Rosmarino: proprietà e benefici

Una ricerca dell'Università di Pisa che ha dimostrato le proprietà antitumorali del rosmarino.

Dal punto di vista botanico, il rosmarino è classificato come suffrutice, arbusto sempre verde, retto da un tronco legnoso, ricco di rami portanti piccole foglie, strette, quasi aghiformi, coriacee e sessili (prive di picciolo), la cui pagina superiore è verde e lucida, mentre l'inferiore è biancastra.


Le proprietà benefiche e antitumorali del rosmarino
Rosmarino

I fiori, riuniti in picastri, hanno le corolle azzurrine, spesso sfumate nel blu ma, talvolta, invece, possono avere petali bianchi.

 

Pianta nota per le sue proprietà curative e usata, terapeuticamente, fin dai tempi antichi, il rosmarino deve le proprietà benefiche e salutari, soprattutto ai suoi PRINCIPI ATTIVI: acetato e valerianato di bornile, acidi fenolici, acido tannico, flavoni, flavonoidi, glucoside, oleum rosmarini (essenza o olio essenziale, composto da borneolo, canfene, cineolo, pinene, canfora di rosmarino ecc.), resine, saponina acida, sostanze amare ecc.

 

HABITAT. Il rosmarino predilige i terreni sabbiosi, soleggiati e senza vento. Cresce spontaneo, particolarmente lungo i litorali marini, specie nel Meridione. Viene coltivato nei giardini, come pianta ornamentale e per siepi, e negli orti a uso culinario.

 

Proprietà e benefici del rosmarino.

La dovizia di sostanze curative fa del rosmarino una pianta antispasmodica, aromatica, balsamica, carminativa, colagoga, emmenagoga, energetica e ad azione stimolante, corroborante e tonica.

 

Il dottor Lieutaghi, medico e fitoterapeuta famoso, ha scritto: “...il rosmarino è una delle migliori piante stimolanti e antispasmodiche della nostra flora”. Tali azioni corroboranti erano già state consigliate, duemila anni fa da Dioscoride e, oggi, dopo varie sperimentazioni, sono convalidate dalla medicina odierna che consiglia la cura del rosmarino e dei suoi derivati alle persone stanche, prive di energia, affette da prostrazione fisica, tipica nelle astenie, convalescenze e atonie.

 

Ulteriori ricerche, eseguite nei laboratori scientifici moderni, hanno verificato e assodato che i preparati a base di rosmarino sono veramente efficaci nelle affezioni ad andamento spasmodico, come l'asma, la pertosse, gli spasmi bronchiali e intestinali, i dolori mestruali e i conati di vomito.

 

Il rosmarino, inoltre, è un buon vermifugo e agisce anche da antinfluenzale; i suoi preparati fungono da cardiotonici (sono ottimi per calmare le palpitazioni cardiache), stimolano le ghiandole surrenali, proteggono le cellule epatiche, favoriscono le secrezioni biliari e il loro deflusso, curano le affezioni del fegato e delle vie biliari.

 

Il rosmarino ha proprietà antitumorali!

Nella lotta ai tumori,  una delle piante aromatiche più amate dagli italiani può recitare una parte di rilievo. Si tratta del rosmarino, secondo quanto indicato in una ricerca dell'Università di Pisa che ha dimostrato le sue proprietà antitumorali.

 

Lo studio condotto dai ricercatori del dipartimento di Farmacia, in particolare dal gruppo biochimica della professoressa Claudia Martini in collaborazione con quello di fitochimica della professoressa Alessandra Braca, è stato pubblicato sull'International Journal of Biochemistry & Cell Biology (clicca qui per l'articolo).

Rosmarino: uso e preparazioni

USO ESTERNO. Anche oggi in montagna e nelle campagne, vigono antiche usanze: si fuma la pipa carica di foglie macinate di rosmarino, per facilitare la respirazione, calmare la tosse e per proteggere le vie respiratorie.

 

Bagni, in acqua arricchita dalle cime fiorite di rosmarino, rilassano e tolgono la stanchezza. Frizioni fatte su parti dolenti, con l'essenza della pianta diluita in olio di oliva o di ricino, leniscono il dolore.

 

L'aroma del fumo prodotto dalle sommità fiorite, oltre che agire da antisettico, ci libera dagli insetti, ai quali la pianta è molto invisa.

 

FITOCOSMESI. I preparati di rosmarino sono una cura ottima per pelli grasse, asfittiche e impure e per pelli affette da comedoni e da foruncoli; però, anche le pelli delicate e aride o tendenti a squamarsi, curate con il rosmarino, migliorano, grazie al maggior apporto di sangue (e, quindi, di nutrimento e di ossigeno) che la pianta promuove.

 

I capelli, lavati con acqua arricchita con decotto o con infuso di sommità fiorite, diventano più forti e lucenti; frizioni, fatte con l'essenza, sul cuoio capelluto, prevengono la calvizie.

