Tiroide: cos'è e come funziona

Stanchezza, sonnolenza, poca voglia di fare. Oppure, al contrario, nervosismo, agitazione, difficoltà di concentrazione. Sintomi con i quali non si convive bene, ma che spesso non si sa come affrontare perché sono vaghi ed è difficile capirne l'origine. 

 

Si pensa allo stress, all'ansia, alla pressione, al cuore...Difficile collegare questi malesseri a lei, la tiroide: una ghiandola che si trova nel collo e che, zitta zitta, finisce per influenzare un po' tutto il nostro equilibrio, fisico e psicologico.

A che cosa serve e come funziona la tiroide
Tiroide

La tiroide funziona come una sorta di centralina che entra in attività da quando una persona si sta formando nell'utero materno.

 

Fin dalle prime settimane di vita, regola lo sviluppo neuropsichico, l'accrescimento, il metabolismo, la funzione cardiovascolare, la formazione e la crescita delle ossa.

 

Non solo: è sempre questa ghiandola a influenzare la fertilità, la forza, il tono dell'umore. 

 

Ma questo meccanismo si può inceppare: i disturbi a carico della tiroide, secondo gli esperti, riguardano circa sei milioni di persone nel nostro Paese, persone che sono soggette a problemi come gozzo, ipotiroidismo, ipertiroidismo, per parlare solo dei disturbi più evidenti, ai quali si devono comunque aggiungere molti casi subclinici, ossia non ancora diagnosticati.

 

Una ghiandola endocrina. 

La tiroide è una ghiandola di tipo endocrino (a secrezione interna), che produce sostan­ze, gli ormoni, che vengono riversate nel sangue e agisco­no a distanza su diversi tessuti bersaglio. 

 

Situata nella parte anteriore del collo, all'altezza della quinta vertebra cervica­le della colonna vertebrale, è delimitata da una lamina connettivale aderente alla superficie anteriore e laterale della trachea che ne consente il movimento con la deglutizione.

 

Ha una forma simile a quella di una farfalla: è costituita da due lobi, destro e sinistro, uniti tra loro da uno stretto ponte chiamato istmo. 

 

È lunga all'incirca 6-8 centimetri, larga più o meno 4 centimetri e spessa 2-3 centimetri. 

 

Il peso è variabile in base all'età, allo stile di vita e alla costi­tuzione, ma più o meno si aggira sui 10-20 grammi nell'adulto, mentre nei neonati è di due grammi o poco più.

 

Attiva già nel feto. 

La tiroide inizia a svilupparsi molto presto ed è già attiva attor­no alla 12a settimana della vita fetale, entro il primo trimestre. 

 

Per crescere bene, ha bisogno di una adeguata quantità di ormoni tiroidei materni: in altre parole, la ghiandola della mamma deve essere in forma per fare in modo che si sviluppi correttamente la tiroide del bambino, perché da questo dipen­de la crescita corretta di tutto l'organismo.

 

Spesso, in un range che varia dal 30 al 50% dei casi, alla nascita c'è un prolungamento che parte dall'istmo, chiamato lobo piramidale di Morgagni. Tale struttura è quel­lo che resta del cosiddetto dotto tireoglosso, presente solo in età fetale, che congiunge tiroide e lingua.

 

La permanenza anomala di questa struttura può avere delle ripercussioni sulla salute, poiché da essa possono svilupparsi cisti o fistole all'interno del collo.

 

Come funziona la tiroide.

Le cellule che costituiscono il tessuto della tiroide si chiamano tireociti. Questi si dispongono in un singolo strato a formare i follicoli, una serie di vescicole di forma sferica che rappresen­tano le unità funzionali della tiroide.

 

È all'interno dei follicoli che vengono prodotti gli ormoni, la tiroxina o T4 e la triiodotironina o T3.

 

Oltre ai tireociti esiste un altro tipo di cellule (chiamate cel­lule C) che producono calcitonina, ormone che regola il meta­bolismo del calcio e del fosforo, minerali indispensabili per la formazione dei denti, delle ossa e della trasmissione degli impulsi nervosi.

