Proprietà e benefici della frutta

 Il consumo di frutta deve essere attento ad alcune avvertenze che, se non rispettate, rischiano di vanificare i vantaggi attesi o di rendere addirittura nocivi questo alimento. Evitare il consumo di frutta fuori stagione: oggi le cosiddette primizie non esistono quasi più; a forza di anticipare con serre, fito-ormoni, sviluppo di nuove varietà il momento della maturazione e del raccolto e con l'aiuto del trasporto aereo, è oggi possibile trovare dal fruttivendolo tutte o quasi tutte le varietà di frutta in qualsiasi periodo dell'anno.


Al di là del fatto che è così scomparso il piacere di consumare le fragole in primavera e l'uva in autunno, due considerazioni si impongono.

 

La prima riguarda il fatto che la maturazione delle specie vegetali avviene nel periodo dell'anno durante il quale il nostro organismo è in grado di trarre il massimo vantaggio dal loro consumo: ad esempio i meloni, le angurie, ricchi d'acqua, maturano nei mesi estivi ed aiutano in quel periodo il nostro organismo a bilanciare la disidratazione provocata dai caldissimi raggi solari; all'opposto, le castagne, le nocciole, le noci, le olive vengono a maturazione in autunno, quando del loro maggior apporto calorico l'organismo ha bisogno per prepararsi adeguatamente alla rigidezza del clima invernale.

 

La seconda considerazione riguarda il fatto che le piante selezionate e fortemente stimolate nel loro ciclo vegetativo perché producano anche in periodi normalmente dedicati al riposo biologico sono necessariamente piante più deboli, più facilmente preda di parassiti e di varie malattie.

 

Questo significa molto semplicemente che saranno piante sottoposte più frequentemente a trattamenti disinfestanti e che i residui di questi prodotti chimici saranno più cospicui in questi frutti, piuttosto che in quelli di stagione.

Frutta: proprietà benefiche
Frutta di stagione

La frutta, le sue proprietà e i suoi benefici.

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Albicocca (Prunus Armeniaca)

Caratterizzata dalla ricchezza in vitamina A (100 g di albicocche fresche coprono il 50% del fabbisogno giornaliero), è un frutto nutritivo e con spiccate virtù antianemiche. Se consumata allo stato fresco è utile per aiutare a risolvere una diarrea; al contrario, se mangiata allo stato secco risulta lassativa.

 

Anguria (Cucurbita Citrullus)

È un frutto il cui consumo è limitato ai mesi estivi. Per le sue note caratteristiche ha un effetto reidratante e diuretico molto spiccato. Aiuta piacevolmente a sopportare meglio gli ardori del sole di luglio e agosto, ma non è da trascurare la sua azione depurativa del sangue. Perché sia digeribile, va mangiata come tutta la frutta rigorosamente lontana dai pasti.

 

Arancia (Citrus Aurantium Dulcis)

Frutto prezioso, solare, ricco in vitamina C ed A, l'arancia è indicata a tutti, ma particolarmente nei casi di demineralizzazione, febbre, ipercolesterolemia, tendenza alle emorragie. È spesso assunto in succo, utile effettivamente in alcuni casi, ma è molto meglio mangiarla, masticandola bene. A qualcuno risulta indigesta: in quel caso si possono consu­mare altri agrumi (ad esempio il pompelmo) che hanno caratteristiche simili.

 

Castagna (Castanea Sativa)

Per la sua composizione, la castagna è molto simile a quella del frumento, dovrebbe essere inserita nel capitolo dei cereali. In effetti fino a qualche decennio fa costituiva l'alimento quotidiano, nella stagione invernale, per le popolazioni dei nostri monti.

 

È molto ricca non solo, ovviamente, di amidi ma anche di proteine, grassi e di molti minerali. Il suo contenuto in vitamina C sorprende: essendo la presenza di questo elemento solitamente associata al sapore acido, non si sospetta che la castagna ne contenga la stessa quantità del limone (l'inevitabile cottura ridimensionerà poi questa ricchezza).

 

Le sue caratteristiche la rendono un frutto adatto a tutti, ma in particolare a coloro che soffrono per stanchezze fisiche e intellettuali, ai bambini in crescita, agli anziani. Nella stagione invernale il suo consumo è bene che sia rivalutato: la castagna dovrebbe quindi comparire (arrosto, lessata, in purea, come castagnaccio) come eccellente pranzo o cena. Per essere ben digerita non deve essere accompagnata da nessun altro cibo.

 

Ciliegia (Prunus Avium)

La ciliegia è un frutto disintossicante per la sua grande attività diuretica e lassativa. Molto ricca di minerali e di acidi organici, è un valido ausilio nei casi di demineralizzazione e di dolori articolari. Vale sempre la pena, nel periodo di piena maturazione, fare per uno o due giorni una alimentazione esclusivamente a base di ciliegie: si eliminano in questo modo le ultime scorie dall'organismo, prima della grande stagione estiva.

