Cefalea tensiva: cause e rimedi

La cefalea tensiva è sicuramente la forma più diffusa di mal di testa poiché, stando agli ultimi dati della Società internazionale delle cefalee, più del 75 % della popolazione ha almeno un attacco l'anno.


Fortunatamente, si tratta della forma di mal di testa meno debilitante, visto che circa il 60 per cento di chi ne è afflitto non consulta neppure il medico e cerca di risolvere il disturbo in modo autonomo.

 

Anche in questo caso, il sesso più colpito è quello femminile (7 donne rispetto a 3 maschi) e l'arco di vita maggiormente a rischio è quello compreso tra i 30 e i 40 anni.

 

Il 70 per cento di chi ne soffre, inoltre, ha almeno un genitore affetto dallo stesso disturbo.

Cefalea tensiva: cause e rimedi
Cefalea tensiva

LE CAUSE.

 

Anche in questo caso, sulle cause della cefalea tensiva si fanno soprattutto ipotesi: è verosimile che questo tipo di mal di testa sia provocato (lo dice il nome stesso) da una tensione e da un indurimento dei muscoli della nuca, del collo e delle tempie che si serrano intorno al capo come una vera e propria morsa.

 

Questa attività muscolare eccessiva, d'altra parte, è stata registrata e si è visto che nelle persone che soffrono di questo tipo di mal di testa la tensione delle fasce muscolari della regione posteriore del capo è molto più intensa che in chi non ne è soggetto.

 

L'acido lattico.

 

Contraendosi e indurendosi, però, i muscoli producono anche una maggiore quantità di acido lattico (una sostanza di rifiuto dell'organismo legata all'affaticamento muscolare), che agisce da vero e proprio veleno in grado di amplificare e autoalimentare il mal di testa.

 

Non solo, quando i muscoli sono induriti vanno a premere sulle vertebre del collo e le fanno avvicinare le une alle altre: le radici dei nervi che si diramano da questa zona vengono perciò irritate e il mal di testa ne è la diretta conseguenza.

 

Lo stress.

 

Studi più recenti hanno messo in luce che alla base di questo tipo di cefalea c'è anche una soglia del dolore alterata.

 

Le persone che ne soffrono, cioè, sono particolarmente sensibili nei confronti delle sensazioni dolorose e questa maggiore recettività è legata a sua volta a motivi di carattere emotivo: tensioni, stress psicologici, variazioni nei normali ritmi di lavoro o di vita, stanchezza, per esempio.

 

Tutte queste situazioni, infatti, sembra siano in grado, attraverso particolari meccanismi biochimici, di interferire con il livello delle endorfine, gli ormoni del benessere che hanno la funzione di oppioidi naturali e che ci rendono più resistenti alle sensazioni dolorose.

 

Se le endorfine diminuiscono, quindi, anche una normale contrattura dei muscoli del capo e del collo viene perciò percepita dal cervello come intensa e insopportabile.

 

I sintomi.

 

La cefalea muscolo-tensiva è un mal di testa che "monta" lentamente, e che provoca un dolore di tipo oppressivo che coinvolge tutto il capo.

 

C'è chi ha la sensazione che la testa sia letteralmente schiacciata da una cappa pesante, chi lo vive come una morsa che attanaglia il capo, o chi accusa il classico cerchio localizzato soprattutto sulla fronte e che in qualche caso si irradia anche al collo.

 

Un dolore moderato.

 

Il dolore, però, è superficiale e non risulta assolutamente pulsante. Stando ai criteri diagnostici identificati dall'International headache society, questo mal di testa può affliggere da un minimo di mezz'ora sino a sette giorni consecutivi, anche se viene sempre descritto come moderato e non raggiunge mai un'intensità tale da risultare insopportabile.

 

Non blocca, infatti, i normali ritmi di vita e, generalmente, migliora muovendosi e uscendo di casa.

 

CHI E' PIÙ COLPITO.

 

Alcuni studi hanno rilevato che chi soffre di cefalee tensive ha spesso tratti della personalità comuni, come, per esempio, una certa propensione alla depressione oppure un'attenzione esagerata a ogni minimo segnale lanciato dal corpo.

