Stress ossidativo: cause, test, soluzioni

Inquinamento ambientale, fumo di sigaretta, alimentazione scorretta, abuso di bevande alcoliche, esercizio fisico inadeguato, assunzione cronica di farmaci, infezioni... Sono solo alcune delle cause del cosiddetto "stress ossidativo", una forma di "stress chimico" indotto nel nostro organismo da uno squilibrio fra produzione di specie chimiche ossidanti ("radicali liberi") e fisiologiche capacità di difesa ("antiossidanti").


Stress ossidativo: cause e rimedi
Stress ossidativo

Lo stress ossidativo è forse più pericoloso del più comune "stress psico­emotivo" che affligge quotidianamente milioni di persone nel mondo. Infatti, lo stress ossidativo è una particolare forma di "stress chimico" indotto dalla presenza, nel nostro organismo, di quantità abnormemente elevate di agenti potenzialmente nocivi, le specie chimiche ossidanti (SCO), i cui "esponenti" più famigerati sono i cosiddetti "radicali liberi dell'ossigeno", spesso indicati anche, con terminologia più squisitamente tecnica, come specie reattive dell'ossigeno (reactive oxygen species, ROS).

 

Lo stress ossidativo è ritenuto responsabile dell'invecchiamento precoce e di una serie lunghissima di malattie molto comuni, almeno un centinaio, che vanno dall'ipertensione arteriosa all'aterosclerosi, dall'infarto all'ictus, dal Parkinson alla demenza di Alzheimer, dalla colite alla pancreatite, dall'obesità al diabete, dalla bronchite cronica all'artrite reumatoide, dall'AIDS a numerose forme di cancro.

 

Tuttavia, al contrario di queste condizioni, quasi sempre identificabili con un corretto esame medico e una serie di indagini ormai ben codificate, lo stress ossidativo è molto più subdolo, poiché non da luogo a dei sintomi caratteristici, né a un quadro clinico particolare. 

Le cause dello stress ossidativo, il test.

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Le cause dello stress ossidativo sono da ricercarsi in entità "invisibili", quali, appunto, i radicali liberi e le modificazioni biochimiche che esso induce, sovente si "nascondono" tra quelle indotte dalle varie patologie appena accennate.

 

A rendere più complesso questo quadro , già di per se poco confortante , c'è da aggiungere che se il medico, per una serie di ragioni, non sempre è adeguatamente "informato" sull'argomento, l'analista di laboratorio non è generalmente "attrezzato" per l'esecuzione di test specifici per la valutazione dello stress ossidativo.

 

E intanto paradossalmente, terapisti, farmacisti, allenatori sportivi e persino estetisti continuano a prescrivere e/o suggerire al soggetto potenzialmente a rischio di stress ossidativo l'assunzione di integratori ad attività antiossidante. 

I test di laboratorio attualmente disponibili per valutare lo stress ossidativo, eseguibili su campioni di sangue e, talvolta, a partire da un prelievo di urina, vengono convenzionalmente suddivisi in due gruppi a seconda che l'oggetto dell'analisi sia il versante pro, ovvero quello anti­ossidante del bilancio ossidativo.

 

Fra i test disponibili per misurare l'insulto ossidativo, alcuni, quali il d-ROMs test, valutano la capacità ossidante globale di un campione di sangue (plasma o siero) nei confronti di un determinato reattivo ossidabile (cromogeno); altri, invece, misurano specificamente il livello di specie chimiche derivanti dall'ossidazione di una specifica classe di composti organici, quali il DNA (es. dosaggio urinario della 8-idrossideossiguanosina), i lipidi (es. dosaggio plasmatico dei lipoperossidi o dei dieni coniugati; dosaggio urinario della malonildialdeide, MDA, o degli isoprostani), le proteine (es. dosaggio ematico dei carbonili proteici) o i carboidrati (es. dosaggio dei prodotti finali di avanzata glicosilazione, AGE).

 

Fra i test utili per la valutazione routinaria della componente antiossidante dello stress ossidativo alcuni misurano la capacità antiossidante totale di un campione di siero o di plasma come attività ferro-riducente (es. FRAP e BAR test), altri come attività di "barriera" nei confronti di un insulto ossidativo indotto in vitro (es. OXY-adsorbent test, Total Antioxidant Status assay); è possibile, tuttavia, misurare il livello di specifiche classi di composti (es. dosaggio dei tioli) o di singole molecole antiossidanti (es. vitamina C) nel plasma o nelle componenti corpuscolate del sangue (es. determinazione dell'attività dell'enzima glutatione perossidasi nei globuli rossi).

 

Purtroppo, al momento non esiste il test ideale, per cui occorre associare sempre più test, almeno uno in grado di misurare l'insulto ossidativo (es. d-ROMs test, MDA, 8-idrossideossiguanosina) ed almeno uno in grado di determinare l'efficienza delle difese antiossidanti (es. BAR test). Ciò al fine di avere un'idea corretta del bilancio ossidativo di un individuo.

 

L'opportunità di eseguire uno o ambedue i test dipende dalla finalità che ci si prefigge e, in definitiva, dalla tipologia dei candidati alle suddette analisi, ovvero: soggetti sani, pazienti con malattie correlate con lo stress ossidativo o soggetti sottoposti a trattamenti in grado di favorire uno squilibrio in senso pro-ossidante del bilancio ossidativo.

