Fichi: proprietà e benefici

Il fico, appartenente alla famiglia delle Moracee, è un alberello (talvolta, un arbusto) dalla corteccia liscia, color grigio-cenere e con piccole lenticelle sparse. Le foglie sono grandi, con la base cuoriforme, generalmente divise in tre o cinque lobi aventi il margine dentato. 


Proprietà curative dei fichi
Fichi

L'infiorescenza del fico, chiamata « sicono », consta del ricettacolo polposo a forma di piccolissimo otre, ovoide o tondo, cavo e tappezzato internamente da piccolissimi e numerosissimi fiori, maschili e femminili, retti da un corto picciolo.

 

I frutti, che derivano dai piccoli fiori, sono acheni, cioè i numerosi e piccoli granuli che, erroneamente e comunemente, sono definiti «granellini» o «semini»; essi sono immersi nella succulente polpa che deriva dal ricettacolo e dai peduncoli floreali: l'insieme dei piccolissimi frutti forma un'infruttescenza.

 

La pianta contiene un latice, bianco, irritante e acre, usato per cagliare il latte e, nella medicina popolare, per estirpare calli e verruche: è sufficiente spezzare un giovane ramo o un picciolo di una foglia che, immediatamente, il latice sgorga dalla ferita.

 

I fichi sono molto nutrienti, sia freschi, sia essiccati: non ci deve ingannare il succo liquido del fico, che, normalmente, non è preso nella dovuta considerazione: in realtà, è una parte preziosa del frutto. Quando il fico si essicca, diventa un concentrato di zuccheri e di elementi utilissimi al nostro organismo.

 

La raccolta avviene nel momento in cui il fico è completamente maturo e si compie durante le ore più calde della giornata, quando il tasso di umidità, nell'aria, è minimo.

 

HABITAT. Il fico vive bene nei luoghi aridi e rocciosi, meglio se soleggiati, perché la pianta non ama l'umidità.

 

Le proprietà curative dei fichi.

I più importanti principi attivi del fico sono: enzimi (favoriscono la digestione e l'assimilazione dei cibi), furocumarine, mucillagini, sali minerali di bromo (sedativo del sistema nervoso), di calcio (elemento determinante per le ossa), di manganese (importante per il fissaggio del calcio).

 

Nel fico sono presenti: la vitamina A deputata alla crescita delle cellule, quindi al ringiovanimento dei tessuti; inoltre, è importante per la vista, in quanto presiede alla rigenerazione della porpora retinica, la sua assenza blocca lo sviluppo cellulare e provoca gravi lesioni agli occhi.

 

La vitamina del gruppo B con azione tonificante e rinforzante sul sistema nervoso, tanto che la loro mancanza provoca la polinevrite o beriberi; esse partecipano al metabolismo dei lipidi, dei glicidi e delle proteine, la vitamina B1, o acido pantotenico, per esempio, è di vitale importanza per il metabolismo organico e per il rinnovamento delle cellule epiteliali e la crescita degli annessi cutanei, come capelli, unghie ecc.

 

La vitamina C o acido ascorbico: debella la fatica ed è determinante per la genesi del collagene (elemento importante del tessuto connettivo); è necessaria anche per il metabolismo del ferro. La sua mancanza provoca lo scorbuto, decalcifica le ossa, causa emorragie e debilita l'organismo.

 

Nei fichi, il patrimonio vitaminico è ben equilibrato, nella giusta proporzione atta al benessere del nostro organismo. I fichi, infine, contengono molte sostanze zuccherine, nutrienti ed energetiche. La percentuale del contenuto di zuccheri varia a seconda che il frutto sia fresco o essiccato: nel primo caso, è il 18%, nel secondo, aumenta fino al 62 %.

 

Le sostanze contenute nei frutti (specie se essiccati) li rendono un alimento molto energetico, dall'ottimo valore nutritivo e dalla facile digeribilità. In terapia, vengono usati come lassativi, grazie all'effetto determinato dai piccoli e veri frutti (noti come «granellini» o «semini») e dalle mucillagini.

 

I fichi hanno un'azione analgesica nei reumatismi e, soprattutto, contro i dolori causati dalla sciatica (ischialgia); il loro decotto è risolvente, lenitivo, antinfiammatorio, drenante le vie respiratorie e, in particolare, emolliente per la gola e sedativo della tosse.

 

Secondo la medicina popolare, le gemme di fico curano la gastrite nervosa, le foglie sono diuretiche e lassative; secondo taluni Autori, promuovono il flusso mestruale, mentre i fichi, oltre alle sopra descritte proprietà curative dei fichi, si possono considerare vermifughi, specie quelli del Ficus elminthica.

 

USO ESTERNO.

Molteplici e varie sono le applicazioni terapeutiche che il fico esercita all'esterno dell'organismo.

Il latice fresco, come si è già accennato, applicato su calli e verruche, li fa scomparire; sempre il latice, applicato immediatamente sulla parte colpita dalla puntura di un'ape, ne lenisce il dolore.

Il decotto del fico agisce da antinfiammatorio locale, contro ascessi, foruncoli, gengive infiammate, piccole ulcerazioni delle mucose orali e ascessi gengivali.

 

Proprietà cosmetiche del fico.

Impacchi di garze imbevute di decotto di fico agiscono da emollienti e calmanti su pelli arrossate e infiammate: la stessa cura, prolungata nel tempo e con costanza, schiarisce le efelidi.

Uso e preparazioni con i fichi.

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FICHI.

Infuso di fichi secchi: mettere 5 o 6 fichi in tre quarti di litro di acqua calda, poi lasciarli in infusione, a recipiente coperto, per tutta la notte.

