Radicali liberi e invecchiamento

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Radicali liberi e invecchiamento

Il rapporto esistente tra radicali liberi e invecchiamento, ovvero la cosiddetta teoria dell'ossidazione.


I radicali liberi sono sicuramente una componente del processo di produzione dell'energia, ed è quindi importante conoscerli in questo contesto, oltre che nel quadro più generale della loro influenza sull'intero organismo.

Tutti gli atomi trasportano entità elettriche, protoni (a carica positiva) ed elettroni (a carica negativa), che orbitano attorno al nucleo della cellula. Gli atomi si combinano per dare vita alle molecole attraverso un collegamento bilanciato di questi diversi potenziali elettrici che porta alla creazione di un prodotto finale a carica neutra (sempre in termini elettrici).

 

Tuttavia, in alcuni casi può accadere che un elettrone spaiato rimanga a orbitare attorno all'atomo o alla molecola, pronto a catturare qualsiasi atomo o molecola di passaggio con cui potersi legare.

 

Quando vi riesce, rompe i legami già esistenti, distruggendo i collegamenti elettrici degli atomi e delle molecole che in precedenza si trovavano in condizioni di equilibrio; è questo il processo che si verifica quando gli oli o i grassi irrancidiscono o si ossidano in presenza dell'ossigeno contenuto nell'aria.

 

In questo processo viene rilasciata dell'energia e si produce una reazione a catena di successive combustioni o danneggiamenti che continua a seconda di quante molecole danneggiate di nuova formazione continuano a catturare elettroni dovunque possono.

 

Quindi, un radicale libero è un atomo spaiato e sbilanciato (in termini elettrochimici), o una particella di una molecola (che di per sé è una combinazione di atomi), alla ricerca disperata di un elettrone con il quale legarsi attraverso i suoi contatti liberi'.

 

Gli atomi si attaccano (o 'legano') gli uni agli altri proprio come, per esempio, gli atomi di idrogeno e di ossigeno si combinano per formare l'acqua. Quando due atomi di idrogeno creano un legame elettrico con un atomo di ossigeno, secondo la formula H2O, si ha la formazione di una molecola di acqua, che è abbastanza stabile.

 

Tuttavia, quando due atomi di idrogeno si legano a due atomi di ossigeno, si ha una molecola instabile di H2O2 (perossido di idrogeno o acqua ossigenata), e tutti noi sappiamo, per esempio, quali effetti 'sbiancanti' essa abbia sui capelli quando i suoi aggressivi radicali liberi ne vengono a contatto.

 

Il processo di formazione e di rottura dei legami fra molecole è una componente costante di tutte le attività della vita, e gli enzimi vi partecipano come catalizzatori per facilitare l'allacciamento e lo sganciamento degli atomi e delle molecole.

 

Quando qualcosa brucia o si arrugginisce, ciò avviene proprio a causa dell'attività degli atomi o delle molecole, prive di legami, che hanno la tendenza a catturare altre molecole le quali a loro volta, in questo processo, vengono danneggiate in quanto perdono uno dei loro elettroni.

 

Questo si verifica, per esempio, quando un metallo arrugginisce, la gomma si deteriora, una fetta di mela diventa scura se esposta all'aria, i grassi irrancidiscono, i capelli si decolorano... eccetera, eccetera.

La protezione degli antiossidanti

Viviamo in un ambiente ricco di ossigeno, in cui abbondano le occasioni di esposizione allo stress ossidativo. Ciò è particolarmente vero per le cellule del corpo nelle quali l'ossigeno è una delle componenti del ciclo di produzione dell'energia.

 

In teoria, è possibile anche che si produca un danneggiamento della membrana cellulare (o al suo contenuto di grassi) e di altre parti fondamentali della cellula, incluso il patrimonio genetico (DNA, RNA), se non esistesse una varietà di importanti molecole protettive (come per esempio gli enzimi e le vitamine A, C ed E) che intervengono per contenere e controllare l'attività dei radicali liberi, facendo uso delle proprie capacità antiossidanti.

 

È per questo che il succo di limone (vitamina C) spruzzato su una mela affettata impedisce che diventi scura, ed è sempre per questo motivo che la vitamina E impedisce ai grassi e agli oli di ossidarsi irrancidendo.

 

Alcuni esseri umani dispongono di una propria dotazione di antiossidanti più ricca di quella di altri (e ciò dipende in larga misura dal loro regime dietetico), così come altri invece tendono a produrre radicali liberi molto più facilmente.

 

Il potenziale antiossidante (protettivo) e il fabbisogno di questo tipo di protezione sono due elementi chiave per definire l'entità del danno causato dai radicali liberi e la gravita delle malattie e delle disfunzioni che ne possono derivare.

 

Molte malattie croniche anche mortali, come le arteriopatie (per esempio l'aterosclerosi e il cancro), che vengono spesso associate all'invecchiamento, sono oggi considerate in larga misura il risultato dell'attività dei radicali liberi.



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