Prostata e ipertrofia prostatica: consigli

Sentirsi dire "lei ha qualche problema alla prostata", per un uomo, è a volte devastante psicologicamente, al di là delle diagnosi, delle terapie e delle ipotetiche conseguenze sulla vita futura, soprattutto in tema di sessualità. I consigli fondamentali, l'esame del Psa e la visita da l'urologo, soprattutto negli Over 50. E i teenager imparino l'autopalpazione.


ipertrofia prostatica, tumore alla prostata
Prostata

Cominciamo a fare un po' di chiarezza sulle definizioni delle varie patologie che coinvolgono la prostata,  questa  fondamentale ghiandola dell'apparato riproduttivo maschile...

 

Tre sono le patologie prostatiche che possono colpire il sesso maschile, nelle differenti fasce d'età. Tipica dell'età giovanile è la prostatite, ossia un processo infiammatorio della ghiandola prostatica spesso causato da germi che il più delle volte passano dal retto alla ghiandola prostatica, due siti anatomicamente vicini.

 

Si può presentare in forma acuta o cronica in base alla durata e al numero di eventi sintomatici. Nel primo caso l'esordio è brusco, caratterizzato da sintomi urinari quali: urinare piccole quantità più volte in una giornata, urinare spesso di notte, dolore alla minzione, getto urinario debole, stimolo imperioso, spesso associati a dolore all'eiaculazione, e lungo l'asta peniena fino al glande.

 

Talvolta il dolore può essere avvertito anche ai testicoli, dal momento che questi ultimi sono collegati alla prostata tramite i dotti deferenti nonché dotti eiaculatori. In alcuni casi il paziente può avere anche febbre con brivido scuotente. Tali sintomi possono aumentare con una dieta sbagliata, con l'utilizzo di bevande alcoliche, cibi piccanti, l'uso di veicoli a due ruote, o pratiche sessuali di coito interrotto.

 

Questa forma di prostatite non va confusa con la cistite che è una patologia infiammatoria di pertinenza vescicale, che colpisce maggiormente le donne, ma anche gli uomini in età però più avanzata e spesso con fattori di rischio per infezione. La prostatite cronica si presenta, invece, con sintomi urinari simili alla forma acuta, ma di minor entità, tuttavia caratterizzata da fasi di benessere intervallati da riacutizzazioni.

 

Talvolta può essere presente eiacu­lazione precoce, bruciore o dolore durante e/o dopo l'eiaculazione, riduzione della libido, dolore perineale e sovrapubico. Vi sono, infine, forme non sostenute da infezioni che entrano nel grande gruppo delle prostatiti abatteriche o sindrome del dolore pelvico cronico.

Che cos'è invece l'ipertrofia prostatica benigna?

Si tratta di un ingrandimento fisiologico della ghiandola, che inizia gradualmente, e in maniera progressiva, intorno ai 50 anni. Data la posizione a manicotto della prostata intorno all'uretra, ossia il condotto che porta l'urina dalla vescica verso l'esterno, è naturale che con il suo ingrossamento si possa avere un alterato svuotamento vescicale, e quindi il paziente deve spingere con l'addome per urinare, può avere la sensazione di non urinare tutto, può avere un getto dell'urina debole.

 

A questi sintomi spesso si associano l'aumentata frequenza minzionale durante il giorno e di notte e lo stimolo imperioso di urinare. La terapia diventa necessaria quando questi sintomi hanno un impatto negativo sulla funzionalità dell'apparato urinario, nonché sulla qualità di vita del soggetto. È una terapia step by step, si inizia con un trattamento medico e in caso di mancata risposta si passa all'intervento chirurgico, cosiddetto disostruttivo.

 

Torniamo alla cistite nell'uomo e parliamo di prevenzione e check-up.

Nella donna la cistite è spesso una forma "semplice", cioè in assenza di patologie concomitanti; invece nell'uomo è sempre "complicata" perché si manifesta in soggetti con fattori di rischio quali per esempio l'ipertrofia prostatica benigna, un catetere vescicale a dimora, eccetera...

 

È quindi necessario che ai primi sintomi l'uomo si rivolga allo specialista urologo per capirne le cause e trattarle. La minor frequenza rispetto alla donna è data dalla diversa anatomia; nella donna, infatti, i batteri risalgono facilmente dalla regione anale o vaginale lungo l'uretra, mentre nell'uomo questo è più difficile data la lunghezza dell'uretra.

 

La terapia della cistite si basa sempre sugli antibiotici?

Certamente. Nell'uomo però, come già accennato prima, l'infezione batterica è la manifestazione di una causa sottostante. Spesso la causa è l'ostruzione al flusso urinario, tipica dell'ipertrofia prostatica. Il mancato o inadeguato svuotamento vescicale consente ai batteri di crescere e poi provocare la cistite.

 

In questo caso va curata l'infezione con l'antibiotico, ma va risolta anche l'ostruzione, per evitare il ripresentarsi spesso in forme più gravi dei sintomi infettivi. In linea generale una terapia medica specifica, che tende a decongestionare la prostata o a diminuirne il volume, potrà permettere al paziente di risolvere in parte l'ostruzione, favorendo la minzione ed evitando che parte dell’urina rimanga in vescica.