 

Decotto di fichi secchi: bollire, per 20 minuti, a fuoco lento, 6 fichi secchi, in tre quarti di litro di acqua o in una miscela di acqua e latte.

 

FOGLIE.

Infuso di foglie: lasciare a macero, per 20 minuti, a recipiente coperto, 40 g di foglie essiccate e frantumate, in un litro di acqua bollente. Filtrare.

 

GEMME.

Infuso: macerare, per 2 ore, un pugno di gemme in un litro di acqua bollente, a recipiente coperto. Filtrare.

 

DOSI PER USO INTERNO.

 

FICHI SECCHI.

Infuso: contro la stitichezza, per circa un mese, mangiare i fichi infusi e bere 4 o 5 cucchiaiate di infuso nell'arco della giornata.

 

Decotto: per sedare la tosse e guarire la gola irritata, mangiare i fichi del decotto, fare un breve gargarismo con il decotto e berne 3 o 4 tazzine al giorno.

 

FOGLIE.

Infuso: berne 4 o 5 tazzine nell'arco della giornata, contro la tosse, la stitichezza e l'oliguria; raddoppiare tale dose giornaliera, durante la settimana precedente la presupposta data del periodo mestruale, ne facilita il mestruo.

 

GEMME.

Infuso: berne 3 tazzine al giorno, mezz'ora prima dei pasti principali, per eliminare la gastrite nervosa.

 

DOSI PER USO ESTERNO.

Decotto di fichi secchi: è usato per fare gargarismi contro il mal di gola, sciacqui per il cavo orale, contro gengiviti, ascessi dentari, ulcere orali e infiammazioni delle mucose: 2 volte al giorno.

 

Impacchi con garze imbevute di decotto: sono salutari per pelli infiammate, irritate o «brucianti» per il troppo sole: 2 o 3 volte al dì.

 

Cataplasmi: bollire, adagio e mescolando sempre, finché si ottiene una polentina morbida da porre in un sacchetto di tela sottile o da raccogliere in garze, 5 fichi secchi tritati, 100 g di farina di senape, 100 g di vino e 150 g di acqua. Porre il cataplasma sulle parti dolenti, infiammate, foruncoli, ascessi ecc.: 2 o 3 volte al giorno, secondo la gravita.

 

Tamponamenti con il latice: mediante piccoli tamponi (per esempio con i bastoncini che all'apice portano un piccolo batuffolo di cotone idrofilo) imbevuti di latice fare piccoli tamponamenti, 2 o 3 volte al giorno, su calli, verruche ecc. fino alla scomparsa. Si deve agire solo sulle zone interessate, perché il latice è bruciante.

Curiosità sul fico.

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Il fico è una pianta legata alla sacralità, all'uomo e alla sua storia millenaria. Gli antichi Greci credevano che il fico avesse origini divine: la mitologia greca, infatti, racconta che Demetra, dea della Terra, aveva creato l'albero del fico perché l'eroe Fitalo, al quale la dea doveva riconoscenza, ne gustasse i dolcissimi frutti.

 

Sempre in Grecia, si raccontava che il profeta Isaia, usando i fichi di cui conosceva le proprietà terapeutiche, aveva guanto il 13° re di Giuda, Ezechia (721-693 a.C.). Nel Vecchio Testamento è scritto che il fico simboleggiava l'abbondanza della Terra Promessa; in un passo della Genesi, si legge che i nostri progenitori, Adamo ed Eva, dopo il «peccato originale» si servirono di una foglia di fico per coprire le loro nudità.

 

Inoltre, spesso, nell'iconografia, il fico rappresenta l'Albero della Conoscenza del Paradiso Terrestre, nonostante che, nell'immaginario popolare, tale ruolo sia assegnato alla mela.

 

Per esempio, in Spagna, nella cattedrale di Gerona, sono raffigurati Adamo, Eva e il serpente accanto a un albero di fico; più esplicita ancora è la miniatura Il peccato originale del Coclex Virgilianus (S. Lorenzo, Escuriale, Spagna), raffigurante un serpente, che, con il frutto in bocca, da un albero di fico si protende verso Eva, la quale afferra l'offerta.

 

Simbolo, quindi, della «caduta» dei nostri progenitori, il fico ha anche rappresentato la punizione: Giuda, secondo una leggenda, assalito rimorsi, si è impiccato a un albero di fico. In Asia, il fico, non solo perde il significato della punizione e del pentimento, ma simboleggia anche la sacralità, la fede e la vita eterna.

 

I buddisti ritengono che meditare sotto l'albero delfico, l'animo si elevi: Budda (Kapilavastu od. Gorakhpur 560 a. C. - Kusinagara 480 a.C.), infatti, ebbe l'illuminazione, mentre era sotto l'albero delfico asiatico, conosciuto come Aswatth o fico cosmico.

 

Al di là delle simbologie e delle leggende che riguardano questa pianta, non si deve scordare che la sua azione terapeutica, nei secoli scorsi, era talmente nota e sfruttata da essere menzionata, circa 4000 anni fa, persino in uno dei più antichi documenti: il papiro egiziano di Ebers.

 

Il nome dell'infiorescenza del fico (sicono), secondo un'antica leggenda mitologica deriva da Sykéus, nome di un Titano che, fuggendo dalle ire di Giove, si nascose nel grembo di sua madre Gea (la Terra), la quale lo fece risorgere con il nome «Syké».

 

In realtà, in botanica, si chiama sicono una particolare infiorescenza nella quale il ricettacolo è una cavità chiusa e tappezzata di piccolissimi fiori che, in seguito, si trasformano in altrettanti piccolissimi frutti, popolarmente, creduti semi.

 

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