Dieta dell’anziano

A partire da quale età bisogna fare attenzione alla propria dieta? Sarebbe facile rispondere: 

"a tutte le età". Nulla consente di sostenere che dopo i 60 anni sia obbligatorio modificare il proprio modo di alimentarsi.

L'alimentazione della persona anziana
La dieta dell’anziano

Sono le condizioni di vita che modificano i bisogni alimentari: se la persona è rimasta attiva, i suoi bisogni rimangono quelli di un adulto in buona salute; nel caso contrario, la dieta verrà necessariamente modificata, in funzione delle eventuali e diverse degenerazioni patologiche, tipiche della vecchiaia.

 

Ci sono in ogni caso suggerimenti dettati dal semplice buonsenso che si rivolgono a tutti: nella dieta dell’anziano non bisognerebbe includere cibi troppo grassi, troppo zuccherati e troppo salati.

La dieta dell'anziano e l'apporto calorico

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Il bisogno calorico degli anziani dipende in gran parte dall'attività fisica giornaliera.

 

Un anziano tra i 65 e i 75 anni, che svolga una giusta attività fisica, ha bisogno, secondo i casi, di 2100-2400 calorie al giorno, se uomo, e di 1560-1760 calorie, se donna.

 

Protidi: con un apporto calorico giornaliero di g 0,8/kg di peso corporeo si può ottenere un giusto equilibrio proteico e una buona condizione di salute, ma in alcuni casi possono essere necessarie quantità giornaliere di g 1/kg di peso corporeo, simili a quelle di un adulto giovane.

 

Il maggiore o minore apporto va valutato caso per caso, in funzione sia della contemporanea assunzione di farmaci, sia delle capacità digestive e di quelle renali.

 

Glucidi: non esistono motivi per ridurre il 55% dell'apporto calorico giornaliero regolare di glucidi. Nonostante l'inattività fisica, il rispetto della norma dipende dalla necessità o meno di contenere i lipidi ed esercitare un risparmio sul catabolismo proteico.

 

Lipidi: devono aggirarsi intorno al 20-25% delle calorie totali, di cui 1/3 di grassi saturi, 1/3 di grassi monoinsaturi e 1/3 di grassi polinsaturi. Una forte riduzione potrebbe compromettere l'utilizzazione di vitamine liposolubili e sarebbe inoltre ingiustificata, visto che il rapporto tra colesterolemia e rischio di malattie coronarie viene meno dopo i 60 anni.

 

Vitamine: controllare le carenze delle vitamine B, C, D e K, che sono quelle che vengono più facilmente a mancare.

 

Minerali: controllare periodicamente e in modo accurato i valori ematici quando si somministrano farmaci. Per la profilassi dell'osteoporosi assumere vitamina D e fluoro.

 

Acqua: controllare la disidratazione a carico della quota idrica intracellulare. Un apporto abbondante di acqua naturale o minerale e di succhi di frutta è necessario.

Consigli sull'alimentazione dell'anziano

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Da quali false idee converrebbe separarsi?

Pregiudizi e tabù alimentari sono diffusi tra le persone anziane, le quali credono, per esempio, che bisogna diminuire se non, addirittura, eliminare del tutto il sale, e che le proteine vegetali sono migliori di quelle animali.

 

A volte, perciò, diminuiscono troppo la quantità di carne presente nei loro pasti mentre dovrebbero fare il contrario: perfino i vegetariani consumano proteine animali, derivanti da uova, formaggio, latte.

 

Pensano inoltre che eliminando totalmente i lipidi e certi piatti grassi (come le salse o lo stufato) la loro salute migliorerà; ma non è a settant'anni che bisogna moderare i grassi, bensì nella giovane età.

 

Si illudono poi che i cibi liquidi si digeriscano più facilmente di quelli solidi e può capitare che la sera sostituiscano la cena normale con una scodella di caffè latte, senza rendersi conto che è una bevanda indigesta, che può causare insonnia e, talvolta, anche tristezza.

 

La credenza più diffusa presso gli anziani è però quella che ritiene l'uovo un cibo estremamente nocivo per il fegato; in realtà l'uovo, se entra in una preparazione culinaria abbastanza semplice, non è affatto un alimento pesante o mal tollerato dal fegato.

 

A cosa non bisognerebbe mai rinunciare?

Due alimenti non dovrebbero mai mancare nella dieta delle persone anziane: il latte e il formaggio. Il latte e i suoi derivati, infatti, sono la maggiore fonte di calcio dell'organismo.

 

Bisogna assumere mezzo litro di latte al giorno, sotto qualsiasi forma: formaggio bianco, yogurt o latte scremato in polvere. Quest'ultimo in particolare, se diluito (uno o due cucchiai) in un bicchiere di acqua è ben tollerato anche dallo stomaco più delicato.

 

Anche il formaggio (da 50 a 70 grammi) non deve mai mancare nell'alimentazione quotidiana: il latte e il formaggio servono a lottare contro le due malattie più diffuse tra gli anziani, cioè l'osteoporosi e il deperimento della dentatura.

 

I casi di osteoporosi sono sempre di più, proprio perché è una malattia che colpisce le persone anziane, il cui numero è in costante aumento.

 

Un apporto di calcio di un grammo, un grammo e mezzo al giorno serve a prevenire e correggere questi disturbi. L'ideale sarebbe associare l'assunzione di vitamina D e l'esposizione al sole.

 

Come non commettere errori alimentari quando si hanno problemi ai denti?

Se per vostri pregiudizi o ragioni economiche evitate il più possibile il dentista e ritenete che una perdita totale dei denti sia una conclusione normale e inevitabile legata all'età, cercate almeno di seguire una dieta appropriata.

 

In questi casi l'alimentazione migliore è quella semiliquida o, almeno, composta di cibi tritati e frullati. Un'alimentazione di questo tipo, infatti, evita l'insorgere di una gastrite o un'esofagite, affezioni molto frequenti in queste situazioni, in cui lo stomaco si trova sovraccaricato da un lavoro che non rientra nelle sue funzioni e la mucosa gastrica è lesionata dalle particene solide e dure di alimenti che esigono una buona dentatura per essere masticati.

 

Per pazienti con problemi ai denti, l'alimentazione quotidiana deve essere la stessa delle persone con una dentizione in buono stato o portatrici di una protesi dentaria; solo l'aspetto del cibo sarà differente.

 

Qual è la quantità quotidiana di calcio necessaria per evitare l'osteoporosi senile?

Non si conosce con certezza il fabbisogno di calcio del nostro organismo. Si pensa che un adulto abbia bisogno di una quantità di calcio che varia da 700 a 800 milligrammi al giorno: è importante che il calcio venga assunto sotto forma di latticini, per ottenere una migliore assimilazione.

 

Il latte contiene 1 grammo di calcio ogni litro. La donna in menopausa deve aumentare la razione quotidiana.

 

Ma anche durante la gravidanza e la lattazione, quando la donna è ancora in età fertile, è necessario aumentare l'assunzione di calcio, fino a 1500-2000 milligrammi al giorno, per prevenire l'osteoporosi.

 

È più facile raggiungere il fabbisogno giornaliero se si mangiano formaggi: il formaggio grana contiene la più alta percentuale di calcio (1169 mg/ ogni 100 grammi), seguito a ruota dal pecorino siciliano (1162 mg/ ogni 100 grammi). Si può trovare calcio anche in alcune verdure, nella frutta e perfino nelle acque minerali o in quella del rubinetto.

 

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