I noduli alla tiroide: sintomi e cure

I noduli alla tiroide, singoli o mul­tipli, rappresentano una patolo­gia endocrina molto frequente soprattutto nelle donne: il rapporto tra rapporto donne e uomini è 4 a 1

 

La prevalenza dei noduli è maggiore nelle aree a carenza di iodio rispetto a quelle con adeguato apporto iodico, nella popolazione anziana e nei soggetti sottoposti a irradiazione della regione cervicale.  

Noduli di dimensioni variabili. 

I noduli tiroidei possono avere dimensioni variabili da qualche mil­limetro ad alcuni centimetri. 

 

La presenza di noduli multipli in una tiroide aumentata di dimensioni viene definita con il nome di struma o gozzo multinodulare. 

 

Lo struma multinodulare è considerato normofunzionante quando la ghiandola mantiene una normale attività ghiandola­re (eutiroidismo)e iperfunzionante o tossico quando si associa a un aumento della produzione degli ormoni tiroidei (in questo caso si parla di ipertiroidismo). 

I noduli alla tiroide: le cure
I noduli alla tiroide

Come si scoprono i noduli alla tiroide. 

Il riscontro occasionale di noduli tiroidei è più frequen­te grazie alla maggiore diffusione dell'ecografia del collo e dell'ecocolor doppler vascolare dei vasi sovraortici. 

 

In assenza di dolore, il nodulo viene notato quando è visibi­le o palpabile. Più raramente lo si scopre per un rapido accrescimento associato a dolore acuto. 

 

I sintomi. 

Noduli e struma possono dare sintomi da compressione sulle altre strutture del collo o del torace, come succede nel caso in cui lo struma si estenda dietro lo sterno. 

 

I sintomi più frequenti sono sensazione di soffocamento, specie in posizione supina, difficoltà nella deglutizione, disfo­nia, tosse stizzosa. 

 

La maggior parte dei noduli alla tiroide è benigno, mentre i noduli maligni sono decisamente più rari. 

 

I noduli benigni alla tiroide. 

I noduli benigni possono essere di natura tumorale o non tu­morale. Tra i tumori benigni, i più frequenti sono gli adertomi tiroi­dei, che possono essere non funzionanti (adenomi freddi) o  iperfunzionanti (adenomi caldi). 

 

Altre neoplasie benigne più rare sono i lipomi, gli emangiomi e i teratomi. 

I noduli benigni non tumorali sono causati da:

  • tiroidite, 
  • iperplasia ghiandolare, 
  • processi di degenerazione del tessuto ghian­dolare soprattutto nei gozzi di vecchia data.

 Possono inoltre  essere anche di tipo cistico a contenuto liquido. 

 

Le cure. 

I noduli benigni non funzionanti, che non esercitano com­pressione sul collo, si trattano con ormone tiroideo levotiroxina a dosaggio elevato per contrastare il TSH.

 

La terapia è adatta a persone giovani e senza problemi cardiaci. 

I noduli iperfunzionanti possono essere trattati con terapia chirurgica o radiometabolica, dopo che è stata normalizzata la funzione tiroidea con farmaci antitiroidei.

 

La terapia ra­diometabolica prevede la somministrazione di radioiodio per via orale, che captato dalla tiroide ne provoca la distruzione. 

 

I noduli benigni cistici si curano con alcolizzazione percutanea, iniettando alcol etilico all'interno del nodulo. 

 

La procedura può provocare dolore, diffusione dell'alcool al di fuori del nodulo con formazione di aderenze che posso­no rendere difficoltoso un successivo intervento.

 

Raramente la metodica può ledere il nervo ricorrente. 

 

Quando serve l'intervento. 

La terapia dei noduli che provocano compressione sulle strutture del collo è l'asportazione chirurgica della tiroide (tiroidectomia totale). 

 

Di recente sono state introdotte anche metodiche di immolazione (effettuate con laser o radiofrequenze) riducono le dimensioni dei noduli mediante necrosi indotta dal calore. 

I tumori maligni della tiroide.

Si tratta soprattutto dei carcinomi, che si dividono in differenziati, indifferenziati e midollari e rappresentano meno dello 0.5% dei noduli tiroidei. 

 

Sono più frequenti nelle donne, insorgono più spesso tra i 40 e i 50 anni nella popolazione femminile e tra i 50 e i anni in quella maschile. 

 

Le forme midollari prendono origine dalle cellule parafollicolari della tiroide e producono l'ormone calcitonina. 

 

Altri rari tumori maligni che interessano la tiroide sono linfomi, i teratomi maligni, i carcinomi epidermoidi, i fibrosarcomi, oppure può trattarsi di metastasi di altri tumori. 

 

I fattori di rischio. 

Pur restando ignote le cause dei tumori alla tiroide, sono stati individuati i fattori di rischio come l'esposizione a radiazioni ionizzanti sul collo. 

 

Anche la stimolazione cronica della ghiandola da parte dell'ormone TSH può essere un fattore predisponente. 

 

I sintomi. 

I noduli maligni possono essere asintomatici o dare senso di compressione delle strutture circostanti; possono diffondersi ai linfonodi cervicali e provocare metastasi. 

 

II riscontro di un nodulo singolo in assenza di altra patologia tiroidea, soprattutto in età giovanile e in un maschio, ha una maggiore probabilità di malignità della lesione. 

 

La diagnosi. 

Una volta scoperto un nodulo tiroideo occorre stabilirne la natura benigna o maligna, i rapporti con le altre strutture del collo.

 

L'anamnesi, un'accurata visita medica, gli esami d laboratorio e strumentali sono indispensabili per la diagnosi. 

 

Il dosaggio degli ormoni tiroidei e del TSH è di scarso valore: serve a escludere un adenoma tiroideo tossico. 

 

La determinazione della tireoglobulina è importante dopo che la tiroide è stata asportata per vedere se ci sono eventuali metastasi. 

 

Il dosaggio della calcitonina può dare informazioni sulla natura del nodulo, infatti l'incremento di questo ormone è caratteristico del carcinoma midollare. 

 

Per rilevare le lesioni nodulari, si ricorre all'ecografia ti­roidea e all'esame citologico mediante agoaspirato (Fnab)

 

La scintigrafia tiroidea ha poco valore nella valutazione della malignità del nodulo.

 

I noduli maligni sono general­mente noduli freddi non captanti, ma anche la maggior parte dei noduli è freddo pur essendo di natura benigna. 

 

Esami radiografici come la radiografia o la Tc (Tac) del collo possono essere utili in caso di noduli o gozzi di gran­di dimensioni, al fine di valutare segni di compressione e deviazione sulle strutture circostanti (ad esempio la com­pressione e deviazione dell'esofago o della trachea).

Noduli maligni della tiroide: le cure e l'intervento chirurgico.

In presenza di noduli maligni è previsto l'intervento chi­rurgico di asportazione totale della tiroide. 

 

Dopo l'operazione, deve essere somministrato radioiodio per l'ablazione del tessuto tiroideo residuo o di even­tuali metastasi e la terapia con levotiroxina. 

 

Il trattamento deve essere interrotto periodicamente per eseguire il dosaggio della tireoglobulina e una scintigrafia di tutto il corpo, utile per individuare eventuali metastasi che fissano lo iodio e per sapere se è necessario fare una terapia radiometabolica. 

 

La prognosi dipende dal tipo di tumore, dall'età e dal sesso (peggiore nel maschio e dopo i 40 anni) e dalle dimensioni della neoplasia, quindi è fondamentale effettuare  una diagnosi precoce. 

 

Fonte: nostre elaborazioni su fonti diverse.

 

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