 

Fico (Ficus Carica)

Allo stato fresco ha valore per la sua digeribilità e, il fico è ricco di proprietà emollienti ed espettoranti, per l'azione benefica svolta in malattie come gastriti, coliti, stitichezze, bronchiti, tossi, catarri. Allo stato secco, pur conservando intatte le proprietà del frutto fresco, assume maggiormente caratteristiche di ordine nutritivo. Infatti se 100 g di fico fresco sviluppano 80-100 calorie, 100 g di fico secco arrivano fino a 300 calorie (non a caso, assieme alle mandorle, all'uvetta e alle nocciole, costituiva, un tempo l'elemosina più gradita dai frati questuanti).

 

Fragola (Fragaria Vesca)

La fragola è un frutto con potente azione disintossicante, agisce con forza, stimolandole, sulle funzioni del fegato e dei reni. Non solo, ma poiché coinvolge in questo processo depurativo anche gli altri organi che concorrono a questo obiettivo (vie respiratorie e pelle), può a volte determinare reazioni cosiddette allergiche. Questi fenomeni sono in realtà da interpretare come crisi dovute alla energica espulsione di sostanze tossiche: l'organismo, in questi casi, va aiutato limitando l'apporto delle fragole e incrementando, invece, il consumo di altra frutta con analoghi poteri depurativi, ad esempio le ciliegie.

 

Limone (Citrus Limonum)

Il limone è da considerare, sia per le sue innumerevoli proprietà, sia per alcune controindicazioni, più un farmaco che un alimento vero e proprio. Tra la frutta acidula, e tra gli agrumi in particolare, è quello che presenta in modo più spiccato le caratteristiche di questi alimenti.

 

Il limone è battericida, antisettico, antireumatico, antiurico e antigottoso, antisclerotico (elimina gli indurimenti nel corpo, specialmente nei vasi sanguigni) antidiabetico, antiputrefattivo, diuretico, dimagrante, antiacido per la sua particolare ricchezza in acidi organici, antiemorragico, antidiarroico (ma non provoca mai la stitichezza), ipotensivo.

 

Il consumo abbondante e giornaliero di limone è controindicato alle persone magre, poco "materiali", poco "pesanti". Costoro beneficeranno piuttosto del pompelmo. Si consuma sotto forma di succo, preferibilmente al mattino a digiuno, diluito con acqua o, meglio, con succo di altri agrumi. Leggi anche: cura e Dieta del limone

 

Mela (Malus Communis)

La mela è uno dei tre frutti (assieme al limone e all'uva) usatissimi nella medicina popolare e tradizionale. Le sue proprietà e le sue indicazioni sono così vaste e numerose che coprono praticamente tutto l'arco delle patologie: è veramente un alimento-medicamento universale.

 

Perfino i macrobiotici, che in genere vedono come il fumo negli occhi la frutta fresca, la considerano un frutto equilibrato. È indicata a tutti: dai bambini (è il frutto con cui si inizia lo svezzamento) agli anziani (è un potente ringiovanente del­l'organismo).

 

Vediamo in estrema sintesi le sue proprietà: fortifica il siste­ma nervoso, regola il metabolismo, combatte l'acidità gastrica, stimola la regolarità della funzione intestinale (è quindi antidiarroica e lassativa), abbassa il colesterolo nel sangue, è antianemica, diuretica, elimina gli acidi urici, limita l'ipertensione, coadiuva il trattamento del diabete (è infatti ipoglicemizzante) e altro ancora.

 

Anche la mela è un frutto adattissimo per costituire l'unico cibo per uno o più giorni (anche una settimana), durante i quali ottenere una sicura azione depurativa dell'organismo.

 

Può essere usata con estrema tranquillità, anche in dosi molto consistenti in quanto non da mai origine a crisi depurative molto energiche (con orticaria, diarree...) come, ad esempio, le fragole, le ciliegie, gli agrumi o l'uva. La sua azione è po­tente ma nel contempo dolce.

 

Melone (Cucumis Melo)

Utile soprattutto per le sue proprietà rinfrescanti e diuretiche, il melone è indicato anche in caso di stitichezza, specialmente se ac­compagnata da emorroidi. Perché l'organismo lo possa veramente utilizzare e il suo con­sumo sia accompagnato dai vantaggi descritti, occorre evitare quell'ignobile intruglio costituito dal classico "prosciutto e melone".

 

Questo modo di mangiare il melone (o il prosciutto?) garantisce molto spesso gonfiori gastrici e intestinali, eruttazioni, digestioni lunghe e difficili..., la scelta migliore è quindi quella di fare un pasto di solo melone.

