Arnica: proprietà terapeutiche

L'arnica è una pianta erbacea perenne che appartiene alla famiglia delle Composite. Il suo fusto giallo-bruno, alto fino a 60 cm, è eretto, villoso e ramoso solo alla sommità e impiantato su un rizoma scuro, rossiccio.

Le foglie radicali sono ovali lanceolate e disposte a rosetta, raccolte, cioè, a formare un circolo compatto attorno alla base del fusto. Altre foglie, da una a tre, si innestano sessili (senza picciolo) a circa metà altezza sul fusto; sono piccole e lanceolate e percorse da cinque grosse nervature parallele.


Arnica: proprietà terapeutiche e cosmetiche
Arnica montana

I fiori dell'Arnica formano capolini giallo-aranciati e si diversificano in due tipi: quelli siti al centro dei capolini sono piccoli e gialli e quelli esterni, dalle ligule più lunghe, sono color giallo-aranciato.

 

Ogni pianta, in genere, porta un solo capolino terminale, ma, talvolta, può averne altri due ascellari (all'ascella delle foglie). La fioritura avviene da maggio ad agosto. I frutti cilindrici sono acheni bruni con piccoli peli chiari, sono dotati di un pappo piumoso che ha funzioni direzionali durante la disseminazione.

 

I principi attivi dell’Arnica.

I principi attivi più importanti che caratterizzano l'arnica sono: arnicina (resina amara, la cui presenza è esclusa da alcuni Autori: Dieterle ed Engel), arnisterina, arnizerina (particolare sostanza colorante), citisina, fitosterina, idrotimochinone, un olio essenziale ricco di eteri metilici e degli acidi butirrico, gallico, laurinico, malico, palmitico e valerianico e minerali, specie la silice, alla quale, secondo Valnet: «L'arnica deve le sue virtù terapeutiche, in relazione al sistema nervoso, alla pelle e al metabolismo sanguigno».

 

L'arnica è una delle piante più conosciute e più usate. I suoi preparati, oggi, sono poco utilizzati per uso interno, perché se, a dosi giuste, curano perfettamente molti disturbi, a dosi superiori a quelle consigliate, invece, sono velenosi e arrecano danni al cuore (ne accelera i battiti), alle prime vie respiratorie (faringite), al tubo digerente (enteriti, vomito, nausea, irritazioni) e al sistema nervoso (paralisi dei centri nervosi).

 

Al contrario, se è assunta in modo corretto, l'arnica è molto efficace nella cura contro la faringite, il catarro, specie quello senile, bronchiti e le altre malattie da raffreddamento, contro gli spasmi degli asmatici; è, inoltre, stimolante, lenisce i dolori, rafforza la circolazione sanguigna, da energia al cuore e aumenta la pressione.

 

È anche un eccitante del sistema nervoso, agisce, infatti, sull'asse cerebro-spinale ed è usata, specialmente, nei casi di paralisi senili o localizzate, di isterismi, di prostrazioni, di debolezza muscolare e nella cura dei traumatizzati. Ottimo è l'uso dell'infuso di arnica nei casi di dissenteria e di foruncolosi, acne e amenorrea.

 

ARNICA: USO ESTERNO.

Anche l'uso esterno dell'arnica, specialmente quello della sua tintura, deve attenersi, rigidamente, alle dosi consigliate dagli esperti, in caso contrario, sulla cute si formano eritemi, arrossamenti, irritazioni, eruzioni cutanee ecc. Non si deve mai usare l'arnica pura, ma la si deve diluire con acqua o con acqua e glicerina (una parte di tintura d'arnica e 5 di acqua glicerinata).

 

Inoltre, cataplasmi, impacchi e tutti gli altri preparati di questa pianta (velenosa a dosi alte, seppur altamente meravigliosa, a giuste dosi) non vanno applicati vicino agli occhi, alla bocca e ai genitali. Alcuni Autori invitano a essere prudenti nell'usare l'arnica sulle ferite, sebbene, in passato, si sfruttasse l'azione vulneraria della pianta, lavando escoriazioni e le ferite con tintura d'arnica, in giuste dosi e ottenuta per lisciviazione con alcol.

Tale lavatura, accelera, infatti, la cicatrizzazione.

 

L'abate Kneipp, alla fine del secolo scorso, nei suoi scritti, asseriva che l'arnica giovava alle ferite, grazie al suo potere cicatrizzante, ma era indispensabile usarla diluita in acqua nella seguente proporzione: una dose di arnica e 4 di acqua.

 

I preparati di arnica, specie quelli a base di fiori, anche usati esternamente, stimolano la circolazione sanguigna, hanno un'azione rubefacente (dal latino: ruber facere = far diventare rosso, arrossire), azione che ha la funzione di richiamare il sangue laddove è necessario, leniscono il dolore, agiscono beneficamente sulle parti contuse, su ammaccature, strappi muscolari e sulle infiammazioni dell'epidermide.

