Cumino dei prati: proprietà curative

Il cumino dei prati, appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, Apiacee, è una pianta erbacea, biennale o pluriennale, dal fusto eretto, cilindrico, ramificato ed è percorso da scanalature longitudinali; la sua altezza varia dai 40 agli 80 cm. 


Cumino dei prati o Kummel: proprietà curative e benefici
Cumino dei prati

La radice carnosa e fusiforme è ricca di radichette; le foglie sono pennatosette e divise in segmenti; quelle radicali, che nascono al secondo anno di vita della pianta, sono disposte a rosetta e rette da un lungo picciolo.

 

Le foglie superiori, invece, sono più piccole e sessili, ma unite al fusto da una guaina amplessicaule. I piccoli fiori bianchi, talvolta rosacei, sono riuniti in infiorescenze a ombrella composte.

 

I frutti, dal pro­fumo aromatico e dal sapore fra il “pepato” e il “muschiato”, sono due acheni saldati, di forma ovale e con la superficie esterna segnata da cinque coste longitudinali.

 

I PRINCIPI ATTIVI principali del cumino sono: un olio essenziale composto, principalmente, da carveolo, carvone, diidrocarcone, fellandrene. isodiidrocarveolo, limone, pinene ecc.; inoltre, sono presenti anche: acidi grassi, cellulosa, glucidi, protidi, tannino.

 

FITOCOSMESI. I frutti del cumino, aggiunti all'acqua del bagno, hanno un'azione purificante e stimolante sulla pelle. L'olio essenziale (oleum carvi), distillato dai frutti, è usato nell'industria profumiera.

 

TEMPO BALSAMICO. I frutti vengono colti in agosto, per battitura delle ombrelle floreali es­siccate e la radice durante l'estate successiva al secondo anno di vita della pianta.

 

 

HABITAT. Il cumino cresce perlopiù spontaneo, fra i 300 e i 2000 m, nei luoghi erbosi, sui bordi delle strade e dei fossati: è difficile trovarlo al di sotto dei 200 m. Alligna bene anche se è coltivato.

 

Predilige i terreni calcarei, umidi e incolti. In Italia, si trova nelle zone alpine e appenniniche, dal Nord fino alla Toscana. Cresce spontaneo e diffusissimo in Germania.

Le proprietà curative del cumino

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Come già era noto agli antichi, anche oggi, il cumino è considerato un ottimo carminativo, perché tonificando la muscolatura dello stomaco, facilitando il processo digestivo e agendo contro l'aerofagia, evita la formazione di gas intestinali e purifica l'alito.

 

Ha, inoltre, proprietà aromatiche, calma i crampi e i dolori allo stomaco, è galattogeno (favorisce la produzione del latte, nelle nutrici), favorisce il flusso mestruale e ne elimina i relativi disturbi.

 

Combatte la stitichezza, è diuretico e lenisce i dolori dell'apparato urinario e quelli dovuti alle emorroidi, agisce contro i gonfiori e calma le palpitazioni cardiache. La medicina popolare lo utilizza come vermifugo.

 

USO ESTERNO.

Il cumino è usato nei dentifrici ed è un ottimo deterrente contro la scabbia e i parassiti.

L'olio essenziale di cumino miscelato a olio di ricino stimola la circolazione periferica, agisce contro il mal di testa e i dolori reumatici, artritici e da gotta e ha, anche, un'azione disinfettante sull'epidermide e sulle mucose.

 

I frutti, masticati e tenuti in bocca, purificano l'alito. Il decotto di cu­mino serve per fare sciacqui e gargarismi con azione antisettica.

 

Preparazioni (infuso, decotto tintura..) con il cumino.

Infuso: lasciare in infusione, per 15 minuti, un cucchiaino da caffè di frutti di cumino in una tazza di acqua bollente. Filtrare.

Decotto: bollire, per 2 o 3 minuti, 50 g di cumino in un litro d'acqua; spegnere e lasciar riposare, a recipiente coperto, per un quarto d'ora. Filtrare.

Polvere: pestare in un mortaio i frutti del cumino, fino a ridurli in polvere fine.

Tintura: lasciare a macero, per una settimana, 100 g di cumino in mezzo litro di alcol a 65°. Filtrare.

Vino aromatico: macerare, per una settimana, in un litro di vino bianco, 50 g di cumino; usare una bottiglia scura. Filtrare.

Estratto fluido: si trova in farmacia o in erboristeria.

 

DOSI PER USO INTERNO.

Infuso: una tazza dopo i 2 pasti principali.