 

Per quanto riguarda la terapia medica si possono usare tanti tipi di farmaci: gli alfa litici, gli inibitori della 5-alfa reduttasi, eccetera. Se la terapia medica non è sufficiente, dovremo intervenire chirurgicamente e oggi ci sono tantissime tecniche, anche mini-invasive.

 

Dopo i 50 anni vanno fatti dei controlli periodici, tipo PSA, oppure se uno non ha disturbi particolari non c'è bisogno?

In quella fascia d'età consigliamo sempre di farsi vedere da un urologo. Per quanto riguarda il PSA (antigene prostatico specifico) il discorso è complesso. È un test definito organo-specifico, in quanto viene prodotto essenzialmente solo dalla prostata, ma non segnala una patologia specifica perché può aumentare sia per cause benigne (prostatite, ipertrofia prostatica), sia per cause tumorali.

 

Benché oggi nel mondo ci siano idee discordanti sul suo reale potere diagnostico, sappiamo che al momento è l'unico test che utilizzato in mani esperte può indirizzare ad una diagnosi precoce di tumore della prostata. Dopo aver fatto diagnosi e caratterizzato il tumore (indolente o aggressivo) si potrà scegliere una via attendista (la cosiddetta sorveglianza attiva), seguendo il tumore nel tempo, o una via inter­ventista (ad esempio l'intervento chirurgico).

 

Una scelta difficile da prendere?

Da noi sì, soprattutto culturalmente. Mentre nel nord Europa molti pazienti accettano di non operarsi e di fare controlli ripetuti nel tempo, l'italiano medio non è predisposto a seguire questa strada, per cui, quando chiedono al paziente cosa vuole fare, quasi sempre la risposta è: non posso vivere con l'idea di avere questo problema e preferisco operarlo.

 

Quindi tornando ai check-up, per dare consigli a chi legge, la visita urologica è altamente consigliata dopo i 50 anni?

Certamente sì, soprattutto se compaiono i primi sintomi o i primi segnali di un'ipertrofia prostatica: l'uomo inizia ad alzarsi la notte per urinare, si accorge che il getto delle urine è debole, deve urinare un po' più spesso durante la giornata. L'altra cosa tipica è che al mattino, appena sveglio, il paziente deve aspettare un po' prima che parta la minzione, è la cosiddetta esitazione minzionale.

 

Sono i primi segni di un'ipertrofia prostatica e in questa fase potrebbe essere utile una visita specialistica per ricevere anche semplicemente alcuni consigli utili. Oggi abbiamo a nostra disposizione farmaci che permettono di bloccare o rallentare la progressione della malattia, evitando che i sintomi aumentino e possano alterare la qualità di vita del soggetto. Tuttavia il paziente talvolta si rivolge in ritardo all'urologo.

 

In questa fase avanzata i sintomi sono più gravi, talvolta è stata compromessa già la funzionalità dell'apparato urinario (vescica ispessita, tipica dei muscoli che si contraggono contro una resistenza costante; alterata funzionalità renale; infezioni urinarie ricorrenti) condizione che spesso non migliora del tutto dopo l'intervento.

 

Classico esempio è l'aumentata frequenza minzionale diurna e spesso notturna, che in parte permane anche dopo l'intervento chirurgico disostruttivo e quindi attenzione, aspettare troppo a volte vuoi dire non recuperare completamente una funzione troppo danneggiata.

 

Il consiglio? L'urologo è il medico dell'uomo a tutte le età, cosi come il ginecologo lo è per la donna, ai primi sintomi, a qualsiasi età bisogna rivolgersi quanto prima allo specialista. La parola chiave è prevenzione, purtroppo ancora non molto praticata nel mondo maschile.

Il tumore della prostata.

Il tumore della prostata è una patologia molto frequente ed è una delle prime cause di morte nel sesso maschile. I dati che emergono da studi autoptici, però, rilevano che dopo gli 80 anni tutti gli uomini presentano una ipertrofia prostatica ed il 70-80% anche, in qualche zona della ghiandola, un tumore.

 

Se questo dato da un lato allarma, dall'altra vuole anche dire che molti di questi uomini hanno convissuto con la patologia senza saperlo e senza avere segni o sintomi di essa. Esistono quindi dei tumori prostatici cosiddetti silenti, o indolenti, con basso rischio di divenire sintomatici nel corso della vita, non aggressivi, a lentissima evoluzione e non mortale.

 

Ruolo fondamentale è dato dalla prevenzione, fatta con il semplice dosaggio del PSA e con l'esplorazione rettale, cioè la visita urologica. Da qui la grande sfida oggi, quella di capire quale di questi tumori emergeranno e daranno problemi e quali invece resteranno senza sintomi e senza progressione.