 

La triiodotironina, T3, e la tiroxina, T4, sono due ormoni che contengono iodio, il cui compito è stimolare il metaboli­smo della maggior parte delle cellule dell'organismo, regolan­do anche l'assimilazione di molti nutrienti come carboidrati, proteine e grassi. 

 

Se la tiroide funziona bene, insomma, il corpo è sano, uti­lizza in modo adeguato i nutrienti, quindi il corpo con tutti i suoi organi e tessuti sta bene ed è in forma.

 

Una zona delicata. 

La tiroide è avvolta da una capsula che, attraverso la guaina peritiroidea, è legata alla parte anteriore della trachea e alla laringe.

 

Dal punto di vista anatomico, questa è una zona molto delicata perché vi si trova un alto numero di vasi sanguigni, fasce muscolari e strutture nervose. 

 

Nella parte anteriore della tiroide sono situati i musco­li omoioideo, sternotiroideo e sternocleidomastoideo, che coprono la zona anteriore e laterale della ghiandola.

 

Dietro i lobi è localizzato un gruppo di nervi e di vasi sanguigni, chiamato fascio nerveovascolare, che comprende l'arteria carotide comune, la vena giugulare interna e il nervo vago. In questa zona si trovano i nervi ricorrenti e le paratiroidi i nervi ricorrenti, chiamati anche nervi laringei inferiori, per corrono quasi tutti i muscoli della laringe.

 

Le paratiroidi. 

Le paratiroidi sono quattro ghiandole addossate alla superficie posteriore della tiroide, due superiori e due inferiori, Il loro compito consiste nel produrre un ormone, chiamate paratormone o Pth, che ha la funzione di regolare il metabolismo del calcio e del fosforo.

 

Se le paratiroidi funzionano eccessivamente (per esempio a causa di un tumore benigno o di una iperplasia, che spesso colpisce più paratiroidi contemporaneamente) e producono livelli troppo elevati di paratormone, la quantità di calcio circolante nel sangue aumenta. 

 

Di conseguenza è maggiore l'eliminazione del calcio con le urine e la tendenza di questi sali ad aggregarsi, con la conseguente formazione di calcoli renali e successive coliche.

 

Il sistema ipotalamo-ipofisi. 

La tiroide funziona secondo uno schema circolare (asse ipotalamo-ipofisi-tiroide) che parte dall'ipotalamo, un'area di pie cole dimensioni situata alla base del cervello, sede di produzione di numerosi ormoni regolatori della funzione dell'ipofisi.

 

Quando si ha una riduzione degli ormoni tiroidei in circolo l'ipotalamo produce un ormone chiamato Trh (Thyrotroping releasing hormone) che, a sua volta, favorisce la produzione di un secondo ormone, il Tsh, da parte di una piccola ghiandola, l'ipofisi, che si trova subito al di sotto dell'ipotalamo.

 

Tsh significa appunto "ormone che stimola la tiroide" (Thyroic stimulating hormone) ed è quello che favorisce la produzione di T3 e T4.

 

Questo meccanismo funziona quindi come una sorta di termostato: quando il livello di T3 e di T4 si abbassa, il sistema ipotalamo-ipofisi lavora di più per stimolare la tiroide a produrre altri ormoni.

 

Se, al contrario, il livello di ormoni tiroidei in circolo è eccessivo, vengono inviati segnali a ipotalamo e ipofisi perché inibiscano la produzione delle due sostanze che stimolano la tiroide a produrre ormoni.

 

Si tratta insomma di un meccani­smo circolare molto preciso ed equilibrato di auto-regolazione o feed-back.

 

Un meccanismo complesso. 

L'apporto di quantità adeguate di iodio è un requisito fonda­mentale per la sintesi di ormoni tiroidei. Questa sostanza viene assorbita sotto forma di ioduro e captata dalle cellule dei fol­licoli tiroidei o tireociti che sintetizzano una glicoproteina, la tireoglobulina.

