Le proprietà benefiche del carciofo

Il carciofo appartiene alla famiglia delle Asteracee (Composite) ed è una pianta erbacea perenne, i capolini (i fiori) non ancora aperti costituiscono i carciofi commestibili. Originario del Nord Africa, in particolare dell'Egitto e dell'Etiopia, ma per certi Autori, proveniente dalla lontana India, il carciofo predilige vivere nei Paesi a clima caldo, specie sulle coste marine: infatti, alligna bene in tutto il bacino mediterraneo: particolarmente in Italia, Francia e Spagna. In scala decrescente, la Puglia, la Sicilia e la Sardegna sono le maggiori produttrici di carciofi, in Italia. 

Le proprietà benefiche e curative del carciofo
Carciofo

I fiori del carciofo fioriscono da giugno e luglio e, per la loro bellezza, sono colti e usati per le composizioni floreali; i frutti sono acheni ovali e compressi.


Le parti terapeutiche del carciofo sono il rizoma e le foglie della pianta, non le brattee commestibili consumate sulle nostre mense.

I principali principi attivi del carciofo sono: acido clorogenico, acido caffeico, cinarina (Principio Amaro, acido), un glucoside (cianina), enzimi (come cinarasi, mulinasi, invertasi, ossidasi, fitochinasi, proteasi ecc.), un principio cristallizzato (formato da sali di calcio, magnesio, potassio e sodio), minime le quantità di ferro, manganese e zinco; inoltre, sono presenti sostanze flavonoiche (inaroside e scolinoside), tannini e zuccheri.


Lo studioso Tixier dichiarò che il “carciofo è la più bella conquista della fitoterapia”, alludendo, ovviamente, alle doti terapeutiche dell'ortaggio. Il dottor Lieutaghi lo definisce “una delle migliori piante colagoghe; il suo uso è prezioso nelle affezioni che hanno origine da un cattivo funzionamento del fegato e della cistifellea”.


Tali poteri coleretici e colagoghi (capaci, cioè, di stimolare la secrezione della bile e di favorirne il deflusso) dovuti, soprattutto, all'acido caffeico e alla cinarina, sono noti fin dall'antichità e sono convalidati dalle ricerche scientifiche odierne.


Esperimenti scientifici, effettuati da un gruppo di ricercatori inglesi, hanno dimostrato, inoltre, che una cura a base di infuso o di decotto di foglie di carciofo, grazie all'azione farmacologica dell'acido caffeico e della cinarina, purifica il sangue,  in quanto diminuisce la sintesi del colesterolo endogeno e, quindi, il tasso di colesterolo nel sangue , regola la presenza dei trigliceridi, potenzia l'attività cardiaca, accelera i tempi di coagulazione del sangue, proteggendone la circolazione, e aumenta la resistenza dei vasi sanguigni.


Dalle ricerche fatte da Tixier, è emerso che l'uso prolungato del carciofo non solo regola il tasso di colesterolo, ma, essendo la sua radice un buon diuretico, promuove l'eliminazione dell'acido urico in eccesso e, pertanto, contrasta la formazione dei suoi sali, gli urati, responsabili dei forti dolori articolari, muscolari e della calcolosi.


Le foglie del carciofo, in decotto o in infusione, purificano il sangue, potenziano l'equilibrio nervoso, sono protettrici del fegato e curano tutti i disturbi provocati da questo importante organo quando è ammalato e in cattive condizioni: coliche, congestioni epatiche, intossicazioni, enteriti, digestioni lente e difficili, infezioni intestinali, diarree e, persine, l'ittero e il diabete di origine epatica.


Anche il decotto di radici è molto utile e salutare contro l'artrite, la gotta, i reumatismi, la renella, nei casi di oliguria (ritenzione di orina), di idropisia (accumulo di liquido sieroso nelle cavità del corpo, specie nell'addome).


Notevoli sono le altre azioni terapeutiche collaterali del carciofo, come l'attività batteriostatica esercitata dall'acido clorogenico sulle infezioni intestinali, dovute a salmonelle e brucelle; e, ancora, l'inulina contenuta in questo ortaggio, costituisce un ottimo integratore delle cure ipoglicemizzanti nei diabetici.

Proprietà curative del carciofo

USO ESTERNO.

Gli eczemi, le dermatiti e l'acne seborroica vengono curati con decotti, infusi e succo di foglie di carciofo, sia assunti per via orale, perché, come si è detto, il carciofo purifica il sangue e protegge il fegato, sia per cura esterna, mediante applicazioni in loco o con pediluvi o bagni alle mani, nel decotto di foglie e di radici.


FITOCOSMESI.

Il dottor Valnet, dopo varie sperimentazioni, ha scritto che il carciofo favorisce il ringiovanimento tissulare e previene l'invecchiamento. In effetti, la cinarina e i tannini contenuti nelle foglie di carciofo agiscono da bioattivanti sulla pelle, proteggendo, così, i tessuti epidermici, con conseguente miglioramento dell'incarnato. Pelli asfittiche o foruncolose migliorano nettamente, anche mediante applicazioni esterne.


Pure il cuoio capelluto beneficia del potere bioattivante dei Principi Attivi del carciofo: per tale ragione, si usano i loro preparati per riattivare le funzioni cutanee e per apportare forza e vigore ai capelli: frizionando spesso, col succo o il decotto, il cuoio capelluto, si stimolano i bulbi piliferi e, quindi, si rinforzano i capelli. Infatti, in commercio, esistono lozioni, creme, maschere di bellezza e prodotti per capelli a base di carciofo, rigeneranti perché apportatrici di vitamine e sali minerali.

Proprietà curative del carciofo

Preparazioni con il carciofo: decotto, infuso, tintura.

Se lo si desidera, si può attenuare l'amaro con un po' di miele.