 

E' tipico, inoltre, anche uno stato di preoccupazione continuo nei confronti della propria salute.

 

Spesso, si tratta di persone che hanno anche problemi di relazione con gli altri e a volte sono aggressivi, competitivi e ostili.

 

Proprio per queste loro caratteristiche, dunque, qualsiasi evento stressante si traduce in un doloroso mal di testa, quasi che l'atteggiamento psicologico trovasse, proprio attraverso il corpo, una valvola di sfogo e un modo per farsi sentire in modo tangibile.

 

I FATTORI SCATENANTI.

 

Lo scatenarsi della cefalea muscolo tensiva viene facilitato dagli stati ansiosi e dallo stress, ma esistono anche altre situazioni che possono aprirgli la strada:

 

  • l'affaticamento mentale, magari per avere letto e studiato molto a lungo;
  • un prolungato sforzo di concentrazione e attenzione;
  • un'attività che ha impegnato a lungo la vista;
  • il mantenimento di una posizione, soprattutto se scorretta: guidare a lungo nel traffico con la schiena lontana dallo schienale del sedile, per esempio, o scrivere di continuo tenendo il capo reclinato in avanti e, di conseguenza, con i muscoli della nuca perennemente in tensione.

I MOMENTI PIÙ A RISCHIO.

 

La cefalea tensiva può profilarsi in qualsiasi momento della giornata ma, il più delle volte, vede il suo esordio proprio di mattina.

 

Non si manifesta, però, come un dolore acuto e lancinante, ma piuttosto come un dolore sordo e continuo, che va aumentando nel corso della giornata per raggiungere un vero e proprio apice di sera.

 

PUO' ESSERE EPISODICA O CRONICA.

 

A seconda del numero di attacchi la cefalea tensiva può essere episodica o cronica.

 

La forma episodica è presente per meno di 180 giorni annui (ovvero meno di 15 giorni ogni mese) e tali attacchi durano da 30 minuti a 7 giorni.

 

Il dolore è di intensità lieve o moderata e non è accompagnato da nausea o vomito. Eventualmente può esserci una certa insofferenza nei confronti della luce o dei suoni.

 

La forma cronica, invece, compare per più di 15 giorni al mese e per almeno sei mesi nel corso di un anno.

 

Ha una durata che mediamente è intorno al giorno (o più), il dolore è leggermente più intenso di quello della forma episodica e a volte si associa anche a un leggero senso ai nausea.

Cefalea tensiva: i rimedi.

La prima misura nei confronti delle cefalee tensive è quella di cercare di abbassare tutti quei fattori che ne favoriscono la comparsa, soprattutto lo stress, l'ansia e le tensioni emotive che hanno un ruolo così importante nello scatenarle.

 

A questo proposito, sono di grande giovamento tutte le tecniche di rilassamento: il training autogeno, lo yoga e lo shiatsu, per fare solo qualche esempio.

 

I farmaci.

 

Se, nonostante ciò, il dolore si profila ugualmente e non tende a regredire, si può ricorrere ai farmaci.

 

Quelli più indicati sono i Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei), a base di acido acetilsalicilico o di paracetamolo, per esempio, da prendersi non appena compaiono i primi sintomi.

 

Il bio-feedback.

 

La cefalea tensiva può essere affrontata anche senza farmaci e uno degli strumenti più validi per ottenere buoni risultati è il bio-feedback.

 

Si tratta di una metodica che in italiano potrebbe essere tradotta come "segnalatore biologico", ed è effettuata con l'aiuto di un'apparecchiatura elettronica che insegna a rilassare i muscoli.

 

Alla persona viene fatta indossare una cuffia simile a quella dei walkman e su varie parti del suo corpo vengono applicati alcuni sensori, del tutto simili a quelli che vengono usati per l'elettroencefalogramma, che sono collegati alla macchina.

 

Quando i muscoli si tendono, la macchina emette un fischio fastidioso (o un segnale luminoso) che da immediatamente la percezione di avere contratto una fascia muscolare.

 

Scatta anche per movimenti impercettibili e di cui non abbiamo assolutamente coscienza, come il semplice aggrottamento della fronte.

