L'echinacea, pianta dall'origine americana, appartiene alla famiglia delle Asteracee, genere Helianthee, e si diversifica in molte specie, ognuna delle quali è caratterizzata da proprie particolarità. A loro volta, alcune specie si differenziano in varietà: Echinacea angustifolia, (che può essere varietà angustifolia e varietà strigosa), E. atrorubens, E. laevigata, E. pallida, E. paradoxa (che può essere varietà paradoxa e varietà neglecta), E. purpurea, E. simulata, E. sanguinea, E. tennesseensis.
Tutte le echinacee sono piante originarie e tipiche degli Stati Uniti d'America.
Molto nota, ormai, anche in Europa, è soprattutto l'Echinacea angustifolia, pianta erbacea perenne, dai fusti floreali pelosi alti anche 90 cm e che, a primavera, sorgono dal grosso rizoma (fusto sotterraneo) munito di molte radichette; le foglie, basali, riunite in una folta rosetta e percorse da nervature, sono rette da un lungo picciolo e hanno forma allungata e stretta, come indica il nome della loro specie: angustifolia.
Come i fusti, anche le foglie sono ruvide, perché coperte di peli rigidi. Le infiorescenze a capolino, che fioriscono a fine estate, hanno un disco centrale, simile a quello tipico delle margherite, circondato da piccoli petali color porpora o bianchi o color malva ecc., a seconda della varietà a cui appartengono: sono tutte talmente belle che le echinacee costituiscono un ornamento pregiato per moltissimi giardini; i fiori, come si è già accennato, sono protetti dagli insetti da una rigida e appuntita brattea.
I frutti sono acheni, a quattro facce e muniti di un pappo corto. Le parti della pianta usate in fitoterapia sono il rizoma con le relative radici.
Proprietà terapeutiche dell'echinacea
I più importanti principi attivi dell'echinacea sono: acido cicorico, acido fenolico, alchilamidi, betaina, cinarina (solo nell'angustifolia e nella tennesseensis), echinacoside, chinaceina, inulina, isobutilamidi (soprattutto nelle radici dell'angustifolia e della purpurea), oli essenziali, resine, sostanze inibenti la jaluronidasi (l'enzima che polimerizza l'acido jaluronico); nell'echinacea sono presenti anche alluminio, calcio, ferro, magnesio e potassio.
Approdata in Europa, dall'originario Nord America, l'echinacea fu oggetto di studi e sperimentazioni, il cui risultato fu soddisfacente: con l'ausilio delle precedenti esperienze indo-americane e delle nuove analisi scientifiche e sperimentali europee, all'echinacea, infine, furono riconosciute varie e valide doti terapeutiche.
Le capacità aromatiche, carminative, antidolorifiche, antisettiche e cicatrizzanti che gli Indiani d'America avevano sperimentato, vennero confermate e apprezzate. In seguito, dopo nuove sperimentazioni e studi, si scoprì che l'azione medicinale dell'echinacea era a più vasto raggio e comprendeva ulteriori settori terapeutici.
Alla luce di tali scoperte, in questi ultimi anni, i «preparati echinacei» sono somministrati per curare e guarire anche dispepsie, nevralgie, reumatismi, per depurare il sangue, per debellare malattie della pelle, infezioni generiche, anche se croniche, per eliminare il catarro orale, il raffreddore e l'infiammazione alle gengive e alla gola.
Molto importante fu lo scoprire che l'azione cicatrizzante e tonificante dell'echinacea (azione già nota, ma non comprensibile per gli Indiani d'America) era dovuta alla capacità della pianta di inibire la jaluronidasi (come già accennato): impedendo tale polimerizzazione, l'acido jaluronico, di conseguenza, può continuare la sua azione importante e finalizzata a collegare e cicatrizzare i tessuti e, quindi, a tonificare e rassodare la pelle.
Allo stesso modo, cioè con esperimenti e studi, si comprese come funziona il meccanismo di difesa che l'echinacea opera sul nostro organismo: non è un'azione diretta su un determinato agente patogeno, ma è un'azione che stimola e rinforza il nostro sistema immunitario affinchè questi reagisca e ci difenda: oggi, si sa che ciò avviene, perché l'echinacea provoca la produzione endogena di interferone, con conseguente aumento delle difese immunitàrie e ritarda la diffusione dell'infezione, nei tessuti, bloccando, in questo caso, l'azione dell'enzima jaluronidasi; è stato anche dimostrato che l'echinacea incentiva la produzione dei globuli bianchi del sangue, globuli che hanno il compito di combattere le infezioni e di difendere l'organismo: la sua azione antibiotica è stata ampiamente sperimentata e confermata.
