Alimentazione: senza pesticidi si può

Uno studio americano conferma che le colture con tecnologia bio sono convenienti. Più di 8 miliardi di euro di cibo all'anno vengono gettati nella spazzatura (Rapporto 2014 Waste Watcher – Knowledge for Expo).

Ogni famiglia italiana butta tra i 200 e i 2 chilogrammi di alimenti ogni settimana, lo spreco domestico costa 8,7 miliardi di euro all'anno, circa 7,06 euro settimanali a famiglia.

Alimentazione senza pesticidi, si può
Pesticidi

Tra le cause di tanto spreco ci sono gli eccessivi acquisti di cibo, favoriti spesso dalle promozioni dei supermercati (paghi 2 e prendi 3) che inducono a portare a casa confezioni di prodotti destinati a finire nella spazzatura.

 

Per la FAO gettare via il cibo costa al mondo 750 miliardi di dollari all'anno. Eppure, nonostante questi dati siano inequivocabili, uno degli argomenti principali che l'industria e gli economisti usano a favore dei fitofarmaci (pesticidi) è che le colture con tecniche biologiche non permetterebbero di produrre abbastanza cibo per tutti.

 

PRODOTTI DA CONSUMARE, NON DA GETTARE.

Se consideriamo che in Italia buttiamo una quantità di cibo immensa (compriamo due e buttiamo uno), lecito chiedersi se si possa fare a meno di questa eccessiva offerta di cibo, superiore alla richiesta e, sicuramente, al reale bisogno della popolazione. Una produzione che, per essere tale, ha bisogno di utilizzare grandi quantità di sostanze chimiche.

 

Se volessimo ridurre i pesticidi, avremmo un forte calo della produzione? Ebbene no.

 

Possiamo infatti affermare sempre più convinti che si può fare a meno dei pesticidi. Una ricerca americana, pubblicata su Proceedings B of RoyalSociety (AA.V.V., Diversification practices reduce organic to conventional yield gap, novembre 2014 ) e basata su 115 studi contenenti oltre 1000 osservazioni, ha rilevato che la resa dei campi coltivati con metodi biologici è inferiore di circa il 19% rispetto a quelli coltivati usando pesticidi e prodotti chimici.

 

Ma ha anche rilevato che un'attenta gestione delle pratiche agricole (policoltura, rotazione) applicate nella pratica di colture bio porta a raccolti con un rendimento minore solo dell'8-9% rispetto alle colture con impiego di pesticidi. Il vero problema non è la quantità dei raccolti, spesso molto superiore, come abbiamo detto, al fabbisogno alimentare, ma l'accesso al cibo soprattutto nei Paesi poveri.

 

Gli autori concludono affermando che "questi promettenti risultati basati su una robusta analisi di una grande quantità di dati, suggeriscono che adeguati investimenti nella pratica e nella ricerca in agro-ecologia, per migliorare i sistemi di gestione biologica, potrebbero ulteriormente ridurre o addirittura eliminare il divario di rendimento dei terreni coltivati con l'uso di pesticidi anche nei Paesi in via di sviluppo".

 

E la buona notizia è che il primo comune d'Europa che ha bandito dal proprio territorio l'uso dei pesticidi è italiano, precisamente Malles, in Val Venosta.

Cosa sono i pesticidi?

Il termine pesticidi, spesso usato come sinonimo di prodotti fitosanitari, indica i prodotti usati principalmente in agricoltura per proteggere le colture e impedire che vengano distrutte da malattie e infestazioni.

 

Quanti se ne usano in Italia?

Quasi 150 mila tonnellate/anno (dati governativi ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - www.isprambiente.gov.it Rapporto 208/2014).

 

Nel periodo 2001-2012 si è avuta una diminuzione delle vendite di prodotti fitosanitari (passati da 147.771 a 134.242 tonnellate) con un calo maggiore, meno 30%, dei prodotti più pericolosi.

