Il burro fa bene anche alla dieta

Secondo le nuove ricerche, i grassi animali derivati del burro, assunti nella giusta misura, sono amici della dieta. Da molti considerato nemico della sana alimentazione, il burro si sta riscattando dalla cattiva fama che si porta dietro. 

È un ottimo alimento facilmente digeribile, perché ricco di acidi grassi a catena corta, vera e propria fonte energetica per la mucosa intestinale. Un nuovo studio dell'università di Boston evidenzia come consumare burro con moderazione (non più di 14 g al giorno) ci protegga dal diabete di tipo 2. 

Il burro fa bene anche se si è a dieta
Il burro fa bene

Il motivo: una dieta troppo povera di grassi animali riduce il lavoro del metabolismo e altera l'equilibrio dell'insulina, attivandone una produzione eccessiva.

 

Ciò interferisce con alcune importanti funzioni, tra cui quella di stimolare lo stoccaggio delle proteine per i tessuti e gli organi e di permettere un ottimale utilizzo degli zuccheri, disattivando senso di fame e bisogno di dolci.

 

L'acido butirrico, poi, favorisce la corretta riproduzione dei batteri buoni della flora batterica intestinale, quelli che consentono un migliore assorbimento delle sostanze nutritive, oltre a esercitare una funzione sfiammante e detossinante delle mucose gastriche.

 

Insomma, nelle corrette dosi, il burro è un vero e proprio veicolo di benessere.

 

Il burro un vero alleato della dieta.

L'assenza di burro nell'alimentazione può predisporre all'aumento di peso.

 

Anche se li escludiamo dal menù, i grassi, in particolare quelli del burro, sono comunque "fabbricati" dal nostro organismo, il quale tende a mantenerne una riserva stabile.

 

Se la dieta contiene sia zuccheri sia grassi, questi ultimi rallentano l'assorbimento dei carboidrati in modo che l'insulina non venga eccessivamente stimolata e non si abbia un eccessivo stoccaggio di grassi nelle cellule adipose.

 

Cibi molto calorici, ricchi soltanto di zuccheri che non apportano sostanze nutritive, fanno insorgere senso di sazietà più lentamente e, soprattutto, stimolano l'insulina, un ormone che induce la trasformazione dei carboidrati in grassi.

 

La formula migliore per mantenere in forma la nostra silhouette è quella di bilanciare grassi anche di origine animale come il burro, carboidrati e ovviamente proteine che concorrono alla formazione della massa muscolare.

 

Le dosi corrette: non bisogna superare i 50-60 g di lipidi vegetali e animali e il burro non dovrebbe superare i 10-12 g quotidiani. Dobbiamo essere consapevoli che i grassi di origine animale possono essere presenti in forma nascosta anche in altri cibi, come i biscotti, che consumiamo nel corso della giornata.

 

Il burro piace a tutti.

Sono 18 milioni i consumatori italiani di burro secondo Assolatte. Ricerche di mercato rilevano che la vendita dei classici panetti è in aumento in tutte le aree del nostro Paese.

 

I consumi  pro-capite sono tra i 2.3 e i 2.5 kg all'anno e un'indagine ha rivelato che nelle regioni del Sud si registra la quota più alta di consumatori di burro: 81,6% della popolazione contro il 76,8% di media nazionale.

 

Si al burro!

A differenza della margarina derivata da oli vegetali, il burro, seppur di derivazione animale non contiene grassi trans, che sono tossici per le membrane cellulari.

 

Va gustato preferibilmente a crudo per non alterare con il calore della cottura il contenuto vitaminico e poter godere della sua massima espressione di gusto.

 

Pane e burro, uno degli elementi principali di una tipica colazione "alla francese", può definirsi un pasto completo per la presenza di carboidrati, proteine, vitamine e grassi.

 

È una buona fonte di grassi in grado dì riparare i danni causati dai radicali liberi, provocati anche dagli oli vegetali idrogenati ancora presenti in qualche merendina.

 

Quando non è pastorizzato contiene minerali e vitamine che proteggono le articolazioni e le

arterie dall'irrigidimento.