 

La tireoglobulina, un elemento precursore degli ormoni, si accumula nei follicoli dove ha una sorta di funzione di riserva: a seconda delle necessità, viene riassorbita e idroliz­zata da enzimi con successiva sintesi di T3 e T4 che vengono poi messi in circolo.

 

La T4 (tiroxina) in circolo è prodotta esclusivamente dalla tiroide, mentre la maggior parte della T3 (triiodotironina) è di origine extra-tiroidea, deriva cioè dalla trasformazione della tiroxina che avviene nei tessuti periferici.

 

Una volta in circolo, questi ormoni vengono legati a protei­ne che servono a trasportarli nei tessuti e una volta lì si scindo­no dalle proteine; poiché solo da "liberi" sono biologicamente attivi, quando si esegue una ricerca per dosarli nel sangue, si dosa la frazione libera, che si indica con le sigle FT3 (free T3) e FT4 (free T4).

 

Il ruolo degli ormoni tiroidei. 

 

Gli ormoni tiroidei svolgono diversi compiti:

  1. favoriscono lo sviluppo del sistema nervoso e della struttura ossea del feto e sono necessari per l'accrescimento corporeo nel bambino e per la maturazione dei vari apparati.
  2. Nell'adulto, regolano il metabolismo basale, ossia il consu­mo di ossigeno a riposo. Se aumentano gli ormoni tiroidei, aumenta il consumo energetico.
  3. Gli ormoni tiroidei giocano poi un ruolo critico nella termogenesi: circa il 30 per cento del calore prodotto dal metabolismo basale dipende infatti da loro.

Inoltre sono in grado di potenziare la termogenesi indotta dalle catecolamine in risposta a basse temperature ambientali o alla introduzione di cibo. Importante è il ruolo svolto dagli ormoni tiroidei nel metabolismo di zuccheri e grassi, nella sintesi delle proteine e nella regolazione del sistema cardiovascolare.

Tiroide: perché serve lo iodio.

È necessario un adeguato apporto di iodio con la dieta perchè i tireociti possano sintetizzare l'ormone tiroideo, soprattutto la tiroxina (T4). La dose necessaria di iodio è stimata tra 100 150 mcg (la millesima parte di un milligrammo) al giorno.

 

L'assunzione va garantita molto presto, addirittura in epoca prenatale ed è importante che la donna in gravidanza ne consumi una quantità adeguata: un apporto insufficiente o scarso di iodio in gestazione determina uno sviluppo insufficiente della tiroide, con serie conseguenze per la maturazione delle cellule che costituiscono il sistema nervoso centrale, che si sviluppa proprio durante la vita intrauterina nei primi anni di vita. 

 

In età infantile il fabbisogno continua a restare elevato: lo iodio non deve mancare mai per un sano sviluppo neuronale e quindi cognitivo del bambino.

Lo iodio va assunto con la dieta.

Lo iodio va assunto con la dieta. Gli esseri umani non producono iodio e lo devono quindi introdurre attraverso i cibi o l'acqua. Nonostante il fabbisogno giornaliero sia relativamente basso (attorno ai 150 microgrammi ), non è semplicissimo raggiungere la quantità sufficiente.

 

In quali alimenti si trova lo iodio. 

Lo iodio si trova nelle crucifere (cavoletti di Bruxelles, cavolfiore, broccoli) e in altri vegetali, nella carne, ma soprattutto nei pesci e negli organismi che vivono in mare, alghe comprese.

 

È presente anche nelle acque potabili e nelle acque minerali in bottiglia. La forma di prevenzione più semplice consiste nell'utilizzo del sale iodato, cioè di sale addizionato con una congrua quantità di iodio.

 

Quando non ci si sente bene, è quindi importante verificare sempre la salute della tiroide: molti controlli, dal banale prelievo del sangue all'ecografia del cotto, sono semplici, indolori e poco o per nulla invasivi.

 

Nel caso, oltretutto, si scopra qualcosa che non va, si hanno a disposizione molti rimedi efficaci, dalla semplice alimentazione alle cure naturali, dai farmaci alla chirurgia.

 

Fonte: nostre elaborazioni su fonti diverse.

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