 

Se, invece, la persona si concentra e cerca di rilasciare le fasce muscolari, l'impulso sonoro o luminoso varia di intensità o cessa.

 

La persona, perciò, si rende immediatamente conto di quelle contratture che possono essere le cause che permettono alla cefalea tensiva di instaurarsi.

 

Quindi, attraverso un vero e proprio programma che permette di prendere coscienza del proprio corpo e dei propri movimenti, la persona impara gradualmente a controllare la sua muscolatura e a rilassarla quando necessario.

 

Il tutto viene fatto nei centri per la cura delle cefalee sotto il diretto controllo di uno specialista, che aiuta la persona a imparare a controllare le sue posture.

 

Dopo alcune sedute gli attacchi cominciano a diminuire, ma si è visto che questa metodica è indicata soprattutto per i giovani e i bambini che, proprio perché maggiormente "plastici" e facili all'apprendimento, ottengono generalmente i risultati migliori.

 

L'agopuntura.

 

Lo afferma anche l'Organizzazione mondiale della sanità: l'antica medicina cinese può essere di grande aiuto nell'alleviare i sintomi delle cefalee tensive.

 

Inseriti in punti ben precisi, gli aghi sono in grado di stimolare la produzione da parte dell'organismo di endorfine, sostanze naturali che regolano il nostro benessere e che ci rendono più resistenti alle sensazioni dolorose.

 

La medicina cinese è indicata, quindi, in questo tipo di mal di testa alla cui base c'è spesso proprio un'alterazione nella percezione del dolore.

 

II trattamento dell'agopuntura è però piuttosto prolungato e, per ottenere i primi risultati, sono necessarie almeno 10 sedute.

 

Non si tratta perciò di un provvedimento rapido e immediato come quello che si verifica invece prendendo un antidolorifico, ma senza dubbio l'agopuntura permette di affrontare il disturbo senza dover essere sempre dipendenti da una sostanza farmacologica. E anche questo dato ha ovviamente i suoi pregi.

 

La massoterapia.

 

La massoterapia consiste in massaggi che sciolgono e decontraggono i muscoli e, effettuati da un fisiatra e in un centro specializzato, sono indicati soprattutto quando la cefalea tensiva si associa anche all'artrosi cervicale (l'usura delle vertebre del collo che può essere messa in luce con una radiografia).

 

Oppure se c'è una continua contrattura dei muscoli paravertebrali (quelli che corrono paralleli alla colonna vertebrale) o, ancora, se si ha una notevole difficoltà di movimento, soprattutto nella rotazione del capo.

 

In questi casi, comunque, può essere utile anche associare al trattamento il nuoto, una ginnastica estremamente benefica in questi casi perché permette ai muscoli di rilassarsi in modo dolce e senza inutili ulteriori stress.

 

Sono controindicate, invece, le manipolazioni e le trazioni meccaniche: possono risultare eccessivamente aggressive per le vertebre del collo e non favorire quel rilassamento muscolare necessario a contrastare il mal di testa.

 

Il calore.

 

Le cefalee tensive possono essere alleviate anche ricorrendo al calore e, a questo proposito, possono essere utili sedute di marconiterapia o di ultrasuoni che, scaldando la parte, sciolgono i muscoli, ne alleviano la tensione e risultano decisamente un provvedimento antidolore.

 

Se si vuole, si può ricorrere anche a un rimedio casalingo che sfrutta lo stesso principio d'azione: consiste nel mettersi sotto il getto dell'acqua calda della doccia, orientandolo proprio sul collo e sulla nuca.

 

Cinque minuti del benefico micromassaggio possono aiutare i muscoli contratti a lasciarsi andare e ad allentare la loro dolorosa morsa.

 

IN ALCUNI CASI SI PUÒ PREVENIRE.

 

Se la cefalea tensiva è di quelle indebellabili e colpisce per più di 7-10 giorni al mese, è utile ricorrere a cure preventive che abbassano i rischi di dover fare i conti con i suoi dolorosi attacchi.

 

Questo tipo di cure è indicato soprattutto quando ci sono anche tratti della personalità che influenzano direttamente la contrattura muscolare e quelle alterazioni nella resistenza al dolore che stanno alla base del disturbo: persone, per esempio, piuttosto preoccupate del proprio stato di salute, con una certa rigidità dal punto di vista emotivo e affettivo.