 

Hanno, inoltre, la capacità di far riassorbire il sangue che ha subito travasi (nei lividi, ematomi ed ecchimosi), sono un valido rimedio contro nevralgie, distorsioni, contusioni, ammaccature e slogature. Frizioni di arnica, sul cuoio capellino integro e senza ferite, combattono la forfora e impacchi su ascessi (con epidermide priva di escoriazione) ne accelerano la guarigione. L'infuso di arnica è un buon collutorio, si usa per fare sciacqui e garagarismi.

 

PROPRIETA’ COSMETICHE DELL’ARNICA: FITOCOSMESI

Valido è il contributo che questa pianta da alla bellezza. Il suo olio essenziale, emolliente, è un ingrediente basilare delle creme purificanti, delle lozioni emollienti e dei latti detergenti ad azione pulente e purificatrice.

 

Anche nelle cure di bellezza casalinghe, l'arnica si rivela un ottimo alleato: suffumigi per la purificazione delle pelli, bagni emollienti, impacchi sul viso e sul collo ridanno trasparenza e levigatezza all'epidermide.

 

TEMPO BALSAMICO.

I fiori si raccolgono quando sono ancora in boccio o all'inizio della fioritura, quindi ricchi dell'olio essenziale curativo; il rizoma (parte di fusto sotterraneo, che porta le radici) va colto in autunno, essiccato e tagliato a tocchetti. Fiori e rizoma vanno conservati in sacchetti di tela o in vasi chiusi ermeticamente.

Arnica: preparazioni, infuso, tintura, decotto

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Tintura: macerare nell'alcol, per 15 giorni, in un vaso ben chiuso, i fiori secchi, nel rapporto di una parte di fiori secchi e 3 di alcol a 70°. Scolare con una pezza di lino e spremere bene. Conservare in bottigliette scure. Filtrare.

 

Tintura diluita: generalmente molto usata, specie in esterno, con dosi ben precise, questa formulazione è ottima per impacchi e si ottiene miscelando 20 g di tintura di arnica, 60 g di acqua miscelata con 50 g di glicerina. Filtrare.

 

Infuso di radice: mettere 4 pizzichi di radice sminuzzata e contusa in un litro di acqua bollente: lasciare in infusione 2 ore. Filtrare.

 

Infuso di fiori freschi (molto attivi): lasciare in infusione, per 10 minuti, in un litro di acqua bollente, 5 g di fiori freschi. Filtrare.

 

Infuso di fiori secchi (meno attivi): mettere in infusione, per un quarto d'ora, in un litro di acqua bollente, 10 g di fiori secchi, a recipiente coperto. Filtrare.

 

Decotto: bollire per un quarto d'ora 15-20 g di radice contusa e sminuzzata in un litro di acqua. Filtrare.

 

Polvere di radici: polverizzare, molto finemente, nel mortaio, fiori o pezzetti di radice tritata e conservare in un vaso di vetro ermeticamente chiuso.

 

ARNICA: DOSI PER USO INTERNO.

Questi preparati, se usati in dosi forti, provocano irritazioni agli apparati digerente, respi­ratorio e nervoso.

Polvere: contro catarro e bronchite, 3 volte al dì, assumere, a intervalli regolari, un pic­colo pizzico di polvere mescolata a miele o marmellata o veicolata in acqua.

 

Infuso di radici o di fiori secchi: il contenuto di un cucchiaino, diluito in acqua e assunto a gocce, nell'arco della giornata, lenisce i dolori reumatici e agisce anche da antispasmodico.

 

Infuso di fiori freschi: ha una buona azione energetica e stimola il sistema nervoso anche nei casi di paralisi localizzate. Un cucchiaino al dì.

 

ARNICA: DOSI PER USO ESTERNO.

Applicazioni: i preparati di arnica, usati esternamente, in dosi forti, danno infiammazioni e irritazioni sulla pelle; non vanno usati sulle epidermidi molto delicate e su quelle dei bambini.

 

Impacchi: con tintura diluita o decotto o infuso: intridere una compressa di garza o panni con l'infuso o con decotto o con la tintura diluita (attenendosi alle modalità già prescritte). Fare impacchi su contusioni, strappi muscolari, slogature, lividi, ecchimosi, foruncoli senza lesioni.

 

Le compresse di arnica, cambiate 2 volte al giorno, sono un'ottima cura contro le emorroidi.

 

Pomata all'arnica: reperibile in tutte le farmacie ed erboristerie.

Sciacqui orali e gargarismi: l'infuso di arnica è un buon collutorio e agisce sulle mucose orali e sulle prime vie respiratorie.

 

HABITAT DELL’ARNICA.

L’arnica predilige i piani erbosi e assolati dei pascoli collinari e montani, ma può vivere anche in pianura, purché i terreni siano acidi, silicei e poveri di calcio. Alligna perfettamente nelle zone alpine fino a grandi altezze (2000 e 2500 m).

 

Secondo la tradizione popolare, l'arnica va colta nel giorno di S. Giovanni, al crepuscolo e appesa al soffitto del punto più centrale della casa, a protezione contro streghe, fantasmi e fulmini.

 

Essendo, infatti, l'arnica, come l'iperico, una delle piante dedicate al santo che protegge contro incantesimi ed energie negative, era ovviamente destinata e designata a simile compito.

 

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