Decotto: come sopra.

Polvere: un grammo scarso, 2 volte al giorno, veicolato in una tisana o racchiuso in un'ostia, oppure mescolata ai cibi.

Tintura: da 30 a 40 gocce, dopo i 2 pasti principali.

Vino: mezzo bicchiere dopo i 2 pasti principali.

VI" - Estratto fluido: da 30 a 40 gocce, dopo i 2 pasti principali.

 

DOSI PER USO ESTERNO.

Decotto: gli sciacqui orali e i gargarismi fatti con una tazzina di decotto hanno un'azione antisettica sulle mucose orali e contrastano l'alitosi. Il medesimo risultato si ottiene masticando un cucchiaino di cumino.

 

Polvere: lavarsi i denti con lo spazzolino, precedentemente coperto di polvere di cumino; sciacquare.

 

Olio essenziale di cumino: frizioni sul torace, fatte con olio di cumino miscelato a olio di ricino (in rapporto 2 a 1), alleviano i disturbi dovuti a difficoltà respiratorie; frizioni sulle terapie, tolgono il mal di testa; sulle parti dolenti, leniscono i dolori.

 

Contro i parassiti, fare pennellature con la medesima miscela di oli. Impacchi: i frutti scaldati nel forno e, poi, avvolti in un panno di lana caldo, e posti sulle parti colpite da dolori reumatici, artritici ecc. arrecano molto sollievo.

 

Bagno salutare e di bellezza: mettere nell'acqua calda del bagno, un sacchetto di garza fitta contenente frutti di cumino leggermente contusi. Lasciare in infusione per 10 minuti, poi immergersi nell'acqua e rimanervi almeno per un quarto d'ora: con questo bagno, non solo il corpo acquisisce i principi salutari del cumino, ma anche la pelle ne trae vantaggio, diventando più morbida e vellutata.

 

Per il suo particolare aroma e sapore, il cumino è usato anche in cucina: panini, pizze, dolci e persine intingoli vengono insaporiti con i suoi frutti, che, nei Paesi nordici, servono per aromatizzare anche i salumi e le carni.

 

Contro la stitichezza, si usa ancora mangiare una buona minestra di cumino e per digerire bene e curare i disturbi del tubo digerente, oltre alle preparazioni già segnalate, basta aggiungere a una bottiglia di gin un cucchiaino di frutti di cumino, lasciare il tutto a energizzarsi ai raggi del sole, per 2 settimane, e berne un bicchierino dopo i pasti.

 

Noto è il liquore a base di cumino che porta il nome tedesco della pianta: il Kummel.

Curiosità sul cumino

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Grande fu la sorpresa di quegli archeologi che, scavando fra gli insediamenti del Mesolitico, trovarono dei fossili particolari: i semi di cumino. La scoperta fu importante non solo dal punto di vista archeologico, ma anche da quello botanico e storico.

 

I reperti ritrovati, infatti, dimostrarono che, già 5000 anni fa, il cumino era noto e usato dagli uomini primitivi! L'uso di questa pianta continuò nei secoli, come riferiscono le cronache e i vari scritti del passato: gli Arabi la chiamavano «kàrwaia» e i Greci «kàron», nome derivato, forse, dalla terra ove la pianta allignava diffusamente: la Carnia, nell'Asia Minore.

 

I medici arabi, esperti nel preparare medicine a base di erbe, usavano il cumino; Publio Virgilio Marone (Publius Vergilius Maro, Mantova 70 a. C. - Brindisi 19 a. C.), sommo poeta, nelle Georgiche, lo considerò, invece, pianta di poco valore, mentre Galeno (Pergamo 129 d.C. -Roma 201 d.C.), medico insigne e promotore della medicina speri­mentale, attribuiva ai semi del cumino un forte potere nutritivo.

 

Dione Cassio Cocceiano (Nicea, Bitinia ca 155 d.C. - ...235) storico greco vissuto a Roma, ove scrisse La storia romana, riferì che i Romani chiamavano Antonio col soprannome di «cumino» alludendo alla sua avarizia. In Grecia, infatti, si usava dire che, nonostante le sue piccole dimensioni, il cumino veniva diviso a metà dagli avari, per risparmiare!

 

Nel periodo medioevale, Ildegarda di Bingen (Eermeskeim 1098 -Bingen 1179), mistica tedesca, le cui ricette salutari sono in uso ancora oggi, scrisse che: «...il cumino è aromatico, utile e buono...; è utile e sano mangiarlo in qualsivoglia modo... non causa dolori...»

 


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