 

Anche in questo caso gli effetti non sono immediati e, per avere i primi risultati, sono necessari almeno 2-3 mesi di cura.

La ginnastica per prevenire le cefalee tensive.

Per prevenire le cefalee tensive è utile tenere sempre ben allenata la fascia muscolare del collo e della nuca, in modo che i muscoli abbiano un'elasticità tale che li porti a serrarsi con minor facilità intorno alla testa.

 

Ecco alcuni esercizi utili a questo scopo che rappresentano perciò una sorta di medicina preventiva nei confronti degli attacchi.

 

Basta eseguirli una volta al giorno, con lentezza e senza mai raggiungere la soglia del dolore.

 

1 ° ESERCIZIO

 

Sedersi davanti a un tavolo, appoggiando le braccia sul piano d'appoggio. Mettere una mano sopra l'altra e appoggiarvi la fronte, come se si volesse dormire. Inspirare con il naso ed espirare con la bocca per qualche minuto, sinché non si sente che i muscoli del collo iniziano a rilassarsi e si detendono. Questo esercizio serve proprio per ottenere un completo rilassamento muscolare.

 

2° ESERCIZIO.

 

Seduti su una sedia e con i piedi ben poggiati a terra, intrecciare le mani sopra la testa e spingere delicatamente il capo verso il basso. Mantenere la posizione per 20 secondi respirando ritmicamente e con lentezza.

 

Ritornare alla posizione di partenza e ripetere l'esercizio per 10 volte. Questi movimenti determinano un leggero stiramento dei muscoli del collo che li porta a perdere tensione e rigidità.

 

3° ESERCIZIO.

 

In posizione eretta e con i piedi ben uniti, sollevare le spalle verso le orecchie. Mantenere la posizione per 5 secondi e poi rilassarsi. Portare quindi le spalle verso il basso, mantenendo nuovamente la posizione per 5 secondi.

 

Ritornare alla posizione di partenza e ripetere 5 volte. Questo esercizio rilassa il grosso muscolo della schiena (il trapezio) che si inserisce proprio nella muscolatura del collo.

 

4° ESERCIZIO.

 

In posizione eretta, spingere le spalle all'indietro. Mantenere la posizione per 5 secondi e tornare a quella di partenza. Spingere poi le spalle in avanti, mantenere nuovamente la posizione per 5 secondi e rilassarsi.

 

Ripetere 5 volte. Questo esercizio rilassa ulteriormente il trapezio e i muscoli della nuca coinvolti nel mal di testa.

 

5° ESERCIZIO.

 

Seduti su una sedia, con la schiena diritta, i piedi appoggiati a terra, le gambe leggermente divaricate e le braccia abbandonate all'interno delle cosce. Far cadere in avanti il capo e, in lenta progressione, il collo, le spalle e la schiena, sino a incurvarsi completamente e a raggiungere il terreno con i palmi delle mani.

 

Mantenere la posizione per qualche secondo, rilassandosi. Rialzarsi lentamente staccando prima le mani dal terreno e, successivamente, raddrizzando schiena, spalle, collo e testa. Ripetere 2 volte. Questo esercizio determina un benefico stiramento dei muscoli del collo, delle spalle e della schiena.

 

6° ESERCIZIO.

 

In posizione eretta e con i piedi ben poggiati a terra, tenere il viso dritto e spingere il mento verso l'esterno. Mantenere la posizione per pochi secondi e tornare alla posizione di partenza. Fare successivamente lo stesso tipo di movimento, portando però il mento verso l'interno.

 

Ripetere con lentezza 10 volte. Questo esercizio serve per distendere la muscolatura paravertebrale delle vertebre del collo ed evitare che possa andare a premere sulle radici nervose che si irradiano dal capo, irritandole.

 

"Tali informazioni non devono mai sostituire la consulenza personalizzata di un medico. Pertanto, ogni decisione presa sulla base di queste indicazioni dev’essere intesa come personale e secondo propria responsabilità".

 

Fonte: nostre elaborazioni su fonti diverse. 

 

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