 

Soggetti apparentemente sani

Per i soggetti apparentemente sani, la finalità della valutazione è quella di identificare un'eventuale condizione misconosciuta di stress ossidativo e, quindi, prevenirne le conseguenze indesiderate (invecchiamento, malattie ecc.). Se i soggetti in questione non sono esposti a fattori specifici in grado di aumentare la produzione di radicali liberi, è sufficiente eseguire un solo test per la valutazione della capacità ossidante.

 

In realtà, a tale test dovrebbero sottoporsi, periodicamente, tutti i soggetti sani, perché non esiste individuo che non sia esposto al rischio di produrre, in senso assoluto o relativo, quantità eccessive di radicali liberi. Infatti, tutti, purtroppo, contro la nostra volontà, siamo esposti, anche se con frequenza variabile, alle radiazioni solari, agli inquinanti atmosferici, ai contaminanti alimentari, alle infezioni e così via.

 

Per i soggetti, sempre apparentemente sani, ma che sono esposti più costantemente dei precedenti, per ragioni diverse (stile di vita inadeguato, attività professionale ecc.), a fattori in grado di favorire lo stress ossidativo, bisogna fare una distinzione preliminare. Infatti, se il fattore al quale è esposto il soggetto agisce prevalentemente favorendo la produzione di radicali liberi (es. esercizio fisico eccessivo senza adeguato allenamento, sovrappeso, fumo di sigaretta, assunzione eccessiva di bevande alcoliche, ecc.) è sufficiente eseguire solo un test di "screening".

 

Se, viceversa, il fattore di rischio al quale si è esposti agisce prevalentemente riducendo le "difese antiossidanti" (es. vita sedentaria, regime alimentare inadeguato, ridotto assorbimento di principi nutritivi per patologie gastro-intestinali, eccessivo "consumo" di antiossidanti rispetto alla quota introdotta, ecc.) è, in linea di massima, indicata l'esecuzione di due test fra quelli sopra elencati, per la valutazione, rispettivamente, della capacità ossidante e di quella antiossidante.

 

Soggetti con malattie correlate con lo stress ossidativo

Per tutti quei pazienti con diagnosi di malattia correlata con lo stress ossidativo (es. m. di Alzheimer, ictus, infarto, ecc.) le finalità della valutazione globale, da effettuarsi sempre con ambedue i tipi di test, sono:

a) monitorare lo stress ossidativo e prevenirne le conseguenze;

b) monitorare l'efficacia della terapia specifica sulla patologia in atto e, aspetto non trascurabile;

e) monitorare l'efficacia della terapia specifica combinata con quella antiossidante sullo stress ossidativo associato alla patologia in atto.

 

Riguardo a quest'ultima finalità, occorre sottolineare che in molte delle patologie sopra elencate, quasi tutte ad andamento cronico, lo stress ossidativo tende a configurarsi come un fattore di rischio aggiuntivo e, come tale, deve essere controllato per rendere ottimali i risultati della terapia.

 

In altri termini, l'evidenza di una condizione di stress ossidativo costituisce un indice di controllo incompleto della malattia e, pertanto, suggerisce al clinico un approccio terapeutico integrato, ove trovino adeguata collocazione non solo i farmaci o gli interventi chirurgici tradizionali, ma anche la correzione dello stile di vita e, eventualmente, l'assunzione di antiossidanti.

 

Pazienti sottoposti a terapie in grado di favorire lo stress ossidativo.

Infine, per tutti i pazienti sottoposti ad interventi terapeutici, sia di tipo farmacologico (es. antiblastici, pillola, ecc.) che chirurgico (es. trapianti di organo, by-pass, ecc.), compresa la dialisi, in grado di compromettere il bilancio ossidativo in senso pro-ossidante, le finalità dei due test sono quelle di identificare e prevenire lo stress ossidativo e le sue conseguenze e, in particolare, monitore l'efficacia di eventuali misure messe in atto per prevenire il danno tissutale da stress ossidativo.

 

Il trattamento dello stress ossidativo, opportunamente diagnosticato da specifici test biochimici, presuppone l'individuazione delle cause che, presumibilmente, lo hanno determinato, e dei relativi meccanismi coinvolti. Se alla sua base vi è un aumento delia produzione dei radicali liberi, occorrerà individuare la fonte metabolica primaria che ne è responsabile e cercare di tenerla sotto controllo (es. ridurre l'infiammazione, migliorare la respirazione cellulare e l'ossigenazione dei tessuti, abbattere il carico di "tossine").

 

Se, invece, sono le difese antiossidanti a essere ridotte, bisognerà tentare di ricostituirle attraverso un idoneo stile di vita (alimentazione, esercizio fisico) e, laddove, necessario, con l'ausilio di integratori.

Stress ossidativo: quali soluzioni?

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L'errore più comune è assumere antiossidanti "alla cieca", cioè senza che un analisi di laboratorio abbia evidenziato specificamente un'alterazione del bilancio ossidativo.

 

Grazie alla possibilità di fornire al cittadino una valutazione oggettiva dello stress ossidativo a partire da un semplice campione di urina, sarà più agevole mettere in atto e poi monitorare strategie miranti a far mantenere nella norma o a riequilibrare un bilancio ossidativo alterato, evitando, nel contempo, l'uso indiscriminato di tante formulazioni "miracolose" che, assunte in maniere non controllata, possono essere talvolta causa di seri danni alla salute.

 

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