Alimentazione per lo sport di resistenza

Il simbolo dello sport di resistenza è la maratona, una corsa lunga oltre 40 km. Comunque, basta molto meno per arrivare a fenomeni simili a quelli che abbiamo potuto osservare alla televisione, in sportivi anche ben allenati: sfinimento comple­to, collassi, abbandono della gara.


Il motivo, citato anche dal­l'osservatore meno esperto di fisiologia e medicina, è l'ipoglicemia. Il nostro organismo arriva in pratica a esaurire, in uno sforzo prolungato, tutte le scorte di carboidrati (glucosio tra­sformato in glicogeno e accumulato nei muscoli e nel fegato).

 

Ora, uno sportivo ben allenato riesce a costituire delle scorte notevoli di glicogeno, sia nel fegato, sia nei muscoli.

 

Di particolare aiuto è il fatto che si sviluppano, secondo l'allenamento, dei muscoli specifici che costituiscono scorte personali; d'altra parte, il fatto che le scorte di glicogeno delle gambe non possono essere trasferite, in caso di bisogno, alle braccia, vincola lo sportivo, entro certi limiti, al suo tipo di allenamento.

 

In ogni caso, chi è bene allenato riesce ad attingere con maggiore facilità alle proprie riserve, utilizzandole quindi al meglio, durante l'impegno sportivo, ricorrendo an­che agli acidi grassi per conservare una parte di glicogeno per lo sforzo finale.

 

In un'epoca in cui lo sport, e l'alimentazione per lo sport, hanno assunto connotati scientifici molto precisi, si è arrivati a costruire lo sportivo di resistenza perfetto: capace di costi­tuire un massimo di scorte di glicogeno senza per questo au­mentare eccessivamente il proprio peso corporeo, e capace inoltre di utilizzare nel modo più razionale queste scorte du­rante la gara. Questa tecnica è stata chiamata pasta diet negli Stati Uniti, e, più prosaicamente, "carico di glicogeno", in altri Paesi.

 

Di questo metodo, come in ogni campo, esistono alcune versioni, più o meno rigorose. Quella più severa prevede, un settimana prima di un importante evento sportivo, l'abolizione completa di ogni tipo di carboidrati, per 4 giorni.

 

Gli alimenti permessi sono solo di tipo proteico e lipidico, e l'allenamento è intenso. Seguono poi 3 giorni di riposo assoluto o di attività fisica molto moderata, combinata con il consumo e grandi quantità di carboidrati, a esclusione o quasi degli alti elementi nutritivi.

 

L'organismo, affamato del suo solito rifornimento energetico riesce, durante i giorni di carica di carboidrati, a fare una scorta insolitamente grande (fino al doppio o triplo) che peraltro non viene intaccata poiché l'attività è ridotta o nulla.

 

Questa forma severa non viene vista volentieri da numerosi sportivi che possono sentirsi anche molto stanchi nella prima fase. Quindi, qualcuno ritiene sufficiente un'alimentazione molto ricca di carboidrati durante tutto il periodo di allenamento per indurre i muscoli a costituire buone scorte. Un'alimentazione particolarmente abbondante di carboidrati ne giorni prima della gara farebbe il resto.

 

Una formula intermedia consiste nel mangiare quantità moderate di carboidrati circa una settimana prima della gara, e di ridurre l'allenamento. Negli ultimi 2-3 giorni, si riduce ulteriormente l'attività fisica e si passa a un'alimentazione molte ricca di carboidrati.

Alimentazione per lo sport di resistenza: pasta Diet e carico di glicogeno

sport di resistenza
Sport di resistenza

PERIODO A.

 

Primo giorno.

 

Prima colazione: yogurt, mezza fetta di pane, formaggio o ricotta, caffè d'orzo con latte.

 

Spuntino: un succo di pomodoro, 2 uova strapazzate.

 

Pranzo: brodo di carne, eventualmente con verdure, esclu­se quelle amidacee come patate e zucca; carne o leguminose con insalata verde e carote.

 

Merenda: arachidi tostate, non salate.

 

Cena: insalata mista cruda; formaggi assortiti, cavolfiori, funghi.

 

 

Secondo giorno.

 

Prima colazione: 2 uova alla coque, rapanelli, pomodori.

 

Spuntino: olive verdi e nere, 3-4 cracker.

 

Pranzo: insalata cruda mista, mezzo pollo, spinaci, sedano di Verona.

 

Merenda: mandorle non tostate.

 

Cena: verdura in pinzimonio, minestra di ceci, borlotti e pi­selli, e altre verdure (non amidacee). Eventualmente, continuate per altri 2 giorni con un menù simile.

 

 

PERIODO B.

 

Primo giorno.

 

Prima, colazione: succo di frutta, frutta fresca in abbondan­za, torta di mele.

 

Spuntino: pane, burro e miele, una tisana dolcificata con il miele.

 

Pranzo: macedonia di frutta di stagione, risotto con i piselli, patate al forno con verdure crude e cotte.

 

Merenda: frutta secca (uvetta, albicocche secche, datteri).

 

Cena: frutta fresca, pasta asciutta abbondante, condita con verdure cotte (melanzane, zucchine e simili), zucca cotta a vapore o in forno.

 

Prima di andare a letto: tisana e biscotti.

 

Secondo giorno

 

Prima colazione: frutta fresca, dolcetti preparati con farina integrale e miele (ed eventualmente spalmati di miele).

 

Spuntino: succo di frutta, biscotti.

 

Pranzo: insalata mista accompagnata da pane tostato, verdure crude e cotte a piacere.

 

Merenda: torta di nocciole o plum cake.

 

Cena: macedonia di frutta, tortelli di magro (ripieni di ricotta e spinaci), sformato di patate.

 

A chi non serve la pasta diet.

 

Mangiare molta pasta e molto riso può piacere, e la gara in previsione potrebbe servire da gradito pretesto per concedersi i piatti preferiti. Comunque, sotto il profilo del rendimento sportivo, è utile sapere che non per tutte le attività il carico di glicogeno è realmente utile.

 

Per lo sport di picco è addirittura controindicato, almeno nel sua forma estrema, e per lo sport di resistenza è indicato solo se l'impegno dura almeno 2 ore. Solo in questo caso infatti anche uno sportivo allenato potrebbe incorrere nel rischio di esaurire le scorte di glicogeno e trovarsi in una condizione di ipoglicemia.

 

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