 

L'olio essenziale di rosmarino fa parte della formula della famosa Acqua di Colonia, alla quale conferisce il caratteristico aroma che ne esalta la nota fresca e aromatica.

 

TEMPO BALSAMICO. Le sommità fiorite si raccolgono dall'inizio della primavera fino alla fine dell'estate.

 

Preparazioni con il rosmarino.

Infuso: lasciare in infusione, a recipiente coperto, per un quarto d'ora, 20 g di sommità fiorite, in 500 ml di acqua bollente. Filtrare.

 

Decotto: bollire, per 5 minuti, 25 g di sommità fiorite, in 250 ml di acqua; lasciar riposare, a recipiente coperto, per altri 5 minuti. Filtrare.

 

Tintura: macerare, per una settimana, in un vaso ermeticamente chiuso, 40 g di sommità fiorite, in 250 ml di alcol a 70°. Filtrare.

 

Vino digestivo: macerare, per una decina di giorni, 30 g di sommità fiorite, in mezzo litro di vino. Filtrare.

 

Olio: macerare, per 2 settimane, 30 g di sommità fiorite, nella miscela formata da 250 ml di olio di oliva e 200 di olio di ricino. Scuotere, spesso, il recipiente.

 

Essenza o olio essenziale: è reperibile nelle farmacie e nelle erboristerie.

 

Sigarette per asmatici: fumare sigarette confezionate con sommità fiorite di rosmarino e di salvia e con foglie di eucalipto triturate.

 

ROSMARINO: DOSI PER USO INTERNO.

Infuso: berne 2 o 3 tazze al giorno.

Decotto: berne 3 tazze al giorno.

Tintura: assumerne 3 o 4 gocce, al giorno (in 2 riprese), su una zolletta di zucchero o veicolate in acqua.  Vino digestivo: berne un bicchierino alla fine dei pasti.

Essenza: come tutte le essenze, è la parte più nobile della pianta e, quindi, la sua azione sull'organismo è potente, pertanto è bene attenersi alle dosi prescritte: 2 o 3 gocce, al giorno, su una zolletta di zucchero o veicolate in acqua.

 

DOSI PER USO ESTERNO.

Infuso e decotto: ambedue i preparati funzionano perfettamente da acque di bellezza, per qualsiasi tipo di pelle; risciacquare i capelli lavati, significa rinforzarli e renderli lucidi.

 

Bagni rigeneranti: mettere nell'acqua calda del bagno, un quarto d'ora prima di entrarvi, un sacchetto di garza contenente sommità fiorite di rosmarino, in modo che l'acqua si arricchisca delle proprietà defaticanti, energetiche e stimolanti del rosmarino.

 

Tintura diluita in olio: scuotere bene il recipiente che la contiene, affinchè la mistura diventi omogenea: frizionare le parti dolenti o il cuoio capelluto, una volta al dì, per alcuni giorni.

 

Olio: per una buona cura di bellezza, massaggiare olio di rosmarino sulla pelle e frizionare il cuoio capelluto, lasciandolo in posa per 10 o 15 minuti.

 

Essenza: veicolare 2 o 3 gocce di essenza di rosmarino in 40 ml di olio extravergine di oliva puro e 40 ml di olio di ricino; operare come descritto per la tintura.

Curiosità

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Il nome del rosmarino deriva dal latino “rosmarinus”, il cui etimo, secondo alcuni Autori, origina da “rosmaris” (rugiada di mare), chiara allusione al fatto che questa pianta ama vivere lungo i litorali marini, sui quali, durante la notte, grazie al mare, si posa una rugiada benefica per la salute delle piante assetate e accaldate dalla calura diurna.

 

Altri Autori, invece, pensano che “rosmaris” significhi “rosa di mare”, dimenticando, forse, che la rosa, in latino, si chiama rosa, non ros: al limite, si potrebbe pensare che “ros”sia la contrazione di rosa.

 

Una poetica leggenda racconta che, durante la fuga in Egitto della Sacra Famiglia, la Madonna, stanca per il lungo viaggio, si addormentò sotto un grosso cespuglio di biancospino. Per ripararla dall'umidità, S. Giuseppe coprì il cespuglio con il manto blu della sposa.

 

Durante la notte piovve, e l'acqua piovana, bagnando il mantello, ne sciolse il colore e le gocce tinte di blu caddero sui fiori che, a quell'epoca, erano bianchi, tingendoli di azzurro e di blu, a seconda della maggior o minor concentrazione di colore presente nelle gocce dell'acqua piovana che li tingeva.

 

Alcuni fiori, però, per la loro posizione, non si bagnarono e rimasero, quindi, bianchi: in tal modo, la tradizione spiega le diverse gamme di colori dei fiori di biancospino: blu, azzurri e bianchi.

 

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