 

Pur essendo un grasso, ha un basso potere calorico ed è composto per il 15% da acqua; a parità di peso, l'olio extravergine dì oliva presenta un maggior numero di calorie.

 

QUANDO DIRE NO AL BURRO.

Meglio non eccedere con la quantità: il burro potrebbe causare un aumento del colesterolo, un fattore di rischio per ipertensione e alterazioni dei grassi nel sangue.

 

Attenzione quando si cuoce: oltre i 130 °C sprigiona l'acroleina, un composto tossico.

Il burro fa bene a:

OSSA E DIFESE IMMUNITARIE.

Ricco di vitamina D, il burro favorisce l'assorbimento di calcio e fosforo, indispensabili per rendere le ossa forti e resistenti soprattutto in menopausa quando la caduta degli estrogeni provoca una diminuzione della densità delle cellule ossee.

 

C'è di più: la vitamina D regola anche la concentrazione di calcio nel sangue, mantenendola sempre costante.

 

E questo aspetto è molto importante poiché, tra le altre funzioni, il minerale favorisce la trasmissione degli impulsi nervosi e l'attività degli enzimi, le sostanze che accelerano le reazioni cellulari immunitarie.

 

Corrette dosi di vitamina D (calcitriolo) favoriscono la maturazione dei macrofagi, anticorpi del tipo immunoglobuline con benefici effetti protettivi dalle infezioni di qualsiasi tipo.

 

CONTRO ALLERGIE E INVECCHIAMENTO.

10 g di burro al giorno forniscono all'organismo il quantitativo di vitamina A necessario per dichiarare guerra alle rughe, stimolare la produzione di collagene, restituendo alla pelle compattezza, tonicità e nel complesso un aspetto morbido e idratato.

 

Ma la vitamina A ha anche il potere di combattere efficacemente l'acne e, in genere, le allergie cutanee, riequilibrando la produzione di sebo. Inoltre, il selenio e gli altri antiossidanti presenti nel burro contrastano la formazione di radicali liberi responsabili del processo di invecchiamento cutaneo.

 

Con il tempo il DNA accumula degli errori nella sua replicazione e ciò può portare all'autodistruzione delle cellule: grazie alla presenza di antiossidanti questo processo viene rallentato e la pelle mantiene più a lungo un aspetto luminoso e tonico.

 

CERVELLO E TIROIDE IN FORMA.

Un filo di burro, vero e proprio scrigno di selenio, non dovrebbe mai mancare sulle fette biscottate della colazione al mattino.

 

Carenze di questo minerale possono provocare difetti nell'ossigenazione cerebrale e dell'eccitabilità nervosa che rallentano l'attività mentale, come conferma uno studio della Deakin University (Australia).

 

Inoltre il selenio ha anche un'altra caratteristica, quella di attivare gli ormoni tiroidei che hanno un ruolo chiave sull'attività del cuore, della circolazione, degli zuccheri, della salute delle ossa e del sistema nervoso.

 

C'è di più: il burro è ricco di vitamina E, molto attiva contro l'invecchiamento cellulare e in grado di garantire un corretto sviluppo cerebrale. Il tocoferolo (vitamina E) garantisce miglioramenti cognitivi nei bambini e fra gli over 40 alle prese con lavori intellettuali stressanti.

 

CIRCOLAZIONE IN EQUILIBRIO.

A volte graffi ed escoriazioni guariscono lentamente: ciò significa che assumiamo poca vitamina K.

 

Proviamo a inserire una noce di burro per condire la pasta o per rendere più saporita una tartina. Il burro, con le sue corrette dosi di vitamina K, favorisce la coagulazione del sangue accelerando la guarigione di ferite e abrasioni.

 

Uno studio dell'Università di Rotterdam ha riscontrato che coloro che mangiano regolarmente burro sono meno esposti al rischio di contrarre malattie cardiovascolari e sono meno esposti ai processi di calcificazione arteriosa.

 

Questa vitamina riesce, infatti, a trasportare il calcio nelle aree del corpo dove è necessario, tenendo sotto controllo l'osteoporosi.

 

Leggi anche: Come fare i burri composti

 

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