Il desiderio di ogni diabetologo è quello di poter intervenire con efficacia nelle fasi precoci della malattia diabetica e di trattare sempre meno, e sempre più avanti nel tempo, le complicanze,
ma l'invecchiamento della popolazione e l'allungamento della vita comportano un aumento delle patologie croniche.
Il paradosso è particolarmente evidente nei pazienti diabetici, il cui aumento dell'aspettativa di vita crea proprio i presupposti per l'espressione clinica delle complicanze stesse.
Fra queste, il piede diabetico può essere a ragione definito la "complicanza delle complicanze": il quadro infatti è causato da anomalie neurologiche e vascolari degli arti inferiori, che possono evolvere in una condizione di infezione, ulcerazione e di distruzione dei tessuti profondi del piede.
Alla luce di tutto ciò emerge l'importanza della prevenzione, che si basa su semplici regole igieniche locali, associate ovviamente ad un corretto stile di vita e all'attenta gestione globale della malattia.
Le complicanze del piede diabetico.
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Le alterazioni nella trasmissione degli impulsi nervosi e la difficoltà di circolazione dovuta al restringimento delle arterie sono meccanismi spesso concomitanti, che fanno delle lesioni epidermiche agli arti inferiori degli eventi piuttosto comuni nel diabetico.
La compromissione dei nervi può manifestarsi con disturbi del tono muscolare, formicolii e sensazioni di punture di spilli, dolori e bruciori, ma più spesso con una perdita della sensibilità (piede diabetico neuropatico).
La difficoltà di circolazione può essere svelata dal dolore o dai crampi al polpaccio che compaiono camminando o, nelle fasi più avanzate, anche a riposo (piede diabetico vascolare).
Inoltre, la riduzione dell'afflusso di sangue alle gambe e ai piedi rende la pelle più secca e fragile e può ostacolare i processi di riparazione delle ferite.
Il piede di una persona diabetica può sviluppare:
infezioni e ulcere: lesioni anche banali, che passano inosservate per la perdita di sensibilità al dolore, se non vengono curate a dovere si trasformano facilmente in ulcere. Le cause possono essere: piccoli tagli o vesciche, calli e duroni, unghie incarnite.
Piede d'atleta: si tratta di una micosi, infezione da parte di funghi che si può prendere in ambienti pubblici, come negli spogliatoi e nelle piscine.
Dita a martello e alluce valgo: entrambe possono essere favorite dalla debolezza del tono muscolare dovuta al danno dei nervi. A loro volta espongono il piede a maggiori sfregamenti e pressioni che favoriscono la comparsa di ulcere.
Piede di Charcot: in alcuni rari casi la perdita di sensibilità è tanto grave che il malato non si accorge di una o più fratture che riguardano le diverse ossa del piede (favorite dall'osteoporosi, frequente in questi casi), portando a gravi deformità e ulcere profonde sulla pianta del piede.
Il decalogo del piede diabetico
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01. Tenere sotto controllo la malattia di base.
02. Controllare i piedi ogni giorno.
03. Lavare i piedi ogni giorno.
04. Mantenere la pelle morbida e idratata.
05. Rimuovere calli e duroni con molta cautela.
06. Tagliare le unghie dei piedi ogni settimana o quando occorre.
07. Mai camminare a piedi nudi.
08. Proteggere i piedi dal caldo e dal freddo.
09. Favorire la circolazione del sangue nei piedi.
10. Saper chiedere aiuto.
Prof. Claudio Tubili Diabetologo
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