 

Perché sono pericolosi i pesticidi? È stato dimostrato che alterano il sistema ormonale (sono detti anche Interferenti Endocrini), agendo sugli organi di chi ne è esposto, comprese le cellule germinali, in modo tale da perpetuare l'effetto nelle generazioni future. Favoriscono lo sviluppo di tumori e alterazioni dello sviluppo neuro - cognitivo nei bambini.

 

CHI CONTROLLA SE I PESTICIDI SONO PRESENTI NEL NOSTRO PIATTO?

L'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare - www.efsa.europa.eu) si occupa di monitorare queste sostanze e di supportare la Commissione Europea per quanto concerne le decisioni legislative. Una corposa legislazione UE disciplina la commercializzazione e l'impiego dei prodotti fitosanitari e de loro residui negli alimenti. Nel 1993 erano oltre 1000 i pesticidi usati il agricoltura; l'EFSA ne ha autorizzati 250.

 

Nel comunicato di dicembre 2014. si afferma che il 97% di tutti 79.000 campioni alimentari analizzati (sono stati ricercati 800 pesticidi e i loro metaboliti nell'ambito dell'ultimo piano di monitoraggio dimensione europea) contiene livelli di residui che non superano i limiti di legge (LMR = Livelli Massimi di Residui), con oltre il 54% de campioni esenti da qualsiasi traccia rilevabile di fitofarmaci.

 

Per gli alimenti biologici la percentuale di eccedenza degli LMR in confronto a prodotti non biologici è risultata inferiore ( lo 0,8% contro il 3,1%). Il tasso di non conformità degli alimenti importati nell'Unione Europea da Paesi extraeuropei è invece cinque volte superiore.

 

Se da una parte i dati sembrano tranquillizzarci, dall'altra rimango due grandi problemi: il primo è che gli effetti dovuti alla somma di diversi pesticidi presenti nel piatto potrebbero essere più pericolosi; il secondo è che non abbiamo studi sufficienti sui danni a lungo termine soprattutto sui bambini, i cui organi, particolarmente il tessuto cerebrale, sono in rapida evoluzione, quindi molto più fragili.

 

INQUINAMENTO AMBIENTALE

L'ISPRA ha rilevato la presenza di erbicidi, fungicidi e insetticidi nel 57% dei campioni di acque superficiali e nel 31% di quelle profonde, soprattutto nella Pianura Padano-Veneta. Nel 17.2% delle acque superficiali e nel 6,3% di quelle profonde il livello di pesticidi supera i limiti di legge.

 

"Spesso", scrive l'ISPRA, "sono presenti miscele di sostanze diverse: ne sono state trovate fino a 36 contemporaneamente. L'uomo, gli altri organismi e l'ambiente sono esposti a un cocktail di sostanze chimiche di cui non si conoscono adeguatamente gli effetti, per l'assenza di dati sperimentali.

 

Il motivo maggiore di preoccupazione è la persistenza di certe sostanze, che, insieme alle dinamiche idrologiche molto lente, rende i fenomeni di contaminazione ambientale difficilmente reversibili".

COSA VUOL DIRE BIOLOGICO?

La scelta biologica è una realtà agricola ed economica che:

  1. per le produzioni vegetali usa rotazioni e tecniche antiche, ma innovative rispetto al convenzionale
  2. per la zootecnia rispetta la fisiologia animale e per la trasformazione mira al "necessario" e non al superfluo.

COME SI ATTUA IL "BIOLOGICO"?

  • Ricostruendo i cicli ecologici e i flussi di sostanza organica e dei nutrienti;
  • favorendo il reinstaurarsi degli equilibri naturali;
  • non utilizzando prodotti di sintesi né per la difesa, né per la fertilizzazione, né per la profilassi;
  • valorizzando le risorse del luogo e trasformando in un valore ciò che potrebbe costituire un problema;
  • dando un valore alle "funzioni collaterali" dell'agricoltura (educazione, rapporto uomo-terra);
  • conoscendo i propri strumenti di lavoro e migliorandone l'uso.

La tecnologia "bio" ha anche altri risvolti: aumenta del 50% la biodiversità nelle aree non coltivate e aumenta del 60-150% le popolazioni di insetti impollinatori.

 

Fonte: nostre elaborazioni su fonti diverse.

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