Basilico: proprietà curative

Il basilico appartenente alla famiglia delle Labiate, è una pianta annuale, a fusto eretto e ramoso, dalle foglie ovali, profumatissime e di un brillante color verde. I fiori, rosati o bianchi, a seconda della varietà, sono riuniti in infiorescenze a verticillo.


Proprietà terapeutiche del basilico
Basilico

Il basilico, ora, ha trovato la sua giusta collocazione fra le piante terapeutiche: le ricerche scientifiche moderne confermano quelle doti curative che vennero scoperte e largamente usate, dalla medicina popolare, durante l'ultimo secolo.  

 

Di natura tropicale, il basilico venne importato dalle zone calde dell'Asia e dell'Africa, ancora ai tempi dell'antica Roma; oggi, ottimamente acclimatato, vive diffusissimo anche alle nostre latitudini, specie nelle zone calde.

 

Sui davanzali delle nostre case, i vasi di basilico sono sempre presenti, ma non per scacciare il malocchio, come si pensava nel Medio Evo, ma semplicemente per usarlo in cucina e per tener lontane le zanzare che non sopportano il suo profumo.

 

La pianta magica è diventata pianta utile e, spoglia di ogni fantasiosa credenza, ci offre aiuto, sia profumando i nostri cibi, sia tenendo lontano gli insetti (specie le zanzare) e, soprattutto, curando i nostri malanni, grazie ai suoi comprovati poteri terapeutici.

 

HABITAT. Originario dei Paesi dell'Est asiatico, il basilico ormai, da molti secoli, si è acclimatato benissimo in tutta Europa, particolarmente nel­le terre del bacino mediterraneo. Oltre all'Ocymum basilicum, si coltiva anche un'altra varietà di basilico: l'Ocymum minimum, dalle foglie più piccole e dal profumo più intenso.

 

I principi attivi presenti nel basilico.

Foglie e fiori sono ricchi di principi attivi, come: oli essenziali (cineolo, estragolo, eugenolo, linaiole, metilcalvicolo e, spesso, timolo), canfora di basilico, tracce di glucosidi, una saponina acida e tannini. L'olio essenziale, contenuto in piccole ghiandole situate nella pagina inferiore delle foglie, si ricava per distillazione delle stesse.

 

Le proprietà terapeutiche del basilico.

Farmacologicamente, il basilico incentiva l'attività gastrodigerente, agisce, positivamente, anche nei casi di digestioni difficili e lente, cura i crampi allo stomaco e la gastrite, anche se è cronica, impedisce la formazione dei gas intestinali e combatte l'aerofagia.

 

Un infuso di foglie fresche (come la loro essenza) combatte la stipsi, l'astenia, l'insonnia nervosa e l'emicrania, agisce anche da antisettico e da antinfiammatorio, elimina le dannose tossine, perché aumenta la sudorazione, protegge il tubo digerente e stimola la digestione.

 

La medicina popolare usa, con esito positivo, il basilico per aumentare un flusso mestruale scarso, inoltre, con foglie fresche di basilico, cotte nel vino bianco, addolcite con poco miele, si prepara un ottimo tonico-digestivo, che non solo aiuta a digerire e da tono al fisico e alla psiche, ma agisce anche da febbrifugo.

 

USO ESTERNO.

L'olio canforato di basilico è usato per fare pennellature su piccole ferite e ulcerazioni, per massaggiare le tempie, nei casi di mal di testa e di emicrania; alcune gocce di essenza di basilico agiscono da antisettico e leniscono il dolore provocato dalle punture di insetti.

 

Lo stesso rimedio si ottiene soffregando le foglie di basilico sul punto colpito, perché, da esse, esce l'essenza curativa.

 

Suffumigi fatti con acqua calda contenente foglie contuse agiscono contro il raffreddore; semplicemente, stropicciando le foglie fra le dita, le loro ghiandolette si rompono e l'olio essenziale profumato si libera: essendo molto volatile, non appena liberato, raggiunge, attraverso la trachea e la laringe, i nostri bronchi, portando loro beneficio; purificando le alte vie respiratorie, le libera da tosse e raffreddore.

 

Sempre per la valenza antisettica, gli sciacqui fatti con l'infuso di basilico agiscono da valido e purificante collutorio, utile anche nei casi di infiammazione alle mucose orali. Nelle campagne, si usa ancora fiutare, come se fosse tabacco, le foglie di basilico essiccate e polverizzate per liberarsi dal «raffreddore di testa», facendo «colare» catarro e muco dal naso.

 

Proprietà cosmetiche del basilico.

Alcune gocce di aceto, unite a una tazza scarsa di infuso, sono un'ottima lozione curativa da frizionare su capelli e cute. Un bagno tonificante, stimolante e ottimo per la pelle, si ottiene lasciando (prima di immergersi), nell'acqua calda del bagno, per 20 minuti, un sacchetto di garza contenente 2 grosse manciate di sommità fiorite e fresche di basilico.

 

Basilico: uso e preparazioni.

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TEMPO BALSAMICO.