 

Pera (Pirus Communis)

Con caratteristiche soprattutto rinfrescanti, la pera se ben matura è un ottimo lassativo. Non è equilibrata come la mela e il suo consumo è bene che sia quindi più saltuario.

 

Pesca (Prunus Persica)

La pesca è come gran parte della frutta estiva, diuretica e lassativa. Queste due proprietà sono sempre il segno di un'azione depurativa che si manifesta proprio con l'incremento della fun­zionalità dei reni e dell'intestino.

 

Pompelmo (Citrus Decumana)

Il pompelmo, dal sapore caratteristico (è un insieme di acido, amaro e dolce), presenta le medesime proprietà degli altri agrumi. Può venire utilizzato nei casi in cui il limone è controindicato, oppure quando l'arancia da fenomeni di intolleranza. Agisce sul fegato, con una efficace azione drenante le vie biliari.

 

Prugna (Prunus Domestica)

La prugna è un frutto molto amato, allo stato secco, da coloro che soffrono di stitichezza: cinque o sei prugne secche, a bagno dalla sera prima in una tazza d'acqua, consumate con la loro acqua il mattino successivo, costituiscono un eccellente e innocuo lassativo (per migliorarne l'efficacia è a volte necessario aggiungere nella stessa tazza uno o due cucchiai di semi di lino). Anche come frutto fresco non è da sottovalutare: è uno stimolante nervoso, un diuretico, decongestiona il fegato ed è indicatissimo in caso di stanchezze dovute a lavoro fisico o intellettuale.

 

Uva (Vitis Vinifera)

Ultimo elemento del terzetto di ampia e sicura tradizione terapeutica (uva, mela, limone), l'uva è un frutto quasi "perfetto". Le sue proprietà terapeutiche sono sfruttate da millenni: si hanno notizie dell'ampeloterapia (cioè cura dell'uva) fin dai tempi degli antichi romani. In effetti la sua composizione è del tutto particolare: si può paragonare benissimo al latte di donna.

 

Per le sue caratteristiche, si presta in modo eccellente ad una cura disintossicante e ricostituente nello stesso tempo. La cura dell'uva va fatta avendo la possibilità di cogliere il frutto poco prima di mangiarlo (è molto meno efficace l'uva già raccolta da qualche giorno).

 

Si può sostituire gradatamente un pasto dopo l'altro con sola uva, fino ad un consumo massimo di due o tre kg al giorno; dopo uno o due giorni, durante i quali ci si alimenta esclusivamente con uva, si introducono gradatamente i cibi in precedenza tralasciati, iniziando con verdure fresche e cereali e lasciando per ultimi quelli ricchi in proteine e grassi.

 

È importante, per evitare spiacevoli fatti fermentativi intestinali, che i pasti siano sempre composti di sola uva. Quando il consumo inizia a diventare consistente, le scorze degli acini e i semi (vinaccioli) dell'uva possono irritare la mucosa del colon: è opportuno allora consumare l'uva molto lentamente sputando semi e bucce oppure, molto meglio, bere il succo ottenuto con la centrifuga.

 

I vantaggi che derivano dalla cura dell'uva, ma anche dal suo normale consumo stagionale, sono legati alle sue proprietà: disintossicante, energetica per muscoli e sistema nervoso, rimineralizzante, decongestionante del fegato, rinfrescante, diuretica, lassativa. 

L’azione terapeutica della frutta.

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L'azione terapeutica della frutta non è addebitabile ad uno o all'altro dei componenti, estratto o isolato dal resto: come in erboristeria, anche nella trofoterapia (cioè terapia con il cibo) è piuttosto l'intero frutto nella sua integrità ad esercitare un effetto positivo sull'organismo. Sarà quindi dal consumo quotidiano e abbondante di frutta che noi troveremo beneficio, piuttosto che dall'assunzione di estratti o principi vari.

 

Il succo di frutta (non quello prodotto industrialmente, ma semplicemente ottenuto in casa, qualche secondo prima di consumarlo, con una centrifuga), essendo un alimento liquido e povero di fibre grezze può essere effettivamente utile in alcune occasioni: per iniziare lo svezzamento del bambino, per persone che si sottopongono a regimi dietetici particolari (digiuno attenuato), per coloro che soffrono di malattie come colite e gastrite (in occasione di crisi acute), quando è comunque necessario per motivi terapeutici aumentare molto il consumo di particolari vegetali, aumento che sarebbe incompatibile con una digestione rapida e senza sforzo.

 

Negli altri casi è bene che la frutta venga mangiata "integrale", ben masticate e insalivate.

È particolarmente importante che frutta consumata sia di provenienza biologica, sia cioè il risultato di coltivazioni esenti da concimi chimici, diserbanti e anticrittogamici, tanto più che, assieme ai cereali integrali, dovrebbero costituire, in una alimentazione corretta, il cibo presente in quantità maggiore.

 

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