 

È lì che siamo impegnati in prima linea con la ricerca: da una parte continuiamo a studiare le terapie mediche e chirurgiche migliori per garantire al paziente una qualità di vita ottimale, dall'altro stiamo cercando di scoprire con tecniche diagnostiche sofisticate quali tumori vanno curati e quali invece vanno solo tenuti sotto controllo. Fare sempre una visita urologica dopo i 50 anni.

 

Il tumore alla prostata: si cura solo chirurgicamente?

No, anche con chemioterapia e radioterapia. Ovviamente gli urologi sono le figure chirurgiche di riferimento ed oggi la tecnologia è all'avanguardia, grazie soprattutto alla chirurgia robotica, che in molti casi permette di diminuire le complicanze tipiche di questi interventi.

 

Dunque, se il tumore è localizzato e non ci sono metastasi, l'intervento chirurgico ha una chiara indicazione ed esso consiste nell'asportazione della prostata e delle vescichette seminali. Le complicanze più frequenti sono l'incontinenza urinaria e il disturbo della funzione sessuale. Nel primo caso il soggetto perde urina, patologia con grande impatto sulla qualità di vita sociale e lavorativa.

 

L'alterazione della funzione sessuale invece è un problema più complesso. Intanto bisogna vedere com'era la situazione prima dell'intervento, perché di solito parliamo di soggetti in una fascia d'età compresa tra i 60 e i 75 anni dove potevano già essere presenti problemi di erezione e di potenza sessuale, e poi dipende dall'estensione del tumore.

 

Se il tumore è piccolo allora i chirurghi riescono a risparmiare i nervi "erigentes" che raggiungono i corpi cavernosi del pene e sono fondamentali per l'erezione; se invece il tumore è più grande ed ha invaso anche le regioni circostanti sono costretti ad essere più radicali e in tale radicante questi nervi vengono lesi.

 

Grazie all'avvento della laparoscopia e della robotica queste complicanze sono decisamente diminuite e anche la ripresa della funzionalità è più veloce. Va però aggiunto che oggi ci sono anche altri sistemi che possono aiutare questi pazienti, ad esempio dopo l'intervento si utilizzano tecniche di riabilitazione associate a terapia medica, utili sia per ristabilire la continenza urinaria che la funzionalità sessuale.

 

Nel caso in cui queste metodiche non siano sufficienti, abbiamo a disposizione tecniche di chirurgia ricostruttiva, fino anche alle protesi urinarie e peniene. Insomma, complicanze non piacevoli, ma possiamo fare sempre qualcosa. E non tutto è perduto.

Varicocele, prevenzione giovani e autopalpazione testicolare.

Il varicocele è una patologia assolutamente benigna del testicolo che molto spesso non da problemi, ma danneggia la fertilità irrimediabilmente se viene diagnosticata tardivamente. E una specie di varicosità che circonda il testicolo e che in genere non da molti sintomi.

 

Il problema è che la sua presenza cambia la temperatura del testicolo affetto e questo danneggia la produzione degli spermatozoi. Più tempo il testicolo è affetto dal varicocele, più i danni diventano irreversibili. Oggi succede spesso che il paziente si accorge di averlo nel momento in cui la coppia si rivolge ad un centro di riproduzione assistita perché non riesce ad avere un bambino.

 

 

Gli urologi sanno che le alterazioni dipendono dal tempo. Oggi i ragazzi si sposano molto più tardi rispetto alle vecchie generazioni, perciò con il passare degli anni il testicolo può essere danneggiato talmente tanto che gli spermatozoi non sono più vitali.

 

Una precauzione che consente di scoprire in tempo il varicocele, nemico della fertilità maschile.

Fino a qualche anno fa c'era la visita militare e quindi tutti i ragazzi, intorno ai 18-20 anni, venivano visitati e avevano la possibilità di scoprire precocemente alcune patologie, anche urologiche, come il varicocele.

 

Purtroppo a causa della scomparsa della leva obbligatoria e della reticenza dei giovani a fare una visita urologica, anche solo di prevenzione, queste patologie vengono scoperte in ritardo, spesso con conseguenze non di facile risoluzione. Altro esempio tipico è la mancata conoscenza da parte dei ragazzi dell'importanza dell'autopalpazione testicolare.

 

Cosi come l'autopalpazione della mammella può aiutare le donne a riconoscere lesioni mammarie precocemente, cosi l'autopalpazione dei testicoli può aiutare i ragazzi a riconoscere una lesione neoplastica, tipica dell'età giovanile. Ma per fortuna, tra tutti i tumori, quello dei testicoli può essere curato con la chirurgia e con terapie mediche mirate, nella stragrande maggioranza dei casi.

 

Basti pensare ai tanti sportivi (calciatori, ciclisti...) che hanno avuto questo problema e che lo hanno anche risolto. Compito dell'urologo e delle scuole è di educare i giovani alla prevenzione, insegnando loro le modalità per farla. Con la Società Italiana di Urologia ha ideato e postato su YouTube un piccolo filmato, molto carino e ben fatto, nel quale spiegano ai ragazzi come fare l'autopalpazione ed anche per dare più visibilità al fatto che l'urologo è il medico del maschio, anche se nel mio caso è una donna.

  

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