 

Il tempo migliore per cogliere le foglie del basilico coincide con la fioritura della pianta: dalla primavera all'autunno; essendo il basilico ricco di olio essenziale, è bene coglierlo, al mattino, prima che il sole evapori l'essenza.

 

Preparazioni:

Essenza: si trova nelle farmacie e nelle erboristerie.

Infuso: lasciare in infusione, per un quarto d'ora e a recipiente coperto, le foglie fresche di basilico (un cucchiaino), in una tazza di acqua bollente. Filtrare.

Succo: si ottiene centrifugando le foglie o le sommità fiorite fresche e leggermente contuse.

Polvere di basilico: pestare bene in un mortaio le foglie essiccate di basilico, in modo da ottenerne la polvere

Acqua distillata di basilico: si acquista nelle farmacie e nelle erboristerie.

 

DOSI PER USO INTERNO.

Essenza: dalle 3 alle 5 gocce al giorno, su una zolletta di zucchero o veicolata nell'acqua o nell'infuso tiepidi.

 

Infuso: berne una tazza dopo i pasti principali.

 

Succo: un bicchierino da liquore dopo i pasti.

 

DOSI PER USO ESTERNO.

Essenza: 2 o 3 volte al dì, a brevi intervalli, massaggiare con alcune gocce di essenza, le tempie, nei casi di emicrania, mal di testa e stanchezza. Se non si sopportasse la «forza» dell'essenza, la si può veicolare con pochissimo olio puro di oliva o di ricino.

 

Infuso: fare, 3 o 4 volte al giorno, gargarismi contro il mal di gola e sciacqui per sanare piccole ulcere e mucose infiammate del cavo orale.

 

Polvere: nei casi di raffreddore di testa, sinusiti ecc. avvicinare la polvere alle narici e aspirarla, col naso, come fanno le persone che fiutano il tabacco.

 

Acqua distillata di basilico: per avere una bella pelle, basta usare, come tonico, tutti i giorni e per un mese, questa acqua tonificante, rinfrescante e purificante.

Curiosità sul basilico.

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«A parte che er basilico c'incanta perché profuma mejo de le rose, eia certe doti medicamentose che in tanti mali so' 'na mano santa.» Così inizia il sonetto in romanesco che Aldo Fabrizi dedicò al basilico, descrivendone le comprovate proprietà terapeutiche.

 

Molti anni prima, anche i Latini coniarono altri tipi di aforismi atti a illustrare le doti di questa pianta: «Mentis nubila pellit», cioè, «Scaccia le nubi, l'oscurità della mente», in riferimento alla convinzione popolare che riconosceva al basilico la capacità di combattere la depressione psichica, la mancanza di volontà e la tristezza.

 

Il suo nome latino ne illustra le caratteristiche: «Ocymum» significa «fragrante, odoroso, profumato», con chiaro riferimento all'intenso aroma della pianta, mentre «basilicum» deriva dalla parola greca «basilikós» che significa «regale» e, in senso lato, «degno di re», a confermare che le molte proprietà del basilico sono talmente certe e valide da essere usate da sovrani e da persone altolocate ed esigenti.

 

Secondo altri Autori, invece, per il profumo che emana, la pianta simboleggia la dolcezza, come esprime la frase latina «Quo mollius, eo soavius» (...Quanto più delicato, tanto più profumato...) che lo riguarda.

 

Nell'antichità, il basilico, come la salvia, era considerato una pianta sacra e, pertanto, non doveva essere colta da persone indegne. Appositi addetti (di solito, erano i cerusici, gli erbolari, gli speziali ecc.) raccoglievano la pianta, in determinati giorni, officiando un rito particolare: vestiti con abiti candidi, purificavano la mano destra, la mano della raccolta, aspergendola con un ramo precedentemente immerso in acque pulite e limpide; il ramo usato per la cerimonia, però, doveva appartenere a una pianta sacra agli dei (per esempio la quercia) per non profanare la sacralità dell'essenza inferiore e divina della pianta.

 

Nel Medio Evo, il basilico cambiò ruolo e venne considerato una pianta dai poteri magici e, pertanto, usato per fare pozioni d'amore o di morte; la sua presenza era una costante insostituibile nei riti magici. Continuando l'excursus storico, notiamo che, nel periodo rinascimentale, finalmente il basilico perse la sua antica fama e diventò simbolo d'amore: gli innamorati timidi dichiaravano la loro passione amorosa, inviando all'amata un mazzo di fiorì guarnito con basilico: se la prescelta rimandava al mittente il medesimo rametto significava che l'amore era ricambiato.

 

In India, invece, il basilico è considerato una pianta sacra, identificata con Laksmi, la dolce sposa di Vishnu e dea della bellezza, dell'armonia e della soave femminilità. I fedeli di Vishnu usano rosari fatti con semi di basilico, mentre le donne si ornano con braccialetti e collane confezio­nate con radici di basilico tagliate a pezzetti e, talvolta, colorate. Il poeta e cantore indiano, Narada, nei suoi canti, ha magnificato i poteri del «tulasi» (nome indiano del basilico) e i bonzi assicurano che esso «apre le porte del cielo».

 

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