delle caratteristiche cliniche (morfologia e localizzazioni tipiche, volto e superfice estensoria degli arti nei bambini piccoli, pieghe agli arti nei bambini più grandi), prurito, secchezza cutanea, e non si basa su test di laboratorio.

 

3) Evitare detergenti aggressivi.

Secondo i pediatri, a volte sono proprio le mamme iperprotettive a mettere a rischio la pelle dei loro bambini con lavaggi troppo frequenti e l'uso di detergenti aggressivi contenenti sostanze non adatte a una cute delicata. Attenzione inoltre agli ambienti troppo caldi o troppo umidi, che non consentono alla pelle di mantenere la giusta idratatone. Sono queste le cause più frequenti, insieme a una predisposizione genetica, che possono minare la barriera protettiva della pelle alimentando l'insorgenza di alcune problematiche largamente diffuse tra i bambini, prime fra tutte, appunto, la dermatite atopica.

 

4) Riconoscere le squame.

Per quanto frequente, nella maggior parte dei casi la dermatite atopica, soprattutto in età pediatrica, si presenta per fortuna in forma lieve. Attenzione comunque quando i bimbi cominciano a grattarsi e quando la loro pelle comincia a desquamarsi con chiazze rossastre e pruriginose localizzate nei punti critici (al volto e sul collo, nelle pieghe delle gambe, sulle ginocchia e i gomiti soprattutto) già nei primi mesi di vita. Un fenomeno in estensione con punte del 20% fra i bimbi di età inferiore a 7 anni.

 

5) Una pomata ad hoc.

Attenzione comunque alle terapie troppo aggressive. Sino ad oggi la cura nei casi di manifestazioni soft era rappresentata da creme emollienti e idratanti, ad uso topico, utili a ridare alla pelle lì giusta quantità di liquidi, resa secca e irritata dall'azione degli agenti esterni e in fase acuta da un trattamento aggressivo con cortisone. Un aspetto che oggi sembra poter essere superato dall'introduzione di una pomata, non farmacologica.

 

6) Le virtù del girasole.

Sul fronte delle terapie sono in arrivo alcune novità. Tra queste un preparato con componenti naturali, tra cui un principio attivo estratto dal girasole. Il prodotto simula l'azione del cortisone, senza esserlo: ha infatti non solo proprietà idratanti, lenitive e ristrutturanti per la barriera cutanea, ma svolge anche una azione antinfiammatoria, agendo sul rilascio dei fattori di infiammazione che provocano il danno tissutale.

 

7) Rivolgersi al pediatra.

È fondamentale ricordare che questa malattia va gestita più che curata, e per questo serve un medico che ha maggiori opportunità di incontro con il bambino, ha seguito il bambino sin dalla nascita e riscuote maggiore credibilità da parte dei genitori. Il pediatra di famiglia incarna queste tre caratteristiche. È sempre però auspicabile una cooperazione tra un team di consulenti (dermatologi, allergologi, psicologi), e il pediatra, specialmente nei casi di dermatite atopica moderata o severa.


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