Gli Indiani d'America non conoscevano tale meccanismo di «difesa indiretta» esercitato dall'echinacea, però, grazie all'esperienza, la usavano ugualmente per difendersi da malattie, agenti patogeni, infezioni ecc.
I lavaggi antisettici e le pomate, a base di echinacea, oppure alcune gocce di tintura o estratto fresco della pianta (in vendita nelle farmacie) costituiscono un'ottima cura per sanare e cicatrizzare ferite, piaghe (anche da decubito), piccole ulcere, geloni ulcerati ecc.; con il decotto di echinacea, è utile pennellare gengive, mucose orali infiammate e fare gargarismi, per togliere l'irritazione alle tonsille e alla gola infiammata.
I lavaggi o i bagni fatti con decotto di echinacea e i massaggi con pomata sono un valido aiuto anche contro il prurito, mentre la sua tintura è ottima per disinfettare e cicatrizzare le parti colpite dalle punture degli insetti.
Uso cosmetico dell’echinacea.
Poiché, come si è già scritto, l'echinacea impedisce la polimerizzazione dell'acido jaluronico (amico della pelle che sa mantenere fresca e soda) è ovvio che, per la nostra bellezza, l'aiuto dell'echinacea è determinante.
Contro le rughe, le smagliature, l'acne e per mantenere soda la pelle, per togliere la ruvidità ai piedi e alle mani, usare la pomata all'echinacea; anche i bagni con decotto di echinacea giovano a pelli rilassate o arrossate. Giova anche curare foruncoli e acne con tintura della medesima pianta.
Echinacea : tintura, decotto, estratto, pomata, e succo
Decotto: bollire, per 5 minuti, 40 g di radice contusa e ridotta a pezzi, in un litro di acqua. Poi, lasciar riposare per 10 minuti, a recipiente coperto; infine, filtrare.
Tintura: lasciare a macero, per 12 giorni, in 100 ml di alcol a 70°, 20 g di radice contusa e ridotta a pezzetti, o acquistarla in farmacia.
Estratto fluido: si trova nelle farmacie e nelle erboristerie.
Echinacin liquidum (Madaus): estratto di Echinacea purpurea, nelle farmacie.
Pomata Echinacin Salbe: nelle farmacie, si trova la Pomata Echinacin Salbe, oppure: miscelare, fino a ottenere un composto omogeneo, 10 g di tintura e 90 g di lanolina.
Succo: centrifugare la radice contusa e sminuzzata o acquistarlo in farmacia o in erboristeria.
DOSI PER USO INTERNO.
Decotto: bere una tazzina di decotto 2 volte al giorno.
Tintura: assumerne un cucchiaino, 2 volte al giorno, mescolata a miele o veicolata in acqua.
Estratto fluido: 25 gocce, 2 volte al giorno, diluito in acqua.
Echinacin: fino a 50 gocce giornaliere, per aumentare le difese organiche.
DOSI PER USO ESTERNO.
Decotto: fare gargarismi, 3 o 4 volte al dì, per sanare la gola infiammata o eliminare la tonsillite; fare sciacqui in bocca o pennellare le gengive e le mucose orali irritate, 2 o 3 volte al giorno; contro l'orticaria e i pruriti di altra origine, lavaggi o impacchi con il decotto, fatti almeno 4 volte al giorno, arrecano sollievo; per la bellezza della pelle, fare lavaggi al viso e al collo con il decotto o impacchi con cotone imbevuto dallo stesso, lasciando in posa per 10 minuti.
Tintura: toccamenti o pennellature, su mucose orali infiammate, ne accelerano la guarigione; alcune gocce, 3 o 4 volte al giorno, su foruncoli, piaghe, ulcere e punture di insetti agiscono da antisettico e da cicatrizzante.
Pomata: massaggiare, lievemente, 3 volte al giorno, la pomata sulle parti colpite da prurito; il medesimo massaggio sul viso e sul collo è molto utile per la bellezza, perché l'echinacea rassoda e rende turgida la pelle.
Il succo di echinacea, come la sua pomata, costituisce un'ottima maschera di bellezza: spalmato sulla pelle e lasciatovi per un quarto d'ora circa, non solo cede all'epidermide i Principi Attivi rigeneranti dell'echinacea, ma (come si è detto) impedisce anche, come tutti i derivati di detta pianta, la polimerizzazione dell'acido jaluronico, il quale può così provvedere a rendere turgida e soda la pelle e morbido e vellutato il suo incarnato.
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