Decotto-infuso di foglie: far bollire, per pochi minuti, un pizzico di foglie tritate, in una tazza di acqua; lasciare, poi, il tutto in infusione per un quarto d'ora, a recipiente coperto.


Decotto-infuso di radice: bollire per 5 minuti, in una tazza e mezza, di acqua, un cucchiaio di radice contusa e tagliata a pezzetti. Lasciar riposare, a recipiente coperto, finché il preparato è tiepido.


Succo di foglie fresche: si ricava dalle foglie fresche e sminuzzate, passate in centrifuga.


Tintura: macerare, per 2 settimane, in mezzo litro di alcol a 70°, 350 g di foglie sminuzzate.


Sciroppo: aggiungere a 10 g di estratto fluido (è bene comprarlo in farmacia o in erboristeria) 90 g del solito sciroppo.


DOSI PER USO INTERNO

Decotto di foglie: una tazza, un quarto d'ora prima dei 3 pasti principali.

Decotto di radice: come sopra.

Succo di foglie fresche: 3 o 4 cucchiai ai pasti principali.

Tintura: bere 20 o 30 gocce al giorno, allungate con acqua o tisana calde.

Sciroppo: 4 o 5 cucchiai al giorno.


DOSI PER USO ESTERNO

Decotto o succo: falde di cotone intriso di decotto o di succo di foglie per fare impacchi su pelli asfittiche o impure. Frizionare il cuoio capelluto, con batuffoli intrisi di decotto per nutrire e migliorare i capelli. Inoltre, un litro di decotto, unito all'acqua di un pediluvio o a quella di un bagno per mani, come si è già detto, favorisce la guarigione dei disturbi cutanei.

Succo delle foglie: impacchi di falde di cotone intriso di succo allungato con poca acqua bollita e applicati su eczemi e foruncoli, 3 o 4 volte al giorno, ne accelerano la cicatrizzazione.

Come si coltiva il carciofo

Clima: caldo o temperato caldo, ad inverno mite. Terreno: profondo fertile e permeabile. Esposizione: a pieno sole. Moltiplicazione: per seme o meglio per polloni radicali.

Semina: a primavera in semenzaio. Numero dei semi per grammo: 25. Piantagione dei carducci: a primavera o all'autunno.

Durata della carciofaia: 2-4 anni. Raccolta dei capolini: da dicembre a maggio. Produzione: 8-10 capolini per pianta.


Il carciofo è una pianta perenne ma di solito le carciofaie si mantengono in coltura solo da 2 a 4 anni, in quanto esauriscono rapidamente la fertilità e di conseguenza conviene rinnovare l'impianto su nuovi terreni ben lavorati in profondità e abbondantemente concimati con letame maturo o altro concime organico naturale; infatti il carciofo è molto avido di concime e perciò negli anni successivi si deve scalzare il terreno attorno ai cespi, prima della ripresa vegetativa autunnale, per interrare altro concime naturale integrato con fertilizzanti chimici ricchi di fosforo e di potassio.


Di norma il carciofo non si riproduce per seme in quanto in tal modo si ottengono in prevalenza piante con caratteristiche disformi, spinescenti e quasi selvatiche; nell'eventualità, conviene eseguire la semina in vivaio per trapiantare a dimora definitiva solo le piante di buona vigoria e "gentili", cioè prive di spine.


Di solito si rinnova l'impianto di una carciofaia utilizzando i carducci, cioè i polloni che si sviluppano anche fin troppo numerosi attorno ai vecchi cespi e che sono già provvisti di radichette; l'impianto si effettua all'inizio dell'autunno oppure anche a fine inverno distanziando i carducci di circa 1 mt.


Negli anni successivi occorre eseguire la spollonatura, che consiste nell'asportare i polloni esuberanti; se ne conservano solo 2 o 3 per pianta, scegliendo quelli più vigorosi.


Le varietà orticole: Sono state selezionate diverse varietà di carciofi che si differenziano molto per sviluppo vegetativo, precocità di produzione, resistenza al freddo, forma, grandezza, colore e altre caratteristiche dei capolini.


Le "Mammole romanesche" sono molto grosse, arrotondate e prive di spine, il carciofo "Violetto di Sardegna" è molto più precoce e si distingue per i capolini ovali, violetti e spinosi, il carciofo "Verde di Napoli" è molto grosso e tipico per le brattee di colore verde chiaro o brillante, il carciofo "Violetto di Venezia" è invece molto tardivo, assai resistente al freddo e si riconosce per i capolini ovali, privi di spine e a brattee di colore violetto scuro. Interessante è il carciofo "Violetto di Provenza", detto "francese" e coltivato soprattutto in Liguria; ha capolini violetti, è molto saporito ed inoltre risulta "rifiorente", cioè produce abbondantemente sia a primavera sia all'autunno.


Il carciofo è un ortaggio saporito, nutriente, ricco di vitamine e di sali minerali; contiene diversi principi attivi benefici per l'organismo e inoltre viene sfruttato come pianta medicinale. I capolini sono costituiti da un ricettacolo inserito su grossi peduncoli e contornato da tipiche squame coriacee; come ortaggio si consumano il ricettacolo, cioè il girello, le brattee più interne e ancor tenere, nonché la porzione basale di quelle esterne.


CURIOSITÀ.

Un'antica e curiosa ricetta. Boccioli di carciofo canditi: cogliere i carciofi, quando sono ancora piccoli e teneri, lasciando loro due dita di gambo. Lavarli e metterli sotto sale, per 12 giorni. Alla fine della salatura, pulirli bene e porli in un recipiente e coprirli di sciroppo, lasciarli essiccare in questo sciroppo (circa 10 giorni), levarli e spolverarli con zucchero a velo.


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